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Venerdì 3 Marzo 2017
Blue Whale: il gioco che ha già portato al suicidio 130 adolescenti
di Rachele Grandinetti
Chiamarlo gioco è inopportuno: è un girone perverso che scrive un finale drammatico. Blue Whale, attualmente, è oggetto di indagini da parte della polizia russa. Le autorità informano che l’horror-game, in sei mesi, ha portato al suicidio 130 adolescenti. Si tratta di una sfida lunga 50 giorni. Il gioco, infatti, invita i partecipanti ad affrontare alcune prove come guardare film dell’orrore per un’intera giornata, disegnare una balena blu (blue whale, appunto) con un coltello, svegliarsi alle 04,20 del mattino. Il percorso si conclude al cinquantesimo giorno con l’ultima provocazione: trova l’edificio più alto e salta. L’invito a togliersi la vita è più che esplicito. Blu Whale, d’altronde, si racconta con le immagini di un treno in avvicinamento e gli slogan “Questo mondo non è per noi” oppure “Siamo figli di una generazione morta”. La maggior parte dei ragazzi caduta nella trappola ha spesso lanciato un messaggio sui social prima di farla finita.
Gli ultimi due casi di suicidio risalgono proprio allo scorso fine settimana: Si tratta di Yulia Konstantinova, 15 anni, e Veronika Volkova, 16, trovate morte in un condominio. Il Siberian Times riporta che Yula, dopo aver pubblicato la foto di una balena blu, ha scritto “End” sul suo profilo. La sua amica Veronika, dopo una serie di pensieri strazianti, ha lasciato un ultimo “Il senso è perduto… Fine”. La commissione d’inchiesta russa cerca di tracciare una rete attraverso i contatti social dei ragazzi. Attualmente pare che le vittime appartenessero agli stessi gruppi on line e a famiglie “normali”, serene. Ma chi c’è dietro questo inferno virtuale? Un ragazzo di 21 anni, Budeikin Phillip, è accusato di essere l’ideatore della macchina del suicidio. Attualmente è dietro le sbarre.
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5 marzo, 2017
Blue Whale Game: il ‘gioco’ horror che spopola tra i giovani, già 130 vittime
di Daniele Orlandi
Un vero e proprio percorso fatto di agonia e paura, con un epilogo aggiacciante. Si chiama Blue Whale Game e si tratta di una sorta di gioco horror divenuto di moda tra i giovani in Russia ma che potrebbe diffondersi a macchia d’olio anche fuori dal Paese, e a causa del quale sono già morti 130 ragazzi, la maggior parte dei quali appartenenti a famiglie benestanti e senza problemi nè economici nè personali che potessero spingerli a rischiare così tanto la vita al punto di perderla. Ma in cosa consiste? definirlo gioco è un eufemismo, anche se tradotto in italiano ‘Blue Whale Game’ diventa ‘Il Gioco della Balena Blu’, perchè non è per nulla divertente. Si tratta infatti di una vera e propria prova di forza e di coraggio lunga ben 50 giorni nel corso dei quali i partecipanti devono sottoporsi ad una fitta e diversificata serie di sfide.
Come rimanere svegli per un giorno intero guardando film horror, alzarsi per diversi giorni consecutivi alle ore 4.20 della notte fino ad incidersi la ‘Balena Blu’ su un braccio utilizzando il coltello. Ma la prova più terrificante è quella dell’ultimo giorno, che consiste nel trovare l’edificio più alto per poi saltare, un vero e proprio invito al suicidio, che ha portato 130 giovani a perdere la propria vita solo per riuscire a superare ogni sfida. Tanto che la polizia ha avviato una serie di indagini per capire chi vi sia dietro questo assutrdo gioco che va a coinvolgere i giovani portandoli alla disaffezione verso la vita. Prima di compiere il salto alcuni di loro hanno anche lasciato delle scritte e dei messaggi sui social come la quindicenne Yulia Konstantinova che ha pubblicato la scritta ‘End’ insieme all’immagine della Balen Blu o all’amica sedicenne Veronika Volkova che ha postato il seguente messaggio, ‘il senso è perduto…Fine’. Secondo le autorità russe l’ideatore del “gioco” dell’orrore sarebbe il 21ebbe Budeikin Philip, arrestato ed incarcerato negli ultimi giorni. |
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marzo 2017
Blue Whale Game: il “gioco” mortale che colpisce i giovani in rete
di Redazione AdoleScienza.it
Si è diffusa una tendenza pericolosa sui social media che dalla Russia sta contagiando ragazzi in ogni parte del mondo. Stiamo parlando del cosiddetto “Blue Whale Game”, che ha visto mietere, negli ultimi 6 mesi, più di un centinaio di vittime, tutte giovanissime che si sono tolte la vita.
