Fonte: zcomm.org/
http://znetitaly.altervista.org/
2 aprile 2017
L’America di Trump e il Nuovo Ordine Mondiale
C.J. Polychroniou intervista Noam Chomsky
Traduzione di Francesco D’Alessandro
C.J.Polychroniou (CJP): Il gabinetto dei ministri del presidente eletto e’ composto da figuri del mondo finanziario e delle corporazioni e da comandanti militari. Queste selezioni non rispettano le promesse pre-elettorali di Trump di “prosciugare la palude”; allora che cosa ci aspetta da questo megalomane e falso populista per quanto riguarda il futuro dell’establishment di Washington?
Noam Chomsky (NC): Rispetto a questo- e prego di notare la qualificazione- Time Magazine lo ha descritto piuttosto bene ( in una colonna di Joe Kelin, il 26 Dicembre scorso):” Mentre qualcuno della base si puo’ sorprendere, tuttavia le decisioni di Trump di abbracciare coloro che si sono ingrassati nella melma di Washington ha diffuso un senso di sollievo attraverso la “classe politica” della capitale. Un consulente del GOP (Great Old Party- il Partito Repubblicano, Ndt), vicino alla transizione del Presidente eletto, dice che questo dimostra che “governera’ come un normale Repubblicano”. “C’e’ sicuramente della verita’ in questo”. Il mondo imprenditoriale e gli investitori sono certamente d’accordo. Il mercato azionario e’ esploso subito dopo le elezioni, diretto dalle compagnie finanziarie che Trump ha denunciato durante la sua campagna elettorale, in particolare il demonio principale della sua retorica, Goldman Sachs. Secondo la Bloomberg News (agenzia di informazione economica del miliardario Bloomberg, Ndt), ” il prezzo delle azioni delle societa’ e’ andato alle stelle”, aumentato del 30 percento nel mese appena dopo le elezioni, “e’ stato il motore piu’ potente dietro alla salita verso il limite di 20.000 punti dell’indice Industriale Dow Jones”. I guadagni da capogiro di Goldman Sachs sono basati in larga parte sulla dipendenza di Trump dal “diavolo” per far funzionare l’economia, con l’aiuto rappresentato dall’eliminazione della regolamentazione, che preparano insieme lo scenario per la prossima crisi finanziaria (e il salvataggio da parte dei contribuenti). Altri grandi beneficiari sono le corporazioni energetiche, le assicurazioni della sanita’ e le grandi ditte di costruzioni; tutte che si aspettano enormi profitti dai piani annunciati dall’amministrazione. Questi programmi includono tagli fiscali, alla Paul Ryan, per i ricchi e le corporazioni, aumenti nelle spese militari, regalando il sistema sanitario, ancora di piu’, alle compagnie di assicurazione con conseguenze prevedibili, trasferimenti di ricchezza significativi dai contribuenti per forme privatizzabili di sviluppo delle infrastrutture basate sul credito e altre regalie ” di tipo Repubblicano” ai ricchi e privilegiati a spese dei contribuenti. L’economista Larry Summers descrive plausibilmente il programma fiscale come “le misure fiscali piu’ inconcepibili nella stessa storia degli USA [che] favoriranno in maniera massiccia l’un percento all’apice di coloro che guadagnano di piu’ , minacciano un aumento esplosivo del debito federale, complicano le leggi fiscali e fanno niente per promuovere la crescita”.
CJP: Ma, ottime notizie per coloro che contano
NC: Nel sistema corporativistico, tuttavia, ci sono anche dei perdenti. Dall’otto Novembre la vendita di armi da fuoco, che era piu’ che raddoppiata sotto Obama, e’ diminuita in maniera decisa, forse dovuto alla diminuita paura che il governo possa portare via i fucili automatici e le altre armi che ci servono per proteggerci dai Federali (la polizia federale Ndt). Le vendite aumentarono durante lo scorso anno quando le previsioni mostravano Clinton in testa, ma dopo le elezioni, come riportato dal Financial Times, “le azioni dei produttori di armi come la Smith & Wesson e la Sturm Ruger sono andate in caduta libera”. Verso la meta’ di Dicembre 2016 ” le due compagnie avevano perso il 26 percento e il 17 percento rispettivamente, dalla fine delle elezioni”. Ma non tutto e’ perso per queste industrie. Come spiegato da un portavoce”in prospettiva, le vendite di armi da fuoco negli USA sono molto maggiori che in tutto il resto del mondo messo insieme. Si tratta di un mercato piuttosto grande”.
CJP: I Repubblicani regolari esultano alla scelta di Trump di per l’Ufficio del Budget and Management, Mick Mulvaney, uno dei piu’ estremisti falchi fiscali, sebbene abbia generato un problema: Come fara’ un falco fiscale ad amministrare un badget disegnato per far crescere a dismisura il deficit? In un mondo di cose gia’ accadute, forse questo non ha piu’ nessuna importanza.
