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1 giugno 2017
Blue Whale: ecco tutto quello che devi sapere
I primi casi sospetti in Italia riaccendono i riflettori sul disagio dei giovanissimi: i consigli degli esperti per difenderli sui social
Per alcuni è solo una “bufala”. Per altri una minaccia reale, che rischia di contagiare anche l’Italia. Fatto sta che negli ultimi giorni non si fa che parlare di “Blue Whale”, il gioco dell’orrore che aggancia gli adolescenti più fragili sui social per attirarli in un’assurda spirale fatta di sfide autolesionistiche che culminano con il suicidio.
Indaga la polizia postale
Basta andare su Facebook o Twitter e cercare parole chiave come #f57, #curatore, #BlueWhale o #BlueWhaleChallenge, per capire il grande interesse che sta suscitando tra i giovanissimi, dopo che le cronache hanno iniziato a segnalare anche nel nostro Paese i primi casi sospetti, denunciati alla Polizia Postale da genitori e insegnanti allarmati.
Cos’è il “Blue Whale”
Il macabro gioco “Blue Whale” sarebbe nato pochi anni fa in Russia, prendendo il nome proprio dai cetacei che si suicidano spiaggiandosi lungo le coste. Non esiste un regolamento ufficiale, ma secondo quanto trapela dal web, consisterebbe in una serie di pericolose sfide di difficoltà crescente.
Le sfide
Si va dal guardare film horror nel cuore della notte, all’infliggersi ferite, sporgersi da cornicioni e finestre, fino ad arrivare al suicidio. Tutto deve essere compiuto nell’arco di 50 giorni sotto la guida di un “curatore”, un personaggio che tiene le fila del gioco attraverso il web, oppure di un gruppo social nel quale i ragazzi si confrontano sulle varie tappe incitandosi reciprocamente.
I giovanissimi a rischio
Si tratta di un «percorso di follia fatto di prove estreme, che attira soprattutto i nativi digitali tra i 12 e i 17 anni», spiega Carlo Solimene, direttore della divisione investigativa della Polizia postale. «Non stiamo parlando di un gioco – chiarisce – ma di un comportamento pericolosissimo e contagioso. I gruppi che si autocostruiscono sul web insistono sull’emulazione, spacciando le prove a cui gli adepti devono sottoporsi come un percorso di coraggio per uscire dall’adolescenza. A rimanere coinvolti sono i ragazzi più soli, quelli che hanno una frequentazione massiva con la rete, molti amici virtuali ma quasi nessuno reale».
Le regole del gioco
Le “regole d’ingaggio” sono ferree e crudeli. Mirano innanzitutto ad alterare il rapporto sonno-veglia per rendere la persona docile e sottomessa, pronta a seguire un percorso fatto di prove crudeli fino all’ordine finale: “ucciditi”. «Tra le prime indicazioni agli affiliati – prosegue Solimene – c’è quella di non parlare con i genitori di quello che si va facendo, per poi proseguire con lo svegliarsi in piena notte per vedere film horror, e per far questo imbottirsi di caffè, infliggersi tagli e ferite fino ad arrivare a gesti estremi».
Più di un adolescente su dieci si infligge lesioni
Il rischio di emulazione è alto, soprattutto tra i ragazzini più fragili. Basti pensare che una recente indagine della Società Italiana di Pediatria (SIP), condotta su 10.000 ragazzini tra i 14 e i 18 anni, ha evidenziato che il 15% si è inflitto lesioni intenzionalmente, spesso per trovare sollievo o per puro piacere, mentre un adolescente su tre afferma di aver subito in silenzio atti di bullismo.
I consigli per i genitori
Ecco dunque i consigli che gli esperti della Polizia postale rivolgono ai genitori per affrontare la “balena”.
– Aumentate il dialogo sui temi della sicurezza in rete. Parlate con i ragazzi di quello che i media dicono e cercate di far esprimere loro un’opinione su questo fenomeno.
– Prestate attenzione a cambiamenti repentini di rendimento scolastico, socializzazione, ritmo sonno-veglia. Alcuni passi prevedono di autoinfliggersi ferite, di svegliarsi alle 4:20 del mattino per vedere video horror, ascoltare musica triste.
– Se avete il sospetto che vostro figlio frequenti spazi web sulla “Balena Blu”- “Blue Whale”, parlatene senza esprimere giudizi, senza drammatizzare né sminuire. Può capitare che quello che agli adulti sembra “roba da ragazzi”, per i ragazzi sia determinante.