Il Blue Whale Game, letteralmente “Gioco della Balena Blu”, viene definito un horror-game a causa delle prove cruente e psicologicamente devastanti che vengono richieste ai partecipanti. Li chiamano giochi ma di gioco e di divertente non hanno veramente niente, anzi i ragazzi sono vittime di una sorta di effetto contagio si sentono parte di un qualcosa dove sono riconosciuti da qualcuno, con conseguenze devastanti. In un primo momento, vengono adescati tramite un messaggio sui social media che cerca di attrarli nella rete e manipolarli al fine di accettare il “gioco”, che ha come epilogo la morte. Gli amministratori fanno una sorta di lavaggio del cervello, spaventano le vittime, le incitano a giocare attraverso le minacce, sostenendo che sono a conoscenza di tutte le loro informazioni private e che una volta iniziato il “gioco” non si può più interrompere e non è possibile tornare indietro.
In cosa consiste?
Si tratta di un gioco a tappe, che si snoda nell’arco di 50 giorni, dove viene richiesto ai partecipanti di superare una serie di prove. Nello specifico, ogni iscritto viene assegnato ad un amministratore che avrà il compito di dare le istruzioni da seguire, spiegare le regole e chiedere alla fine di ogni esercizio, la testimonianza che sia stato realmente portato a termine. Quindi ogni prova deve essere documentata attraverso foto e video e condivisa all’interno delle chat online, come dimostrazione ufficiale del superamento dei diversi step del “gioco”. Non sono ammesse foto ritoccate con i programmi per modificare le foto o fotomontaggi, vengono richieste testimonianze vere per poter procedere con il gioco.
Durante questo periodo di tempo, ad esempio viene chiesto alle giovani vittime di guardare film horror tutto il giorno, di svegliarsi ad orari improponibili del mattino e tagliarsi con lamette e coltelli per incidersi l’immagine di una balena o di altre scritte, come per esempio dei codici, direttamente sulla propria pelle. Al termine dei 50 giorni, la prova finale richiesta per “vincere” è quella di uccidersi e la frase che viene ripetuta è “Trova l’edificio più alto della città e salta giù”. Dai casi di cronaca, si evince che questi ragazzi prima di compiere il gesto estremo, lasciavano l’ultimo messaggio disperato nella vetrina dei vari social network.
Stiamo parlando di manipolatori che adescano comunque le loro vittime che sono facilmente condizionabili, che le manipolano da un punto di vista mentale, che fanno una sorta di lavaggio del cervello, creando condizioni di stress psico-fisico che abbassano le difese e rendono le persone ancora più vulnerabili di quello che già sono.
Come si arriva a farsi del male?
Sono tantissimi i teenagers che hanno perso la vita e che hanno preso parte a questo tipo di perversioni online. Si tratta comunque di ragazzi di per sé vulnerabili, con un malessere interno già presente, che magari tendono a frequentare determinati gruppi online o alcuni rifugi virtuali, per condividere il proprio dolore e trovare una risposta alla propria disperazione, diventando così vittime perfette di questi adescatori, che cercano di manipolarle e indurle a compiere gesti estremi. A volte vengono adescati proprio in base ai contenuti delle loro ricerche, in funzione di quelli che sono i loro punti deboli.
Ad esempio, per convincerli a partecipare viene detto loro che sono persone speciali, i cosiddetti “eletti” e che per loro esiste un mondo migliore. Purtroppo, quando ci si sente soli e disperati, quando non si crede più in nulla, si rischia di cadere più facilmente in queste trappole, di credere a certi messaggi e affidarsi nelle mani sbagliate. Si cerca rifugio in rete, non ci si rende conto delle conseguenze drammatiche che può avere tutto ciò, viene tutto amplificato, lo schermo disinibisce e si attiva facilmente l’effetto contagio anche per questo tipo di “giochi mortali”.
Non si deve sottovalutare cio’ che accade in rete
È importante conoscere questi fenomeni che si diffondono a macchia d’olio in rete e tutelare i ragazzi dalle trappole del web e dall’adescamento online da parte di malintenzionati disposti a qualunque cosa. Nel lato oscuro della rete, si può trovare davvero di tutto, come queste pratiche, davvero preoccupanti, di istigazione al suicidio. Si parla troppo poco di questi fenomeni, i genitori dovrebbero essere informati di quello che può accadere per cercare di essere vigili e capire fin dove possono arrivare i figli.
Troppo spesso vengono sottovalutati i pericoli della rete e i suoi effetti sulla psiche dei giovani. Se non viene fatta prevenzione e informazione efficace a più livelli i nostri ragazzi continueranno a morire. E’ fondamentale che i genitori conoscano i meccanismi dell’adescamento, in modo tale da potersi accorgere di determinati segnali d’allarme, così come i ragazzi stessi, in modo tale da non ritrovarsi incastrati in “giochi” pericolosi, che mietono numerose vittime innocenti. |