http://www.controinformazione.info/ Gen 15, 2017
Russia delenda est (La Russia deve essere distrutta) Traduzione e sintesi di Luciano Lago
Quella che segue è una parte dell’articolo che John Wight ha pubblicato su CounterPunch, con il titolo “Russia Must be Destroyed: John McCain and the Case of the Dodgy Dossier”: “Cartago delenda est” (Cartagine deve essere distrutta) sono le parole che ci arrivano dalla Storia antica. Furono pronunciate da Marco Porcio Catone, detto “Catone il censore”, il famoso console romano, statista ed oratore, e non ci sono mai state parole più adatte di queste nel descrivere la situazione di questi tempi. La Roma del nostro tempo è Washington, la Russia è Cartagine, e il Catone il censore di oggi è il senatore statunitense John McCain, la cui ossessiva ricerca di un conflitto con la Russia non ha limiti. Di fatto, per McCain, l’opinione che la Russia debba essere distrutta, è stata elevata come condizione base di una verità evidente e rivelata. La demonizzazione della Russia Circa la questione del perchè ci sia stato questo profondo impegno degli Stati Uniti e dell’establishment liberale di Washington nel mantenere la Russia sotto l’aspetto del nemico mortale, la risposta è molto semplice: il denaro.
Grandi e possenti interessi economici ideologici sono vincolati alla nuova Guerra Fredda degli ultimi anni. Stiamo parlando dei giganteschi budget previsti per la Difesa e l’Intelligence del paese, che derivano dall’appoggio e dal finanziamento della NATO da parte degli USA, assieme con il motivo di mantenere in esistenza continua la vasta rete di think tanks polítici a Washington ed in Occidente. Tutto questo è collegato con il mantenimento di uno Status Quo dell’egemonia e unipolarità degli Stati Uniti. L’apparizione della Russia come un contrappeso strategico per l’Occidente negli ultimi anni, ha sfidato e continua a sfidare questa egemonia di Washington, fino ad ora incontestabile. Questo ha favorito opportunità lucrative per le organizzazioni, gruppi ed individui con un interesse diretto nella conseguente nuova guerra fredda. Rispetto a questo, per persuadere gli scettici su questo tema, rimandiamo all’impressionante avvertenza pronunciata dall’ex presidente degli USA, Dwight D Eisenhower, prima di lasciare l’incarico nel 1960 e cedere il posto al suo sostituto, John F. Kennedy. Nel suo discorso televisivo di congedo al popolo statunitense nel 1961, Esenhower disse: “noi ci siamo visti obbligati nel creare una industria degli armamenti permanente di vaste proporzioni. Inoltre circa tre milioni e mezzo di uomini e donne sono direttamente coinvolti nel lavorare nella Difesa. Spendiamo annualmente in sicurezza militare più del fatturato netto di tutte le imprese degli Stati Unti”. E continuò dicendo: “Questo apparato congiunto di un immenso sviluppo militare ed industriale di armamenti è la nuova esperienza statunitense. L’influenza totale – economica, politica, incluso spirituale-si percepisce in ogni città, in ogni ufficio dello Stato, in tutti gli uffici del Governo Federale. Riconosciamo la necessità imperativa di questo sviluppo. Tuttavia. non dobbiamo smettere di comprendere le sue gravi conseguenze. Sono incluse nel nostro lavoro, risorse e sistemi di vita. Così è la stessa struttura della nostra società”. Alla fine, Eisenhower avvisò il popolo statunitense dei pericoli: “Nelle riunioni di governo, dobbiamo evitare che il complesso miltare ed industriale militare acquisti una influenza ingiustificata, che sia cercata oppure no. Esiste e persisterà il pericolo di un disastroso aumento di un potere fuori di ogni portata”. Per quanto i neoconservatori già non possano essere collocati nella poltrona di comando di Washington, senza dubbio sono idee dei neocons. E prima di questi c’è l’idea del fatto che non si deve attribuire soltanto verso la Russia l’intenzione di distruggerla ma anche a qualsiasi paese che ardisca ad interporsi nel percorso di questo rapporto, persino l’attuale Presidente eletto Donald J. Trump. Nota: In realtà l’ex Generale Eisenhower, mentre metteva in guardia i suoi concittadini contro l’incombente, grande ed ingiustificata influenza (foriera di una disastrosa crescita del potere mal riposto) del famoso “military-industrial-complex”, la cui ascesa lui stesso, a suo tempo, aveva del resto ritenuta necessaria, allo stesso tempo si faceva anche cura di caldeggiarne l’esistenza presente e