https://www.strategic-culture.org/ http://sitoaurora.altervista.org/home.html Agosto 7, 2017
La guerra dei neocon porterebbe a 20 milioni di morti negli USA di Wayne Madsen Traduzione di Alessandro Lattanzio
L’infestazione continua del corpo politico statunitense da parte dei neoconservatori è dovuto a certi potenti falchi guerrafondai che sfruttano appieno l’assenza di una politica estera statunitense del presidente Donald Trump, spingendo ciò che i neo-con e i loro padroni israeliani da tempo desiderano: una guerra su due fronti contro Corea democratica e Iran. Anche se è noto tra le agenzie d’intelligence mondiali che Israele ha un ruolo furtivo nel fornire tecnologia di sorveglianza alla Corea democratica, non impedisce a Israele e alla sua macchina propagandistica di sostenere che la Corea democratica continua a fornire tecnologia nucleare e missilistica all’Iran, qualificando i due Paesi come “regimi pericolosi” che devono essere attaccati simultaneamente dagli statunitensi. Le congreghe israeliane e pro-israeliane, come la Fondazione per la Difesa delle Democrazie (FDD), istigano l’attacco preventivo e piuttosto impensabile contro Corea democratica e Iran. In un documento del FDD del gennaio 2016, intitolato “Il nodo nucleare Iran-Corea democratica: domande senza risposta”, gli autori sostengono strenuamente una risposta militare alla cooperazione nucleare e missilistica iraniano-nordcoreana. Con gli agenti filo-israeliani come il genero di Trump Jared Kushner, che esercita molta influenza nell’ufficio ovale della Casa Bianca, anche le proposte scandalose di gruppi di destra come FDD vanno prese seriamente. Nei due tweet del 3 luglio 2017, Trump scriveva: “La Corea democratica ha appena lanciato un altro missile. Questo tipo (Kim Jong Un) non ha qualcosa di meglio da fare? È difficile credere che la Corea del Sud… e il Giappone lo sopporteranno per molto. Forse la Cina farà una mossa greve con la Corea democratica e metterà fine a questa sciocchezza una volta per tutte!” Ma la Cina non vuole destabilizzare la Corea democratica affinché milioni di rifugiati inondino il confine della Manciuria, creando un massiccio problema umanitario ed economico per Pechino. Kushner e i suoi colleghi “Amici dell’IDF”, nel cui consiglio si trova e ai quali ha donato grandi somme di denaro, sono in ansia per un attacco degli USA contro Iran e Corea democratica. Micha Gefen, autore del sito israeliano di destra Israel Rising, ha tentato d’imporre all’amministrazione Trump un attacco di questo tipo con un articolo di aprile. Gefen scriveva: “È noto da tempo che la tecnologia missilistica iraniana è stata sviluppata in Corea democratica. Entrambi i regimi vedono gli USA come nemico numero uno e collaborano per costruire una grave minaccia per gli Stati Uniti. Per la maggior parte degli osservatori, Corea democratica ed Iran sono in costante coordinamento, come si può vedere dalla prova missilistica balistica della settimana scorsa in Iran, seguita dal lancio di quattro missili della Corea democratica vicino al Giappone”. Il segretario di Stato USA Rex Tillerson ha respinto il falso punto di vista che gli Stati Uniti affrontano nemici esistenziali a Teheran e Pyongyang. Tillerson ha pubblicamente respinto la critica di Trump del piano d’azione comune globale (JCPOA) del 2015 con l’Iran. Tillerson ritiene che l’accordo avanzi la causa diplomatica con l’Iran, dicendo: “Ci sono molti mezzi alternativi con cui utilizzare l’accordo per avanzare le nostre politiche e il rapporto con l’Iran”. Le triple nuove sanzioni economiche a Iran, Corea democratica e Russia, sono il segnale che i neocon sfruttano appieno il crollo dei sondaggi di Trump e la crescente disfunzione della sua amministrazione facendo avanzare l’agenda per una guerra su più fronti che includa anche la Cina. Se la Cina diventa un obiettivo militare degli Stati Uniti, come suggerisce la retorica di certi funzionari di Trump, decine di migliaia di morti statunitensi all’estero, dovuti alle guerre con Corea democratica e Iran, diverrebbero circa 20 milioni aggiungendo città nuclearizzate come Honolulu, Los Angeles, San Francisco, Boston, New York, Washington, Seattle, Philadelphia, Chicago, Dallas, Houston, Denver e San Diego. Se un attacco nucleare statunitense sulla Cina da 1,4 miliardi di abitanti sarebbe devastante, non sarebbe schiacciante come il colpo che subirebbero gli Stati Uniti. Come disse una volta il Presidente Mao, “la Cina potrebbe soffrire 300 milioni di vittime in una guerra atomica, ma emergerebbe da vincitrice”. Il guerrafondaio capo del partito repubblicano, senatore del South Carolina Lindsey Graham, forse