NC: I “Repubblicani normali” fanno il tifo anche per la scelta di Andy Puzden, il livido anti-sindacalista, all’incarico di ministro del lavoro, sebbene anche qui si potrebbe trovare una contraddizione nel background. Questo tizio, in quanto ultraricco CEO di catene di ristoranti, dipende dall’impiego non sindacalizzato, facilmente sfruttabile per fare lavori sporchi, tipicamente di immigrati; il che non va molto d’accordo con i piani di deportazione in massa di questa gente. Lo stesso problema sorge per i programmi per le infrastrutture: le ditte private che sono destinate a guadagnare profitti da queste iniziative dipendono pesantemente da questa stessa forza lavoro, sebbene forse, il problema potrebbe essere limitato ridisegnando la “bella barriera”cosi’ che terra’ fuori solo i Musulmani.
CJP: Questo vuol dire che Trump sara’ un Repubblicano “normale” come 45mo Presidente degli USA?
NC: Per quanto riguarda le questioni come quelle discusse in precedenza, Trump si e’ gia’ dimostrato, molto velocemente, di essere un Repubblicano tipico, sebbene estremista. Per quanto riguarda altre questioni invece egli potrebbe non essere un Repubblicano tipico, se questo poi significa qualcosa inteso come Repubblicano della maggioranza e dell’establishment- gente come Mitt Romney, che Trump fece del tutto per umiliare con il suo stile familiare, cosi’ come fece anche con McCain e altri appartenenti alla stessa categoria. Ma non e’ solo il suo stile che causa offesa e preoccupazione. Le sue azioni fanno anche peggio.
Prendiamo per esempio le due questioni piu’ importanti che dobbiamo affrontare, le piu’ importanti che l’umanita’ ha dovuto affrontare nella sua breve storia sulla terra; problemi che sono importanti per la sopravvivenza della specie: la guerra nucleare e il riscaldamento globale. Molti “Repubblicani tipici” sentirono i brividi correre lungo le loro spine dorsali, allo stesso modo di molti altri che sono preoccupati per il futuro della specie umana, quando Trump mando’ un tweet che diceva:” Gli Stati Uniti devono rafforzarsi significativamente e allargare le proprie capacita’ nucleari fino a che il mondo diventa ragionevole rispetto al nucleare”. Espandere le capacita’ nucleari significa mandare al diavolo i trattati che hanno ridotto enormemente gli arsenali nucleari e che alcuni analisti sperano di poter ridurre ancora di piu’, infatti fino a zero, come dichiarato da alcuni Repubblicani normali quali Henry Kissinger e il Segretario di Stato di Reagan, George Shultz, come pure dallo stesso Regan in alcuni dei suoi momenti di lucidita’. Le preoccupazioni certo non diminuirono quando Trump si presento’ in TV dichiarando al co-presentatore del programma TV, Morning Joe, “Che ci sia pure una corsa agli armamenti. Noi li supereremo in qualsiasi momento”. E non fu neppure di grande comforto nemmeno quando il suo gruppo alla Casa Bianca tento’ di spiegare che “The Donald non intendeva dire cio’ che disse”. Le preoccupazioni non diminuirono nemmeno basate all’ipotesi di Trump stesso, che presumibilmente stava reagendo alla dichiarazione di Putin secondo cui:” Dobbiamo rafforzare il potenziale militare delle forze strategiche nucleari, specialmente con complessi militari che possono penetrare con regolarita’ qualsiasi sistema di difesa esistente e protettivo. Dobbiamo mantenere con cura qualsiasi cambiamento nell’equilibrio dei poteri e nelle situazioni politico-militari del mondo, specialmente lungo i confini della Russia, e adottare velocemente piani per neutralizzare le minacce al nostro paese”. Qualsiasi cosa si pensi di queste parole, esse comunicano comunque un tono difensivo e, come ha detto lo stesso Putin, sono in larga parte una reazione alle installazioni altamente provocatorie di un sistema di difesa missilistico lungo il confine Russo con il pretesto di difesa contro armi Iraniane che non esistono. Il tweet di Trump rafforza le paure riguardo a come egli potrebbe reagire quando messo alla prova, per esempio, dal rifiuto da parte di alcuni avversari di inginocchiarsi di fronte alle sue vantate qualita’ di negoziatore. Se il passato rappresenta una guida, egli potrebbe, dopo tutto, verirsi a trovare in una situazione dove deve decidere entro pochi minuti se far saltare in aria il pianeta.
L’altra questione cruciale e’ costituita dalla catastrofe ambientale. Non si puo’ sottolineare in maniera forte abbastanza il fatto che Trump, l’otto Novembre scorso, ha vinto due vittorie; quella piu’ piccola nel Collegio Elettorale e quella piu’ grande a Marrakech, dove quasi 200 nazioni cercavano di sostanziare le promesse dei negoziati di Parigi sui cambiamenti climatici. Nel Giorno delle Elezioni, la conferenza ascolto’ un rapporto allarmante sullo stato dell’Antropocene, da parte del World Metereological Organization (Organizzazione Mondiale della Metereologia).