– Se i vostri figli vi raccontano di amici o compagni che partecipano alla sfida “Blue-Whale”, non esitate a comunicarlo ai genitori del ragazzo se avete un rapporto confidenziale, o alla scuola se non conoscete la famiglia. Se non siete in grado di identificare con certezza il ragazzo o la ragazza in pericolo, recatevi presso un ufficio di Polizia o segnalate i fatti sul sito www.commissariatodips.it.
I consigli per i ragazzi
E se si è già finiti nella rete della grande balena blu? Ecco i consigli degli esperti della Polizia postale.
– Nessuna sfida con uno sconosciuto può mettere in discussione il valore della tua vita. Segnala chi cerca di indurti a farti del male, a compiere autolesionismo, ad uccidere animali, a rinunciare alla vita su www.commissariatodips.it.
– Ricorda che anche se ti sei lasciato convincere a compiere alcuni passi della pratica Blue Whale, non sei obbligato a proseguire. Parlane con qualcuno, cerca aiuto. Chi ti chiede ulteriori prove cerca solo di dimostrare che ha potere su di te.
– Se conosci un coetaneo che dice di essere una balena blu-blue whale, parlane con un adulto. Potrebbe essere vittima di una manipolazione psicologica e il tuo aiuto potrebbe farlo uscire dalla solitudine e dalla sofferenza.
– Se qualcuno ti ha detto di essere un “curatore” per la sfida Blue Whale, sappi che potrebbe averlo proposto ad altri bambini e ragazzi. Parlane con qualcuno di cui ti fidi e segnala subito chi cerca di manipolare e indurre dolore e sofferenza ai più piccoli a www.commissariatodips.it.
– Se sei stato aggiunto a gruppi Whatsapp, Facebook, Instagram, Twitter che parlano delle azioni della Balena Blu-Blue Whale, avverti i tuoi genitori o segnalalo subito su www.commissariatodips.it.
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02/06/2017
Nuovi sospetti casi di “Blue Whale”, due ragazzi salvati a Siracusa e nel Barese
E’ il nuovo, macabro fenomeno del web, dove il virtuale rischia di trasformarsi in realtà nelle sue conseguenze: è il “Blue whale”, letteralmente balena blu. Un “rituale” che circola online, coinvolge prevalentemente giovani e giovanissimi e prevede cinquanta tappe fino alla prova finale, il suicidio. La sua effettiva esistenza non è al momento verificata, ma intanto si moltiplicano le segnalazioni. L’ultima viene dai carabinieri di Molfetta, che hanno salvato dal suicidio un 17enne che era fermo sui binari della stazione. I militari sospettano che si tratti di uno di questi casi, anche alla luce dei segni di autolesionismo sul corpo del ragazzo, che però ha negato.
Poco prima delle 6 di questa mattina un uomo ha chiamato il 112 per avvisare che un giovane era salito sul cavalcavia della ferrovia. Dopo essersi sporto, ha raccontato il testimone, il ragazzo è sceso, si è incamminato lungo la strada ferrata e si è seduto sui binari, quasi in uno stato di incoscienza. Sul posto è intervenuta una pattuglia, che ha cercato di convincerlo a desistere dal gesto e ad allontanarsi. Un appello caduto nel vuoto, dato che il 17enne sembrava assente. Nel frattempo, è partita la richiesta di interrompere la circolazione dei treni, ma al sopraggiungere di un convoglio i militari hanno scavalcato la recinzione e afferrato il ragazzo per un braccio, mettendolo in salvo.
Il giovane non ha dato spiegazioni del proprio gesto, ma su braccia, mani e fronte c’erano evidenti tagli, orizzontali, verticali e circolari, ferite ancora aperte. Tracce di autolesionismo che hanno insospettito i militari, dato che è una delle pratiche da seguire prima di arrivare al livello finale di togliersi la vita. Il 17enne, all’improvviso, senza che nessuno facesse un esplicito riferimento, ha negato che il proprio comportamento avesse a che fare col “Blue whale”. Una reazione che è sembrata quasi una confessione.
I genitori, accorsi subito, hanno offerto la massima collaborazione, mentre il ragazzo è stato trasportato al policlinico di Bari per le cure del caso. I carabinieri indagano per istigazione al suicidio e hanno sequestrato tutti i mezzi elettronici di comunicazione del giovane, hardware e software, per verificare eventuali collegamenti col gioco online. Il giovane negli ultimi giorni era infatti andato al cinema per vedere un film horror, altra tappa del rituale, e confidandosi con la madre in ospedale ha ammesso che passeggiava lungo i binari dalle 4 del mattino, l’orario simbolo della “Balena blu”.
