https://www.carmillaonline.com/ https://it.dreamstime.com/ http://comune-info.net/ 19 giugno 2017
Il tempo del vaccinismo di guerra di Alexik
Sui vaccini credete agli scienziati! Non ai cialtroni! Un mantra della comunicazione semplice, chiaro, forse appena un po' ossessivo. Ma quando ci vuole, ci vuole. Basta essere sicuri di aver capito chi sono i cialtroni...
Adesso che le scuole sono finalmente chiuse, le pagelle consegnate e lo scontro sulla legge elettorale rimandato a data da destinarsi, anche le infuocate polemiche sul necessario trattamento sanitario obbligatorio per 800 mila ragazzini, “invitati” caldamente ad assumere 8 vaccini entro settembre, cominciano a scemare. Era ora. L’interesse generale è salvo e si avvicina l’ora della spiaggia anche per gli scienziati, che dovranno occuparsi d’altro, della composizione migliore per le creme solari al tempo del cambiamento climatico, per dirne una. Non vanno in vacanza, invece, gli ostinati “cialtroni”, opposti proprio agli uomini di scienza nella grande tenzone vaccinica primaverile. La nostra amica Alexik si distingue per tenacia e sfodera la prima puntata di una delle sue micidiali inchieste proprio sulla comunicazione, diciamo “istituzionale” (ma è una parola grossa), della ministra Lorenzin. Ne sa una più del diavolo, Alexik, e azzarda un’ipotesi originale quanto inverosimile: non è la mancanza di vaccinazioni di massa la causa scatenante della diffusione delle tremende epidemie di massa di morbillo che devastano l’Europa. L’insidioso sospetto risulta ben più inquietante delle calunnie sui Rolex che i soliti noti hanno inventato per denigrare la tempestiva campagna della lungimirante ministra. Un’assurda cialtronata .
“Sui vaccini credete agli scienziati! Non ai cialtroni!”. Da qualche mese questo messaggio ci viene ripetuto come un mantra da tutta la compagine renziana, dai vertici del dicastero della salute, da esponenti della classe medica e da gran parte del giornalismo e opinion makers nostrani. Ma all’indomani della entrata in vigore del decreto Lorenzin diventa più che mai una ‘questione di necessità ed urgenza’ capire, in tema di vaccini, il cialtrone chi è. Certo, io non mi permetterei mai di pensare che sia un cialtrone chi impone la vaccinazione forzata, da effettuarsi in pochi mesi, di 816.836 bambini e ragazzi, con 8 vaccini supplementari da sommare ai quattro precedentemente obbligatori, mandando nel delirio le ASL e le segreterie scolastiche che dagli asili alle superiori dovranno controllare la documentazione vaccinale (cioè i libretti vaccinali, le autocertificazioni, le prenotazioni alla ASL, oltre a tutti i casi di esenzione e di ricorso) per bambini e ragazzi dai 6 mesi ai 16 anni, tenendo conto che la popolazione in tali fasce d’età è di circa 8 milioni di persone. Non mi permetterei mai di pensare che sia un cialtrone chi trasforma i presidi in poliziotti, obbligati a denunciare i genitori che non vaccinano abbastanza i loro figli, o a vietare ai bambini ipovaccinati l’accesso ad asili e materne, escludendoli dalle classi e dai contesti relazionali ed affettivi che magari fino all’anno prima frequentavano….
Non mi permetterei mai! Perchè questi – sia pur dolorosi – provvedimenti sono indispensabili per far fronte alle terribili epidemie che dilagano nella penisola o incombono sull’italica stirpe. Il ministro Lorenzin lanciò l’allarme all’inizio dell’invasione, il 22 ottobre 2014, davanti alle telecamere di “Porta a Porta” (min.36): “solo di morbillo a Londra, cioè in Inghilterra, lo scorso anno (2013) sono morti 270 bambini per una epidemia di morbillo molto grave”.
La Lorenzin, a cui non sfugge nulla, ne sapeva più che i londinesi, ai quali quei 270 bambini morti di morbillo nel 2013, sommati ai 200 dell’anno successivo, proprio non risultavano. Ora, io non ce l’ho con la Lorenzin, poveretta, ma – che diamine! – almeno quelli del suo entourage di ‘luminari’ dell’Istituto Superiore di Sanità non avrebbero potuto dirle qualcosa?