Mentre i risultati delle elezioni cominciavano ad arrivare, i partecipanti, praticamente stupefatti, cominciarono ad abbandonare i lavori, chiedendosi se si poteva salvare qualcosa dal ritiro dello stato piu’ potente nella storia del mondo. Ne’ si puo’ sottolineare troppo lo stupefacente spettacolo del mondo che rimette le proprie speranze di salvezza nella Cina, mentre il leader del “mondo libero” sta’ da solo come una macchina distruttrice.
Sebbene, in maniera pazzesca, molti abbiano ignorato questi eventi stupefacenti, alcuni circoli dell’establishment hanno presentato delle risposte-Varun Sivaran e Sagaton Saha, nel Foreign Affairs, hanno avvisato circa i costi del “cedere la leadership sul clima alla Cina” che deriverebbero agli USA e dei pericoli per il mondo perche’ la Cina”si metterebbe alla testa dei problemi dei cambiamenti climatici solo nella misura in cui questo avanzerebbe i suoi interessi nazionali”- al contrario degli Stati Uniti che apparentemente lavorano senza interessi nazionali e solo per il beneficio dell’umanita’.
Quanto Trump sia determinatio a guidare il mondo verso il precipizio divenne chiaro con le sue nomine , incluso la sua scelta di due militanti negazionisti dei cambiamenti climatici, Myron Ebell e Scott Pruitt, a dirigere lo smantellamento dell’Agenzia di Protezione Ambientale (EPA) che era stata fondata da Richard Nixon, con un altro negazionista nominato alla direzione del Dipartimento degli Interni.
Questo pero’ non e’ che l’inizio. Le nomine dei ministri sarebbe comica se le implicazioni non fossero cosi’ serie. Al Dipartimento dell’Energia, un uomo che disse che dovrebbe essere eliminato (anche se non riusciva neanche a ricordarne il nome)(del dipartimento Ndt) e che forse non sa che il problema principale del dipartimento e’ costituito dalle armi nucleari. Al Dipartimento dell’Istruzione, un’altra miliardaria, Betsy DeVos, che e’ determinata a indebolire e forse ad eliminare il sistema delle scuole pubbliche e che, come ci ricorda Lawrence Krause sul New Yorker, e’ una Cristiana fondamentalista, membro di una chiesa Protestante che afferma che “tutte le teorie scientifiche sono soggette alle Scritture” (Sacre, Ndt) e che “l’umanita’ e’ stata creata a immagine di Dio; tutte le teorie che minimizzano questi fatti e tutte le teorie dell’evoluzione che negano l’attivita’ creativa di Dio devono essere rigettate”. Forse il Dipartimento dovrebbe far domanda per aiuti economici agli sponsors Sauditi delle madras (le scuole Islamiche) Wahabite, per aiutare il processo lungo la via.
La nomina di DeVos risulta senza dubbio attraente agli evangelici che si sono raggruppati secondo gli standards di Trump e che costituiscono una forza molto importante della base del Partito Repubblicano odierno. Lei dovrebbe anche essere capace di lavorare amichevolmente con il Vice-Presidente eletto, Mike Pence, uno dei “guerrieri di valore di una cabala di feroci zeloti che per lungo tempo hanno anelato a una teocrazia Cristiana estremista”, come descritto da Jeremy Scahill nel The Intercept, mentre riesaminava il suo record da shock riguardo anche ad altre questioni.
E cosi’ continua, caso per caso. Ma non preoccupiamoci. Come quando James Madison riassicuro’ i suoi colleghi mentre stavano forgiando la Costituzione, una repubblica nazionale “puo’ estrarre le persone piu’ pure e nobili che comprende dalla miseria della Societa’.”
CJP: Che cosa pensi della scelta di Rex Tillerson come Segretario di Stato?
NC: La scelta dell’ex CEO della Exxon Mobil, Rex Tillerson, alla carica di Segretario di Stato costituisce una parziale eccezione alla logica descritta sopra. La nomina ha creato qualche speranza attraverso la compagine di coloro che sono giustamente preoccupati per la crescente e estremamente pericolosa tensione con la Russia. Tillerson, come Trump in alcuni dei suoi discorsi, ha invocato la diplomazia piuttosto che lo scontro frontale, il che e’ un bene -fino al momento in cui ci ricordiamo della sciabola che fodera il raggio di sole. Il motivo e’ di dare la possibilita’ alla Exxon Mobil di sfruttare le enormi risorse petrolifere in Siberia e accelerare cosi’ la corsa verso il disastro che Trump e i suoi associati, come pure il Partito Repubblicano in generale, stanno preparando.
CJP: Cosa pensi dello staff della sicurezza nazionale di Trump? Queste persone corrispondono allo stampino di “Repubblicani tipici” o sono anch’essi parte della Destra Estrema?
