Originale: The Verge

http://znetitaly.altervista.org/

12 dicembre 2017

 

I media sociali stanno facendo a pezzi la società

di James Vincent

traduzione di Giuseppe Volpe

 

Un altro ex dirigente di Facebook ha fatto sentire la propria voce sul danno che i media sociali stanno causando alla società civile in tutto il mondo. Chamath Palihapitiya, entrato a Facebook nel 2007 e diventatone vicepresidente per la crescita dell’utenza, ha detto di provare “un enorme senso di colpa” riguardo alla società che ha contribuito a costruire. “Penso che abbiamo creato strumenti che stanno mandando a pezzi il tessuto sociale del funzionamento della società”, ha dichiarato a un uditorio presso la Stanford Graduate School of Business, prima di raccomandare alle persone di prendersi una “forte distanza” dai media sociali.

La critica di Palihapitiya è stata diretta non solo a Facebook ma anche al più generale ecosistema in rete. “I cicli di retroazione alla dopamina che abbiamo creato stanno distruggendo il modo in cui funziona la società”, ha detto, riferendosi alle interazioni in rete guidate da “cuoricini, mi piace, pollice su”. “Nessun discorso civile, nessuna cooperazione; disinformazione, false verità. E non è solo un problema statunitense; non è questione di annunci pubblicitari russi. Questo è un problema globale.”

Ha proseguito descrivendo un incidente in India nel quale messaggi montati riguardo a rapimenti condivisi su WhatsApp hanno condotto al linciaggio di sette innocenti. “E’ con questo che abbiamo a che fare”, ha detto Palihapitiya. “E immaginate di portare questo all’estremo, in cui protagonisti malvagi possono ora manipolare grandi fasce di persone a fare qualsiasi cosa si voglia. E proprio un stato di cose davvero, davvero brutto”. Dice di cercare di usare Facebook il meno possibile e che ai suoi figli “non è permesso di usare quella merda”. In seguito aggiunge, tuttavia, di ritenere che la società “faccia prevalentemente del bene nel mondo”.

Le osservazioni di Palihapitiya seguono dichiarazioni di contrizione simili di altri che hanno contribuito a rendere Facebook la potente società che è oggi. A novembre l’iniziale investitore Sean Parker ha detto di essere diventato un “obiettore di coscienza” ai media sociali e che Facebook e altri sono riusciti a “sfruttare una vulnerabilità della psicologia umana”.  Un ex direttore di prodotto della società, Antonio Garcia-Martinez, ha detto che Facebook mente riguardo alla sua capacità di influenzare individui in base ai dati che raccoglie su di loro e ha scritto un libro, Chaos Monkeys, sul suo lavoro presso la società.

Tali ex dipendenti si sono tutti espressi in un momento in cui la preoccupazione riguardo al potere di Facebook sta raggiungendo picchi febbrili. L’anno scorso sono aumentate le preoccupazioni riguardo al ruolo della società nelle elezioni statunitensi e alla sua capacità di amplificare notizie false, mentre altri articoli si sono concentrati su come il sito di media sociale è stato implicato in atrocità quali la “pulizia etnica” del gruppo etnico dei Rohingya in Myanmar.

Nel suo discorso Palihapitiya ha criticato non solo Facebook, ma l’intero sistema di finanziamento di capitale di rischio della Silicon Valley. Ha detto che gli investitori pompano soldi in “società merdose, inutili, idiote”, anziché affrontare problemi reali come il cambiamento climatico o le malattie. Palihapitiya gestisce oggi una propria società di capitali di rischio, Social Capital, che si concentra sul finanziamento di imprese in settori come l’assistenza sanitarie e l’istruzione.

Palihapitiya segnala anche che sebbene gli investitori tecnologici sembrino onnipotenti, essi hanno ottenuto il loro potere più per fortuna che per competenza. “Tutti sparano stronzate”, ha detto. “Se stai su una sedia e hai in buon flusso di contratti e hai capitale prezioso e c’è un gran vento in poppa di cambiamento tecnologico … Col tempo diventi una delle venti [società di successo] e pari un genio. E nessuno vuole ammetterlo, ma questa è la fottuta verità”.

 


Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/social-media-is-ripping-apart-society/

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