Insomma, non solo per il ministro ci sarebbero stati in UK centinaia di morti mai esistiti, ma l’origine di tale ecatombe andrebbe ricercata nella scarsa copertura vaccinale, addebitabile alla nefasta propaganda dei biechi no-vax. A questo proposito è però interessante leggere il rapporto redatto dai diretti interessati del UK Department of Health: “Nei primi tre mesi del 2013, c’è stato un incremento a 587 casi di morbillo, nonostante il livello di copertura da parte del vaccino trivalente MMR (per parotite, morbillo e rosolia, ndr) non sia mai stato così alto, con il 94% dei bambini fino ai 5 anni che ne avevano già ricevuto due dosi.
In pratica, non era vero che la copertura vaccinale fosse bassa. Al contrario, era altissima, ma ciò nonostante, l’epidemia si era sviluppata ugualmente. Anche il rapporto del ministero della salute britannico puntava il dito contro il calo delle vaccinazioni generato, alla fine degli anni ‘90, dalla paura del MMR, rilevando come fossero maggiormente colpiti dal contagio i ragazzi nati proprio in quegli anni, cioè la fascia di età che nel 2013 aveva dai 10 ai 16 anni.
Più grave, invece, la situazione in Romania, dove il morbillo ha contagiato, da gennaio 2016 a fine marzo 2017, 3400 persone, con 17 morti.
Nessuno dei nostri maestri del giornalismo ha però sentito l’esigenza di scomodarsi per andare a verificare sul posto le caratteristiche dell’epidemia, magari accompagnato dai colleghi rumeni, che hanno fatto sull’argomento degli interessanti reportages.
Codru?a Simina, giornalista di Press One, è autrice di una corrispondenza da M?gura, frazione di Boc?a, nel distretto transilvano di Cara?-Severin, dove si è verificato uno dei focolai, e la morte di un bambino.
Il fatto è che quando parlano di epidemie, né l’OMS, né le nostre autorità sanitarie si curano di indagare le condizioni socioeconomiche, igieniche, nutrizionali, l’accessibilità ai farmaci e ai servizi sanitari, dei contesti dove il virus si inserisce. O di chiedersi se è più facile passare dal morbillo alla polmonite quando si vive in abitazioni umide e malriscaldate, e poi morirne per le difficoltà di accesso agli antibiotici.
L’unica causa dell’epidemia e dei morti risulta essere la mancanza di vaccinazioni di massa, non la miseria. L’unica soluzione prospettata è la vaccinazioni di massa, non il superamento di quelle condizioni di marginalità.
Davanti all’emergenza rumena, il nostro ministro della salute ha colto l’occasione per rilanciare l’indiscutibilità delle vaccinazioni forzate anche in Italia, seppure le condizioni di miseria presenti in posti come R?te?ti o M?gura qui da noi siano molto più limitate che in Romania.
Questo fatto mi induce un dubbio ed una preoccupazione. Negli ultimi tempi il ministro Lorenzin e la sua crociata sui vaccini sono state fatte oggetto di numerosi attacchi.
Qualcuno ha tirato fuori anche la corruzione a suon di rolex.
Comincio a temere però che la spiegazione sia un’altra. Non è che nella sua ‘estrema lungimiranza’, la Lorenzin stia tentando in qualche modo di preparare il sistema immunitario di gran parte della popolazione italiana alle condizioni di miseria crescente, prodotte dalle politiche sociali, abitative e del lavoro, che da anni, in maniera bypartisan, questa classe politica e i suoi mandanti economico/finanziari stanno continuando a infliggerci ? (Continua)
Nota: Ringrazio per le dritte sulla Lorenzin e l’epidemia londinese Paolo Bellavite, Professore Associato di Patologia Generale, Università degli Studi di Verona. Il contenuto del suo documento ‘Scienza e vaccinazioni. Aspetti critici e problemi aperti‘ sarà uno dei testi che ci accompagneranno nelle prossime puntate di ‘Vaccinismo di guerra’ … proprio perchè è bene credere agli scienziati e non ai cialtroni.
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