http://www.greenreport.it/ 17 marzo 2017
Il bilancio di Trump: combattere il cambiamento climatico è uno spreco di denaro di Umberto Mazzantini
Sierra Club: «Per Trump contano solo i profitti delle corporations e dei miliardari di Wall Street» Greenpeace: «E' un bilancio da età della pietra, non da XXI secolo»
L’Amministrazione Trump ha presentato le sue proposte di bilancio per il 2018 per le spese discrezionali che comprendono quel che temevano gli ambientalisti e moltissimi americani: l’avvio dello smantellamento dell’Environmental protection agency (Epa) e delle competenze ambientali del Dipartimento degli interni. Il bilancio proposto da Trump comprende il tagli di 315 milioni di dollari del badget e di 3.200 posti di lavoro all’Environmental Protection Agency (Epa) e la drastica riduzione del budget del Dipartimento degli interni per proteggere i parchi e le riserve nazionali, le terre pubbliiche e la fauna selvatica, che hanno un valore economico di 646 milioni di dollari all’anno solo per le attività outdoor. Pesanti tagli anche per l’educazione ambientale Il bilancio proposto da Trump elimina finanziamenti per proteggere grandi risorse idriche come i Grandi Laghi, o aree marine come Chesapeake Bay e Puget Sound. I tagli ridurrebbero la capacità dell’Epa di monitorare la qualità dell’aria e di rilevare inquinamenti.
La proposta di bilancio di Trump avrà importanti ricadute anche a livello internazionale: infatti prevede di eliminare il finanziamento Usa al Green Climate Fund Onu, essenziale per consentire ai Paesi in via di sviluppo di adattarsi ai cambiamenti climatici. Trump vorrebbe anche far ripartire i lavori per costruire la gigantesca discarica di scorie nucleari della Yucca Mountain (bocciata da Obama) e bloccare il programma di ricerca sull’energia pulita Arpa-E, eliminare i finanziamento per il dopo-scuola e e per i programmi estivi per i giovani a rischio e meno abbienti gestiti dai Parchi e dalle agenzie pubbliche a parco e ricreazione agenzie (21st Century Community Learning Centers program) e mette a rischio programmi di emergenza dell’Epa per rispondere a crisi come quella dell’avvelenamento dell’acqua a Flint. Tutto questo per raccattare miliardi di dollari per finanziare l’inutile e devastante muro di frontiera anti-immigrati al confine con il Messico e per finanziare ancora di più l’esercito più finanziato, costoso e potente del mondo.
Il direttore del budget della Casa Bianca, Mick Mulvaney ha confermato che Trump taglierà la spesa Usa per combattere il cambiamento climatico, perché «Riteniamo che sia uno spreco di denaro. Penso che per il presidente sia stato abbastanza chiaro. Non spendiamo soldi per questo». Trump ha spesso definito una “bufala” il cambiamento climatico e il nuovo capo dell’Epa, il negazionista climatico Scott Pruitt, la settimana scorsa ha detto di non credere che la CO2 dia un grosso contributo al riscaldamento globale, smentendo quel che aveva ammesso in Senato durante l’audizione per la sua conferma. Il portavoce di Greenpeace Usa, Travis Nichols, risponde a Mulvaney utilizzando l’ironia: «L’amministrazione Trump dice che i contribuenti statunitensi spendono soldi per i cambiamenti climatici, la domanda è: quando? Se l’amministrazione Trump investisse ora nell’energia pulita e in una giusta transizione dai combustibili fossili, i costi sarebbero significativamente più bassi e di fatto ci sarebbe probabilmente un ritorno netto considerevole. Se, d’altra parte, l’amministrazione Trump continua a investire nei combustibili fossili, che peggiorano il cambiamento climatico catastrofico peggio, poi dovremo spendere altri miliardi di dollari in caso di catastrofe, ripristino delle infrastrutture, interventi militari, risposta alla scarsità di cibo, crisi sanitarie globali e per una miriade di altre cose che danneggeranno i cambiamenti climatici. Questo bilancio e il pensiero che lo ha prodotto sono anti-americani e ci portano indietro risetto a un pensiero positivo. E’ un bilancio da età della pietra, non da XXI secolo. E’ giunta l’ora che la gente di questo Paese a dica al Congresso che l’eliminazione delle parole “cambiamento climatico” dal bilancio non cambierà la scienza o la realtà».
Anche Michael Brune, direttore esecutivo del Sierra Club, la più grande associazione ambientalista Usa che conta 2,7 milioni di soci, ha criticato duramente il budget di Trump: «Il denaro parla, e la proposta di bilancio di Trump urla che l’unica cosa che conta nella sua America sono i profitti delle corporations inquinatrici e dei miliardari di Wall Street. Se Trump si rifiuta di proteggere seriamente la nostra salute e il clima, o le nostre terre di proprietà pubblica, quindi il Congresso deve agire, fare il suo lavoro e respingere questo bilancio truccato. Il popolo americano li sta guardando, e continuerà a chiedere che la sua voce venga ascoltata e tutelata. Per ogni membro del Congresso che non riuscirà a mettere prima di tutto il popolo americano prima, sarà necessario avviare un controllo del su operato».
Secondo Rhea Suh, presidente del Natural resources defense council (Nerdc), il primo progetto di bilancio di Trump «E’ peggio di quanto ci aspettassimo. Il budget di Trump chiede un taglio all’osso del 31% per l’Epa, portandolo a 5.7 miliardi di dollari – il livello più basso in 40 anni, ed eliminando circa 3.200 posti di lavoro. Questi tipi di tagli – con l’Epa nelle mani di Scott Pruitt, un estremista pro-inquinatori – decimerebbero la missione fondamentale dell’agenzia di proteggere il nostro clima, l’aria pulita, l’acqua e la salute pubblica. Con lo scheletrico budget di Trump, L’Epa morirebbe di fame senza le risorse necessarie, rendendo quasi impossibile per l’agenzia per affrontare i cambiamenti climatici, proteggere le nostre care terre pubbliche, ritenere responsabili le corporations inquinatrici, abbattere i pesticidi tossici che stanno spazzando via l’impollinazione delle api e minacciando il nostro cibo, ripulire l’acqua potabile nelle comunità come Flint e difendere la salute e la sicurezza del popolo americano. E questi tagli draconiani arrivano sulla scia della mossa che Trump ha fatto solo ieri di avviare la rottamazione degli essenziali clean car standards del presidente Obama: norme che avrebbero fatto risparmiare agli americani miliardi di dollari di benzina e avrebbero ridotto drasticamente l’inquinamento climatico dei veicoli».
La Suh rivolge un appello a tutti i cittadini Usa per «Fermare Trump e Pruitt prima che ci riportano ai giorni in cui chiunque poteva saccheggiare le nostre terre, avvelenare le nostre acque e pompare impunemente inquinamento tossico nella nostra aria. Nelle prossime settimane e mesi, con il vostro aiuto, l’Nrdc farà leva sulla forza della nostra base, sul suo peso nelle aule, sulla pressione a Washington e sulle competenze scientifiche per la lotta contro questi tagli distruttivi di bilancio dell’Epa, per difendere il Clean Power Plan salva-clima, fermare la rottamazione dei clean car standards e porre fine all’uso eccessivo di pesticidi tossici che uccidono le api. E questo è solo l’inizio». |