futura. Evidentemente una vita nei militari e molti anni in “high office” ne avevano affinato la logica versatile (e si tenga conto del fatto che si rivolgeva a quegli stessi americani che, secondo John Edgar Hoover, non avrebbero dovuto pensare per più di cinque minuti). Il generale divenuto presidente, infatti, sosteneva anche che il “military-industrial-complex” ormai nato doveva essere tenuto in vita ed anzi potenziato giacchè il suo sviluppo era divenuto una esigenza imperativa per la nazione nel suo insieme. Anche se la saldatura di un establishment militare immenso con una grande industria degli armamenti è una novità nell’esperienza americana, l’esistenza di tale moderno leviatano doveva essere indefinitivamente prolungata. (……………..) Eisenhower naturalmente tendeva a giustificare lo stato delle cose da lui descritto sia con la minaccia allora rappresentata dall’URSS, con la sua “ideologia ostile – globale negli scopi, atea in carattere, senza scrupoli nei fini e insidiosa nei metodi”, sia con il fatto che il confronto fra le due superpotenze, molto convenientemente, “prometteva di essere di indefinita durata”. In realtà, come sappiamo bene, altre erano le cause che, dietro le quinte, spingevano nella direzione additata dal presidente USA (e d’altra parte è tipica delle gerarchie militari USA legate all’industria degli armamenti la perenne invenzione “o fabbricazione se necesario”, dice Hossein-Zadeh, di presunte minacce esterne alla sicurezza nazionale per legittimare le cicliche impennate del budget del Pentagono e di conseguenza dei profitti dei suoi “industrial contractors”. (…………..) La tendenza a cooptare gli alti gradi delle forze armate nell’esecutivo , e in posizioni chiave, è naturalmente cresciuta nel corso degli anni ed ha raggiunto il suo culmine con i due mandati di George W. Bush, il presidente USA che ha incarnato i progetti del PNAC (Project for the New American Century) culminati l’11 Settembre del 2001, l’inside job che ha dato inizio all’ennesima escalation militare all’inizio del Nuovo Millennio.
Vedi: Franco Soldani (Geopolitica Planetaria dell’Impero).
articolo originale
http://www.counterpunch.org January 13, 2017
Russia Must be Destroyed: John McCain and the Case of the Dodgy Dossier by John Wight
Delanda est Cathargo (in English “Carthage must be destroyed”) are words that come down to us from ancient history. They were spoken by the famed Roman soldier, statesman and orator Cato the Elder, and have never been more relevant than now, today. The Rome of our time is Washington, Russia is Carthage, and today’s Cato the Elder is US Senator John McCain, whose quest for conflict with Russia is unbounded. Indeed, for Mr McCain the belief that Russia must be destroyed has been elevated to the status of a self evident and received truth. Origins of the ‘dodgy dossier’ It was McCain who passed the ‘dodgy dossier’ on Trump to the FBI, after receiving it from former UK ambassador to Russia, Sir Andrew Wood. Contained within the dossier is information purporting to reveal how Trump has been compromised by Russian intelligence over various sexual encounters with prostitutes in a Moscow hotel room. Compounding the scandal, adding to the lurid nature of it, are reports of the existence of a second Russian dossier on the president-elect. The dossier’s originator has been revealed as former British MI6 intelligence officer Christopher Steele, who now runs a private intelligence company and has, according to reports, gone into hiding in the UK, supposedly fearing assassination by Russian agents. The fact that Mr Steele hasn’t set foot in Russia for a number of years and reportedly, on behalf of Trump’s enemies within the Republican Party establishment, paid for the information contained in the 35-page dossier, recently released with the caveat that its contents cannot be verified, should have been more than enough to have it instantly dismissed as, well, fake news? In his most recent article on the dossier for the UK’s Independent website, Patrick Cockburn writes, “I read the text of the dossier on Donald Trump’s alleged dirty dealings with a scepticism that soon turned into complete disbelief,” prior to observing how, “In its determination to damage Trump, the US press corps has been happy to suspend disbelief in this dubious document.” Convenient timing of the dossier’s appearance More significant than the fact this dossier was not