NC: I Repubblicani tipici potrebbero, in qualche modo, essere ambivalenti rispetto allo staff della sicurezza nazionale di Trump. Lo staff e’ capeggiato dal Consigliere per la Sicurezza Nazionale, il Generale Michael Flynn (nel frattempo licenziato dall’incarico, Ndt), un Islamofobo radicale che afferma che l’Islam non e’ una vera religione ma piuttosto un’ideologia politica come il fascismo, che e’ in guerra contro di noi, e che quindi noi dobbiamo difenderci, presumibilmente contro il mondo Musulmano- una ricetta squisita per riprodurre terroristi, senza parlare di conseguenze ancora peggiori. Come durante la Minaccia Rossa, durante gli anni venti, l’ideologia Islamica sta penetrando in profondita’ nella societa’ Americana, dice Flynn. Essi sono, continua, aiutati dai Democratici che hanno votato per imporre la legge della Shaaria in Florida, allo stesso modo come i loro predecessori servirono i comunisti, come il famoso Joe McCarthy dimostro’. Infatti, ci sono “piu’ di 100 casi in tutto il paese”, incluso il Texas, Flynn avverti’ in un discorso a San Antonio. Per evitare il pericolo imminente, Flynn e’ un membro di ACT!, che spinge gli stati a passare leggi che dichiarano illegale la Shaaria, semplicemente una minaccia imminente in stati come l’Oklahoma, dove il 70 percento degli elettori ha approvato una legge che proibisce alle corti giudiziarie di applicare questa terribile minaccia al sistema giudiziario.
Dietro a Flynn, nell’apparato della sicurezza nazionale, siede il Segretario della Difesa, il generale James “Cane pazzo” Mattis (diventato egli stesso Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Ndt), considerato un moderato relativo. Cane pazzo ha spiegato che “E’ divertente uccidere alcune persone”. Egli ottenne la sua fama capitanando l’assalto sulla citta’ Irachena di Fallujah nel Novembre 2004, uno dei crimini piu’ feroci dell’invasione dell’Iraq. Un uomo che e’ “assolutamente grande”, secondo il presidente eletto:”la persona che rassomiglia di piu’ al Gen. George Patton”.
CJP: Ti sembra che Trump sia diretto in una rotta di collisione con la Cina?
NC: E’ difficile da dire. Molte preoccupazione furono esplicitate circa l’atteggiamento di Trump verso la Cina; di sicuro l’atteggiamento e’ pieno di contraddizioni, particolarmente le sue dichiarazioni sui commerci internazionali, che non hanno quasi nessun valore nel sistema odierno di globalizzazione delle corporazioni e nelle complesse catene di forniture internazionali. Alcuni alzarono le sopracciglia riguardo al suo cambiamento drastico della politica assunta da lungo tempo, nella sua telefonata con il presidente di Taiwan, ma ancora di piu’ quando fece intendere che gli USA potrebbero rifiutarsi di considerare le preoccupazioni della Cina riguardo a Taiwan, a meno che la Cina non accetti le sue proposte commerciali; andando cosi’ a legare ‘ le politiche commerciali a “un problema di politiche delle grandi potenze sul quale la Cina potrebbe decidere di scendere in guerra”, come la stampa filo-industriale ha fatto notare.
CJP: Cosa pensi delle idee e delle posizioni di Trump sul Medio Oriente? Sembrano in linea con quelle dei Repubblicani “tipici”, giusto?
NC: Al contrario del loro atteggiamento sulla CIna, i Repubblicani tipici non sembrano costernati dalle incursioni di Trump con i suoi tweets nella diplomazia del Medio Oriente, mandando in frantumi, di nuovo, i protocolli standard, chiedendo che Obama ponesse il veto alla risoluzione 2334 del Consiglio di Sicurezza dell’ONU; e poi informando Israele che avrebbe potuto ignorare le decisioni dell’amministrazione uscente fino al 20 Gennaio quanto tutto sarebbe stato rimesso in ordine. Che tipo di ordine? Questo rimane da vedere. L’imprevedibilita’ di Trump deve servire alla cautela.
Cio’ di cui siamo a conoscenza al momento e’ l’entusiasmo di Trump per la destra ultrareligiosa di Israele e il movimento dei coloni in generale. Tra le sue maggiori contribuzioni caritatevoli ci sono regalie all’insediamento di Beth El nella West Bank in onore di David Friedman, la sua scelta quale ambasciatore in Israele. Friedman e’ il presidente degli Amici Americani di Beth El. L’insediamento dei coloni e’ anche un tema favorito della famiglia di Jared Kushner, il genero di Trump, descritto come uno dei collaboratori piu’ stretti di Trump. Un beneficiario principale dei contributi della famiglia Kushner, come riportato dalla stampa Israeliania” e’ una yeshiva diretta da un rabbino militante che ha invitato i soldati Israeliani a disobbedire agli ordini di evacuare gli insediamenti e che ha affermato che le tendenze omosessuali derivano dal mangiare un certo tipo di cibi. Altri beneficiari includono “una yeshiva radicale a Yitzhar che e’ stata usata come base per attacchi violenti contro villaggi Palestinesi e contro le forze di sicurezza Israeliane:.
