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Lug 08, 2017

 

I nuovi muri di cui è’ “sconsigliato” parlare…….

 

Mentre tutti i media dell’apparato propagandistico attaccano la decisione di Trump di costruire il muro alla frontiera con il Messico, di altri muri edificati in Israele sembra inopportuno parlare……….

 

Costruzione di un nuovo muro tra Gaza e Israele con l’aiuto della Francia!

I reportage dei media israeliani confermano la costruzione di un nuovo muro “per separare Gaza da Israele”, rafforzando così il blocco di Gaza e tutto questo con l’aiuto della Francia.

 

luglio 2017

Questa iniziativa costituisce la tappa più recente di un processo iniziato nel 1994, con la costruzione di quella che eufemisticamente viene denominata ” barriera di sicurezza” tra Israele e Gaza. Come si ricorderà la barriera fu in parte demolita nel 2000 durante la Seconda Intifada, poi ricostruita.

 

Praticamente nessuna copertura mediatica né analisi di quest’ultimo progetto.

“Questo ambizioso progetto, il cui budget ammonta a 3 miliardi di shekhels (850 milioni di dollari), produrrà una barriera con rete metallica integrata alta da sei a otto metri, dotata di sensori e telecamere, costruita al di sopra del suolo sul confine di 65 chilometri, mentre pesanti lastre di cemento rinforzate con tondini di ferro saranno posate per decine di metri di profondità.” indica il sito globalresearch.ca

“Ai primi di maggio, il ministro della Difesa ha chiuso il bando di gara d’appalto per erigere questo muro di cemento lungo il confine con Gaza. Diverse aziende israeliane di grandi opere e di ingegneria hanno corso per vincerlo. Alla fine si sono alleate con altre aziende: cinese, australiana, coreana e francese.” rivela Jerusalem Post.

“La gara d’appalto è stata indetta da un’unità congiunta costituita dal Ministero della Difesa e dall’esercito israeliano. Una volta completata, la barriera renderà il confine tra Israele e la Striscia di Gaza ermeticamente chiuso – facendo del Mediterraneo la sola possibile via di accesso al territorio israeliano”, sottolinea la stessa fonte.

E la Francia, che partecipa al confinamento dei palestinesi di Gaza, continua le sue commemorazioni quasi quotidiane dei campi e dei ghetti in cui furono concentrati gli ebrei da parte dei nazisti, ripetendo “Mai più!”

Traduzione: Simonetta Lambertini

 

Pubblicato il 07/07/2017 da Invicta Palestina

Al Jazeera

01 lug 2017 Gaza, Medio Oriente

 

Vita nell’oscurità nella crisi energetica di Gaza

di  Ezz Zanoun Gaza, Medio Oriente

 

I palestinesi nel territorio assediato ricevono solo poche ore di elettricità al giorno.

 

E’ da tempo che i palestinesi a Gaza lottano contro i tagli di elettricità, ma le ulteriori riduzioni attuate il mese scorso hanno aggravato la crisi energetica in atto.

 

Attualmente ricevono appena quattro ore di elettricità al giorno; i residenti hanno perso altri 45-60 minuti dopo le ultime manovre che hanno messo sotto ulteriore pressione il settore sanitario del territorio assediato.

 

La crisi ha lasciato i due milioni di residenti di Gaza a vivere gran parte della loro vita al buio. Le candele accese per far luce hanno generato incendi e causato morti a Gaza creando indignazione per la carenza di elettricità.

 

Le ultime manovre sui tagli di energia sono state eseguite dopo una decisione del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas di ridurre i finanziamenti per l’approvvigionamento elettrico di Gaza, tagli di energia hanno resa ancora più difficile la vita per i due milioni di residenti di Gaza che sono sotto assedio da un decennio

 

Molti abitanti di Gaza utilizzano candele e generatori per ottenere luce ed energia elettrica.

E’ da tempo che i palestinesi a Gaza lottano contro i tagli di elettricità, ma le ulteriori riduzioni attuate il mese scorso hanno aggravato la crisi energetica in atto.

Attualmente ricevono appena quattro ore di elettricità al giorno; i residenti hanno perso altri 45-60 minuti dopo le ultime manovre che hanno messo sotto ulteriore pressione il settore sanitario del territorio assediato.

 

La crisi ha lasciato i due milioni di residenti di Gaza a vivere gran parte della loro vita al buio.

 

Le candele accese per far luce hanno generato incendi e causato morti a Gaza creando indignazione per la carenza di elettricità.

 

Le ultime manovre sui tagli di energia sono state eseguite dopo una decisione del presidente dell’Autorità palestinese Mahmoud Abbas di ridurre i finanziamenti per l’approvvigionamento elettrico di Gaza.

 

L’unica centrale elettrica di Gaza è stata chiusa in aprile dopo aver esaurito il carburante.

I tagli di energia hanno resa ancora più difficile la vita per i due milioni di residenti di Gaza che sono sotto assedio da un decennio.

 

La crisi ha creato ulteriori ostacoli per le imprese e le strutture sanitarie che operano nel territorio. Le Nazioni Unite hanno stimato che all’inizio di luglio saranno esaurite le riserve di combustibili di Gaza. I tagli di energia hanno colpito tutti gli aspetti della vita quotidiana nella Striscia di Gaza.

 

Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, 14 ospedali pubblici e 16 strutture sanitarie di Gaza si trovano ad affrontare “la parziale o completa chiusura dei servizi essenziali”.

 

Gruppi Human Rights hanno invitato Israele ed Egitto a interrompere il blocco di Gaza, indicando le gravi conseguenze economiche e umanitarie. Sulla base dell’attuale situazione, l’ONU ha stimato che Gaza potrebbe essere inabitabile entro il 2020.

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