immediately dismissed is the timing of its emergence and subsequent publication by the US news site, Buzz Feed. It comes on the very cusp of president-elect Donald Trump’s official inauguration as the 45th President of the United States on January 20th, and the very point at which his cabinet appointees were being grilled over their views of Russia, the threat Russia allegedly poses to the US and the West, during their official Senate confirmation hearings. A political coup against Trump is underway By now most people are aware, or at least should be, of Washington long and ignoble history when it comes to fomenting, planning, supporting, and funding political and military coups around the world – in Central and Latin America, the Middle East, Africa, and elsewhere the CIA and other US agencies have brought down countless leaders and governments that have refused to toe the line when it comes to serving US interests. In unprecedented fashion, what we have in this instance are those same deep state actors, working in conjunction with the US liberal establishment, currently engaged in a coup designed to destroy the Trump presidency – if not before it begins then certainly soon after, with the prospect of impeachment proceedings against him already being mooted in Washington circles. During his recent press conference, Trump felt minded to declaim against Washington’s bloated intelligence community, accusing it of releasing the dossier to the media, an allegation US intelligence chiefs have denied. The result is an unprecedented open war between the country’s next president and his soon-to-be intelligence services that has pitched the country into a political crisis that grows deeper by the day. Russia’s demonization On the question of why the US deep state and Washington’s liberal establishment is so intent on maintaining Russia in the role of deadly enemy, the answer is very simple – money. Huge and powerful economic and ideological interests are tied up in the new cold war of the past few years. We’re talking the country’s previously mentioned gargantuan defense and intelligence budgets, continuing US support and financing of NATO, along with reason for the continued existence and funding of the vast network of political think tanks in Washington and throughout the West, all of which are committed to sustaining a status quo of US hegemony and unipolarity. Russia’s emergence as a strategic counterweight to the West in recent years has and continues to challenge this hitherto uncontested hegemony emanating from Washington, providing lucrative opportunities for organizations, groups, and individuals with a vested interest in the resulting new cold war. For those of a sceptical persuasion in this regard, I refer you to the chilling warning issued by former US President Dwight D Eisenhower prior to leaving office in 1960 to make way for his replacement, John F Kennedy. Don’t fuck with the military industrial complex In his televised farewell address to the American people in 1961, Eisenhower said, “we have been compelled to create a permanent armaments industry of vast proportions. Added to this, three and a half million men and women are directly engaged in the defense establishment. We annually spend on military security more than the net income of all United States corporations.” He continued, “This conjunction of an immense military establishment and a large arms industry is new in the American experience. The total influence — economic, political, even spiritual — is felt in every city, every State house, every office of the Federal government. We recognize the imperative need for this development. Yet we must not fail to comprehend its grave implications. Our toil, resources and livelihood are all involved; so is the very structure of our society.” Finally, Eisenhower warned the American people how “In the councils of government, we must guard against the acquisition of unwarranted influence, whether sought or unsought, by the military industrial complex. The potential for the disastrous rise of misplaced power exists and will persist.” Though neoconservatives may no longer be in the driving seat in Washington, neoconservative ideas undoubtedly are. And prime among them is the idea that not only must Russia be destroyed but also anyone who would dare stand in the way of this narrative, up to and including President-elect Donald J Trump. |