Isolato dal resto del mondo, Friedman non ritiene illegale l’attivita’ di nuovi insediamenti e si oppone alle leggi che proibiscono nuove costruzioni per i coloni Israeliani nella West Bank e a Gerusalemme Est. Infatti, egli sembra essere d’accordo nel favorire l’annessione della West Bank da parte di Israele. Questo verrebbe a porre un problema per lo Stato Ebraico, ci spiega Freidman, dato che il numero di Palestinesi che vivono nella West Bank e’ molto grande e quindi anche dopo l’annessione una larga maggioranza di Ebrei (possibile che NC intenda “Palestinesi”? Ndt) rimarrebbe dopo l’annessione. In un mondo futuro, con il senno di poi, queste dichiarazioni sarebbero legittime sebbene esse possano diventare esatte nel mondo noioso dei fatti dopo un’altra espulsione di massa. Gli Ebrei che supportano il consenso internazionale sull’ipotesi dei due stati non solo hanno torto, dice Friedman, ma essi sono anche “peggio dei Kapo'”, gli Ebrei che controllavano gli altri prigionieri al servizio dei loro padroni Nazisti nei campi di concentramento- l’insulto finale.
Nel ricevere la notizia della sua nomina, Friedman disse che era ansioso di spostare l’ambasciata USA “nella capitale eterna di Israele, Gerusalemme”, d’accordo con i piani annunciati da Trump. Nel passato proposte analoghe furono ritirate , ma oggi potrebbero essere realizzate, forse mettendo avanti il prospetto di una guerra con il mondo Musulmano, come sembra raccomandare il Consiglio per la Sicurezza Nazionale di Trump.
Tornando alla risoluzione 2334 dell’ONU e a cio’ che ne segui’ dopo, e’ importante riconoscere che la risoluzione non costituisce niente di nuovo. La quotazione che ho riportato in precedenza non veniva dalla risoluzione UNSC 2334 ma dalla UNSC Resolution 446, approvata il 12 Marzo 1979, reiterata in pratica nella UNSC 2334.
UNSC 446 passo’ con 12 voti a favori e l’astensione degli USA insieme al Regno Unito e alla Norvegia nel Consiglio di Sicurezza. Altre risoluzioni simili seguirono riaffermando la 446. Una risoluzione in particolare era ancora piu’ ferma delle 446-2334, perche’ chiedeva a Israele “lo smantellamento degli insediamenti attuali” (UNSC Resolution 465 approvata nel Marzo 1980). Questa risoluzione fu approvata all’unanimita’, senza astensioni.
Il Governo di Israele non dovette attendere il Consiglio di Sicurezza dell’ONU (e piu’ recentemente la Corte Mondiale) pr apprendere che i suoi insediamenti erano in aperta violazione delle leggi internazionali. Nel Settembre 1967, appena poche settimane dopo la conquista dei territori occupati da parte di Israele, in un documento Top Secret, il governo fu informato dal suo consigliere legale [di Israele] del Ministero degli Esteri, il rinomato giurista internazionale Theodor Meron, che “gli insediamenti civili nei territori amministrati [la definizione Israeliana per i territori occupati] viola le provisioni esplicite della Quarta Convenzione di Ginevra”. Meron ando’ oltre spiegando che il divieto di trasferire coloni nei territori occupati “e’ categorico e non dipendente dai motivi del trasferimento o dai suoi obiettivi”. Il suo obiettivo e’ di prevenire insediamenti di cittadini dello stato occupante nei territori occupati”. Meron quindi consiglio’ che “Se si dovesse proseguire con gli insediamenti degli Ebrei nei territori amministrati, mi sembra di estrema importanza che gli insediamenti vengano messi in atto da entita’ militari e non civili. Credo anche che sia molto importante che questi insediamenti vengano rappresentati come campi e che siano di natura temporanea piuttosto che permanenti”. L’avviso di Meron fu seguito. Gli insediamenti sono spesso stati nascosti con sotterfugi, “le entita’ militari temporanee”, che piu’ tardi si scoprono essere insediamenti civili. Lo stratagemma degli insediamenti militari ha anche il vantaggio di fornire dei mezzi per espellere i Palestinesi dalla loro terra con il pretesto di dover stabilire una zona demilitarizzata.
L’inganno fu pianificato in maniera scrupolosa, iniziando appena il rapporto autorevole di Meron fu consegnato al governo. Come documentato dallo studioso Israeliano Avi Raz, nel Settembre 1967, in giorno in cui il secondo insediamento di coloni fu fatto partire nella West Bank, il governo decise che “come copertura” allo scopo della campagna diplomatica [di Israele]” i nuovi insediamenti sarebbero dovuti essere descritti come insediamenti militari e i coloni dovevano essere istruiti nel caso qualcuno avesse chiesto loro della natura dei loro insediamenti. Il Ministro degli Esteri ha ordinato alle missioni diplomatiche di Israele di descrivere gli insediamenti nei territori occupati come “punti di forza” militari e di enfatizzare la loro presunta importanza strategica”.