perché l’intimo amico senatore John McCain è assente per una terapia sul cancro al cervello, adesso rulla i tamburi di guerra contro Corea democratica e Iran. Di solito, gli inseparabili Graham e McCain hanno minacciato congiuntamente altre nazioni, tra cui Russia e Siria. Graham ha anche apparentemente un nuovo compagno a Washington quando si tratta di guerra: Donald Trump. Graham recentemente annunciava alla NBC News che Trump gli disse che “c’è un’opzione militare per distruggere il programma della Corea democratica e la Corea democratica”. Graham rispondeva al test del nordcoreano Hwasong-14, missile balistico intercontinentale che aveva coperto 2300 miglia entrando in orbita bassa prima di schiantarsi in mare. Sentendo i canti di guerra di Trump, Graham aggiunse: “Se ci sarà una guerra per fermarlo (Kim Jong Un), sarà laggiù. Se migliaia devono morire, moriranno là, non qui, mi ha detto in faccia”. L’ambasciatrice statunitense alle Nazioni Unite Nikki Haley riecheggiava la belligeranza di Graham e Trump dichiarando che “è finito il tempo delle chiacchiere”. Graham è un colonnello del Judge Advocate General (JAG) della riserva aerea e, mentre guidava una scrivania, non ha mai visto spargimento di sangue che non fosse un taglio con la carta. Graham e Trump sbagliano sul numero di morti nella penisola coreana nel caso di attacco preventivo statunitense per “distruggere la Corea del Nord” o del piano militare sudcoreano per “decapitare” la leadership nordcoreana, assassinando Kim Jong Un e il suo entourage. Prima che le prime nubi di funghi statunitensi appaiano su Pyongyang, gli ordini di attacco della leadership nordcoreana comporteranno un massiccio sbarramento di artiglieria sulla capitale sudcoreana Seul. Gli strateghi militari statunitensi hanno stimato che un milione di residenti sudcoreani nella metropoli di Seoul morirebbe in ciò che il Nord definisce “mare di fuoco” provocato da 10000 colpi al minuto di artiglieria, razzi e missili nordcoreani. Ci sono circa 50000 cittadini statunitensi che vivono in Corea del Sud, compresi 30000 militari, che abitano soprattutto nella regione di Seul. Più della metà probabilmente perirebbe nella risposta militare nordcoreana sulla Corea del Sud. Se i pianificatori di guerra del Pentagono e di Seul ritengono che “decapitando” la dirigenza nordcoreana detonando armi nucleari su Pyongyang o uccidendo Kim Jong Un, impediscano la ritorsione nordcoreano, si sbagliano. I comandanti locali dell’artiglieria nordcoreana lungo la zona demilitarizzata (DMZ) hanno l’autorità indipendente per lanciare attacchi sulla Corea del Sud, senza necessità di ricevere l’autorizzazione dal governo di Pyongyang. L’artiglieria e i lanciarazzi multipli nordcoreani sono ben piazzati nel terreno montuoso a nord della DMZ e gran parte di queste forze sopravviverà all’attacco statunitense, anche usando armi nucleari tattiche. Graham ritiene inoltre che il programma nucleare iraniano sia la “minaccia più grande al mondo”. Graham aveva anche invocato l’attacco militare statunitense preventivo sull’Iran, una guerra che crede che gli Stati Uniti “vinceranno”. Una guerra statunitense contro l’Iran comporterebbe l’attivazione di cellule nere iraniane tra la popolazione sciita della provincia orientale dell’Arabia Saudita, del Quwayt, del Bahrayn e dell’Iraq, questi ultimi tre Paesi ospitano basi statunitensi e la provincia orientale migliaia di impiegati petroliferi statunitensi. L’attacco iraniano, associato ad un’offensiva delle cellule sciite negli Stati del Golfo, potrebbe portare a diverse migliaia di morti statunitensi. Nel caso del desiderio di una duplice azione statunitense contro i “regimi canaglia” dell’Iran e della Corea democratica, ciò diverrebbe realtà. C’è una sola soluzione per la Corea democratica. Come Pakistan e India, la Corea democratica dovrebbe essere accolta nel club nucleare. Tutte e tre le nazioni hanno mostrato l’intenzione di giocare la carta del primo colpo nucleare e certi radicali islamici del Pakistan, nel governo di Islamabad, non sono una minaccia minore di Kim a Pyongyang. Il segretario di Stato Rex Tillerson ha rotto con Trump e Graham dichiarando che gli Stati Uniti non sono nemici della Corea democratica e non cercano cambi di regime nel Nord. Tillerson sostiene anche il continuo impegno statunitense all’accordo nucleare iraniano, non importa quanto Israele, Trump o Kushner e amici dell’IDF lo disprezzino. Tillerson e Trump dovrebbero riconoscere che la Corea democratica non rinuncerà mai al suo deterrente per sottoporsi ai capricci dei cambi di regime di bellicosi occidentali come Graham e altri criminali. |