Un altro caso si è verificato nel Siracusano dove una ragazza è stata salvata da un intervento d’urgenza dei carabinieri della Compagnia di Augusta. I militari sono entrati nell’abitazione di una giovane che, poco prima, aveva annunciato il suicidio postando sul proprio profilo Facebook, foto del proprio braccio con ferite d’arma da taglio. La notizia è arrivata da conoscenti ai carabinieri della stazione di Ferla che, immediatamente, in una corsa contro il tempo, hanno iniziato a cercare sulle banche dati delle forze di polizia tutti gli elementi utili per risalire all’indirizzo della ragazza. Una volta raggiunta, i militari hanno avviato una delicata opera di persuasione che ha funzionato: la giovane si è affidata ai carabinieri che l’hanno condotta all’ospedale di Lentini.
Blue Whale e “Le Iene”, quanto c’è di vero sui video che mostrano i suicidi?
Il 14 maggio, durante la puntata della trasmissione di Italia 1 Le Iene, è andato in onda un servizio intitolato Blue Whale: suicidarsi per gioco. Il reportage comincia mostrando alcuni video di suicidi tratti dal sito LiveLeak.com. La Iena Matteo Viviani spiega che questi video sarebbero stati girati: «da ragazzini che erano lì apposta e che seguivano un piano ben preciso».
Il giornalista blogger Andrea Rossi di Alici Come Prima ha analizzato alcuni di questi video trasmessi nei primi 2 minuti del reportage e ha notato alcune inesattezze.
Per vedere il video completo clicca qui.
LEGGI ANCHE Dietro la “balena blu” si apre l’inferno (Francesco Grignetti)
http://www.repubblica.it/
02 giugno 2017
Molfetta, 17enne seduto sui binari salvato dai carabinieri dal suicidio mentre arriva il treno
Una telefonata anonima ha fatto scattare l'allarme: i militari hanno tentato di dissuadere il giovane e al sopraggiungere del convoglio lo hanno strattonato. La Procura: "C'è ipotesi Blue whale"
Un diciassettenne che era fermo sui binari nei pressi della stazione ferroviaria di Molfetta (Bari), in attesa dell'arrivo del treno, è stato salvato dal suicidio dai carabinieri, i quali ritengono che il giovane sia vittima di un caso sospetto di Blue whale, il fenomeno che spinge i giovani in sfide che arrivano fino al suicidio. Il ragazzo, che ha negato però di esser vittima del fenomeno, aveva tracce di autolesionismo sulle braccia, sulle mani e sulla fronte.
Ad allertare i carabinieri è stata una telefonata anonima al 112 che segnalava un giovane salito su un cavalcavia della ferrovia e poi fermo su binari in attesa del treno. I militari hanno tentato di fare desistere il 17enne dai suoi intenti finché sono riusciti ad avvicinarsi a lui prendendolo per un braccio e allontanandolo dai binari.
Senza che gli fosse chiesto alcunché, è stato lo stesso 17enne a riferire che non si trattava di Blue whale. Da qui il sequestro di tutti i suoi dispositivi elettronici per escludere che non si sia trattato di istigazione al suicidio. Nei giorni scorsi il ragazzo, parlando con la madre, aveva riferito di avere visto un film horror che, a quanto pare, potrebbe averlo indotto a mettere a rischio la sua vita passeggiando lungo i binari.
I carabinieri indagano - sotto la direzione della Procura per i minorenni di Bari e di quella ordinaria di Trani - per istigazione al suicidio, aggravata, poiché in danno di minorenne. "Apparentemente sembrerebbe un caso di Blue whale e nel nostro distretto sarebbe il primo", commenta
il procuratore presso il tribunale per i minorenni di Bari, Ferruccio De Salvatore. "Ma dovremo vedere con esattezza quali sono le problematiche di questo ragazzo. Apparentemente sembrerebbe un caso di Blue whale, ma avremo qualche risposta dalle indagini della Procura ordinaria che ci diranno cosa c'è nei supporti informatici sequestrati al giovane per capire a cosa può riportarsi questo comportamento, quali sono causa e origine del malessere di questo ragazzo". |