CJP: Simili pratiche continuano a tutt’oggi
NC: In risposta agli ordini del Consiglio di Sicurezza del 1979-90 di smantellare gli insediamenti esistenti e di non iniziarne di nuovi, Israele inizio’ una rapida espansione degli insediamenti con la cooperazione di tutti e due i maggiori partiti politici Israeliani, il Labour e il Likud, sempre con generosissimo supporto da parte degli USA. Le differenze principali oggi sono che gli USA sono isolati rispetto al resto del mondo, e che ci troviamo in un mondo diverso. Le flagranti violazioni da parte di Israele degli ordini del Consiglio di Sicurezza, e delle leggi internazionali, adesso sono molto piu’ estreme di quanto avvenisse 35 anni fa, e stanno causando condanne molto piu’ dure. I contenuti delle Risoluzioni 446-2334 sono quindi presi in maniera piu’ seria. Da qui le reazioni esplicite alla 2334 e alla spiegazione dell’ex Segretario di Stato, John Kerry, del voto USA all’ONU. Le reazioni del mondo Arabo sono sembrate molto pacate. L’abbiamo visto gia’ nel passato. In Europa ci furono generalmente espressioni di supporto. Negli USA e in Israele, per contro, la copertura mediatica e i commenti furono ampi accompagnati da notevole isteria. Ci sono anche altre indicazioni che portano a descrivere un aumento dell’isolamento degli USA sul palcoscenico mondiale. E questo sotto Obama; sotto Trump, l’isolamento degli USA molto probabilmente aumentera’ ancora di piu’ e di fatto sta’ gia’ avvenendo, anche prima che egli assumesse la carica, come abbiamo gia’ visto.
CJP: Perche’ Obama scelse l’astensione dal voto all’ONU sugli insediamenti Israeliani a quel punto; piu’ specificamente, a un mese piu’ o meno dalla fine della sua presidenza?
NC: La ragione principale per cui Obama scelse l’astensione invece del veto e’ una questione aperta: non abbiamo nessuna evidenza diretta. E’ pero’ possibile fare alcune speculazioni plausibili. Ci furono alcune ripercussioni di sorpresa (e di ridicolo) dopo il veto di Obama del febbraio 2011 alla RIsoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’ONU che chiedeva il rispetto della politica ufficiale degli USA e lui potrebbe aver pensato che forse sarebbe stato troppo ripetere la stessa storia se avesse dovuto proprio salvaguardare qualcosa della sua immagine distrutta tra quei settori della popolazione che sono preoccupati del rispetto delle leggi internazionali e dei diritti umani. Vale anche la pena ricordare che tra i Democratici liberali, se non il Congresso vero e proprio, e particolarmente tra i giovani, l’opinione circa il conflitto Israele-Palestina si sta spostando sempre di piu’ verso la critica delle politiche di Israele negli ultimi anni, tanto che il 60 percento dei Democratici “sono d’accordo con l’imposizione di sanzioni su quelle azioni piu’ gravi” come reazione agli insediamenti Israeliani, secondo una ricerca del Dicembre 2016 del Brookings Institute. Al momento, lo zoccolo duro del supporto per le politiche Israeliane negli USA si e’ spostato verso la destra estrema, incluso la base evangelica del Partito Repubblicano. Forse questi fattori hanno contribuito alla decisione di Obama; avendo in mente il suo lascito futuro.
L’astensione del 2016 causo’ furore in Israele e nel Congresso USA, sia tra i Repubblicani che i leaders Democratici, e porto’ alla presentazione di progetti di legge per definanziare l’ONU, come vendetta per il crimine commesso dal resto del mondo. Il Primo Ministro Israeliano, Netanyahu, denuncio’ Obama per le sue azioni “sottobanco, anti-Israele”. Il suo ufficio accuso’ Obama di “collusione” dietro il sipario con questa “azione gangsteristica” da parte del Consiglio di Sicurezza, producendo particelle di “evidenza” che difficilmente possono assumere al livello di umorismo nero.
Un funzionario Israeliano anziano aggiunse che l’astensione “rivelava la vera faccia dell’amministrazione di Obama”, aggiungendo che “adesso possiamo capire cio’ con cui abbiamo avuto a che fare durante gli otto anni passati”.
La realta’ e’ piuttosto diversa. Obama ha, nei fatti, rotto tutti i records precedenti per quanto riguarda il supporto a Israele, sia diplomatico che finanziario. La realta’ e’ descritta in maniera precisa dallo specialista del Medio Oriente del Financial Times, David Gardner:” Il rapporto personale di Obama con Netanyahu potrebbe essere stato spesso velenoso, ma egli [Obama, Ndt] e’ stato il Presidente piu’ pro-Israele di tutti; il piu’ prodigo con gli aiuti militari e fedele nell’usare il potere di veto al Consiglio di Sicurezza. L’elezione di Donald Trump ha, fino a questo momento, prodotto poco piu’ di tweets, con turbo schiuma, per questi problemi e altri nodi geopolitici. Ma gli auguri sono terribili. Un governo irredentista in Israele spostato verso la destra estrema e’ adesso coordinato da un’amministrazioe nazional polulista a Washington e insieme lanciano fiamme Islamofobiche dalla bocca.
I commenti pubblici sulla decisione di Obama e le giustificazioni di Kerry furono divisi. Quelli che supportano generalmente sono d’accordo con Thomas Friedman che “Israele adesso e’ chiaramente sul sentiero verso l’annessione della West Bank con i suoi 2,8 milioni di Palestinesi che rappresentano una sfida demografica e democratica”. In un articolo del New York Times sullo stato presente della soluzione con due stati difeso da Obama-Kerry e minacciato di estinzione dalle politiche Israeliane, Max Fisher si chiede:” Ci possono essere altre soluzioni?”. Egli quindi si gira verso le alternative possibili, tutte “versioni multiple della cosiddetta soluzione con un solo stato”, che pone “un problema demografico e democratico”. troppi Arabi- forse presto la maggioranza- in uno “stato democratico Ebreo”.
I commentatori, in modo convenzionale, assumono che ci siano due alternative: la soluzione con due stati appoggiata dal mondo o qualche versione della “soluzione” con uno stato unico. Esiste anche una terza alternativa, ignorata in maniera consistente, quella che Israele ha continuato a implementare sistematicamente da appena dopo la guerra del 1967 e che adesso sta chiaramente prendendo forma davanti ai nostri occhi; un Grande Israele prima o poi incorporato nell’Israele vero e proprio incluso una enormemente espansa Gerusalemme (gia’ annessa in violazione degli ordini del Consiglio di Sicurezza) e qualsiasi altro tentativo che Israele reputi abbia valore, mentre le aree ad alta concentrazione di popolazione Palestinese vengono escluse rimuovendo, lentamente, i Palestinesi dalle aree programmate per l’incorporazione entro il Grande Israele.
Come nelle neo-colonie, generalmente, le elites Palestinesi saranno ammesse a godere dei privilegi degli standard occidentali a Ramallah, con “il 90 percento della popolazione della West Bank che vivrebbe in 165 “isole” separate apparentemente sotto il controllo dell’Autorita’ Palestinese”, in realta’ sotto controllo Israeliano, come riportato da Nathan Thrall, analista anziano con il Gruppo Internazionale per la Crisi. Gaza rimarrebbe sotto un’assedio schiacciante, separata dalla West Bank, in violazione degli Accordi di Oslo.
CJP: La terza alternativa e’ un altro pezzo della “realta'” descritta da David Gardner.
NC: E’ un commento interessante e chiarificatore; Netanyahu ha denunciato il “gangsterismo” del resto del mondo quale prova del “pregiudizio del vecchio mondo contro Israele”, una frase reminiscente della distinzione , fatta nel 2007, da Donald Rumsfeld, sulla dicotomia Vecchia Europa- Nuova Europa. Ci si ricordera’ che gli stati della vecchia Europa sono i cattivi, gli stati Europei piu’ grandi che si permettono di rispettare le opinioni della stragrande maggioranza delle loro popolazioni e che quindi si rifiutano di unirsi agli USA nel crimine del secolo, l’invasione dell’Iraq. Gli stati della Nuova Europa erano i buoni, che non rispettano la volonta’ di una maggioranza anche piu’ grande e obbediscono al padrone. Il piu’ onorabile dei buoni fu Jose’ Maria Aznar, Spagnolo, che rigetto’ l’opposizione praticamente unanime alla guerra in Spagna e fu premiato con l’invito a unirsi a Bush e Blair nell’annunciare l’invasione.
Questo sfoggio illuminante della mancanza di rispetto totale per la democrazia, insieme ad altre cose come questa, allo stesso tempo e’ passato praticamente senza che nessuno lo notasse, comprensibilmente. La missione era, in quel momento, di elogiare Washington per la sua dedica appassionata alla democrazia, come illustrato dalla “promozione della democrazia” in Iraq, che, tutt’a un tratto, divenne la linea del partito, dopo che la “singola domanda” (Rinuncera’ Saddam alle sue armi di distruzione di massa?) ricevette la risposta sbagliata.
Netanyahu sta adottando la stessa posizione. Il vecchio mondo e’ premunito contro Israele rappresentato dall’interezza del Consiglio di Sicurezza dell’ONU; piu’ specificamente, chiunque nel mondo abbia ancora un po’ di rispetto per la legge internazionale e i diritti umani. Fortunatamente per destra estrema Israeliana questo esclude il Congresso USA e- in maniera forzata- il presidente eletto e i suoi associati. Il governo Israeliano e’, per forza di cose, a conoscenza di questi sviluppi. E quindi sta cercando di spingere la sua base di supporto verso stati autoritari, come Singapore, la Cina e l’India della destra nazionalista Hindu di Modi, che adesso sta diventando un alleato naturale con il suo scivolamento verso l’ultranazionalismo, le politiche interne reazionarie e l’odio per l’Islam. La ragione per cui Israele sta guardando in quella direzione per aiuto sono descritte da Mark Heller, il ricercatore principale associato all’Istituzione per gli Studi sulla SIcurezza Nazionale di Tel Aviv. Egli spiega che “nel lungo termine” ci sono problemi per Israele nelle sue relazioni con l’Europa Occidentale e con gli USA, “mentre, d’altra parte, le nazioni Asiatiche importanti “non sembrano mostrare molto interesse sul come Israele si rapporta con i Palestinesi Arabi o chiunque altro”. In poche parole la Cina, l’India, Singapore e altri alleati favoriti sono meno influenzati dal tipo di preoccupazioni liberali e umanitarie che rappresentano minacce montanti per Israele.
CJP: Ci troviamo nel mezzo di nuove tendenze nell’ordine mondiale?
NC: Credo di si’, e le tendenze nell’ordine mondiale meritano un po’ di attenzione. Come notato prima, gli USA stanno diventando sempre piu’ isolati, ancora di piu’ di qualche anno fa quando i sondaggi- fatti negli USA- riportavano che l’opinione pubblica mondiale considerava gli USA come, di gran lunga, la minaccia piu’ grande alla pace mondiale, con nessun altro nelle vicinanze. Sotto Obama, gli USA sono adesso da soli nell’astensione sugli insediamenti illegali Israeliani, contro un Consiglio di Sicurezza che e’ altrimenti unanime. Con Trump come presidente, che si e’ aggregato ai suoi sostenitori congressuali bipartitici su questo problema, gli USA saranno ancora piu’ isolati nel mondo che supportera’ i crimini di Israele.
Dall’otto Novembre scorso gli USA sono isolati sul problema cruciale del riscaldamento globale, una minaccia alla sopravvivenza della vita umana organizzata in qualsiasi forma come quella presente. Se Trump tiene fede alla sua promessa di abbandonare gli accordi con l’Iran, e’ probabile che gli altri partecipanti persistano, lasciando gli USA ancora piu’ isolati dall’Europa. Gli USA sono anche piu’ isolati che nel passato dal “praticello di casa” rappresentato dall’America Latina e lo saranno ancora di piu’ se Trump si ritira dai passi intrapresi da Obama per normalizzare le relazioni con Cuba, intrapresi per prevenire la possibilita’ che gli USA potrebbero essere esclusi dalle organizzazioni emisferiche per via dei suoi attacchi contro Cuba, nell’isolamento internazionale. Lo stesso sta’ praticamente accadendo in Asia, dato che anche alleati stretti ( a parte il Giappone) e anche il Regno Unito- si affrettano verso la Banca Asiatica degli Investimenti per le Infrastrutture, con sede in Cina e la Partnership Regionale per l’Economia Totale con sede anch’essa in Cina e che in questo caso include anche il Giappone. L’Organizzazione per la Cooperazione di Shanghai (SCO), di nuovo con base nella Cina, incorpora gli Stati dell’Asia Centrale, la Siberia con le sue ricche risorse, l’India, il Pakistan, e presto, probabilmente l’Iran e forse la Turchia. SCO ha rifiutato la richiesta degli USA di uno status come osservatore e ha richiesto che gli USA rimuovino tutte le basi militari dalla regione.
Immediatamente dopo l’elezione di Trump, abbiamo assistito all’affascinante spettacolo del cancelliere Tedesco, Angela Merkel, che si e’ messa alla testa del gruppo per far lezione a Washington circa i valori liberali e i diritti umani. All stesso tempo, dall’8 Novembre, il mondo guarda alla Cina per la guida nel salvare il mondo dalla catastrofe ambientale, mentre gli USA, ancora una volta in splendido isolamento, si dedicano a impedire questi sforzi.
L’isolamento USA non e’ completo, certo. Come fu molto chiaro nella reazione alla vittoria elettorale di Trump, gli USA riscuotono un supporto entusiastico della destra estrema xenofoba in Europa, incluso i suoi elementi neofascisti. Il ritorno al potere della destra in posti dell’America Latina offre anche li’ un’opportunita’ per alleanze agli USA.
E gli USA mantengono le strette alleanze con le dittature del Golfo e dell’Egitto e con Israele che si sta’ anche separando sempre di piu’ dai suoi settori liberali e democratici dell’Europa e sta’ legando sempre piu’ con regimi autoritari ai quali non importa se Israele viola la legge internazionale e dei suoi attacchi violenti contro i diritti umani elementari.
Il quadro che si viene formando suggerisce l’emergenza di un Nuovo Ordine del Mondo, uno che’ e’ piuttosto diverso dalle immagine usuali entro il sistema dottrinale.
C.J.Polychroniou e’ un economista politico e analista politico che ha insegnato in universita’ e centri di ricerca in Europa e negli USA. E” un contributore regolare a Truthout come pure membro del Truthout Public Intellectual Project. Ha pubblicato diversi libri e i suoi articoli sono apparsi in diversi giornali, periodici e siti web. Molte delle sue pubblicazioni sono state tradotte in diverse lingue straniere. Questa intervista e’ stata precedentemente pubblicata da Truthout.
Da ZNet Italy- Lo Spirito Della Resistenza E’ Vivo
www.znetItaly.org
URL: zcomm.org/zmagazine/trumps-america-and-the-new-world-order