Fonte: l'indro

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28/01/2017

 

Derivati

di Giacomo Gabellini

 

Nel circuito capitalistico “classico”, prendendo denaro in prestito, il contraente ottiene la liquidità necessaria a produrre merci possibilmente vendibili e si impegna con il creditore a saldare il conto entro una data prestabilita elevando il rimborso di un dato tasso di interesse. Nel caso in cui il creditore voglia tuttavia evitare di accollarsi il rischio di un eventuale mancato risarcimento trovando nuovi acquirenti per la “promessa di pagamento” tra la massa dei detentori di moneta (che nel capitalismo “classico” è prodotta dal ciclo delle merci, mentre in quello attuale può essere creata dal nulla dalle banche), questa “promessa di pagamento” viene ceduta in cambio di moneta sonante trasformandosi in capitale. Il titolo che certifica questa transazione è garante di una nuova “promessa di pagamento” derivata dalla principale (così hanno origine gli “strumenti derivati”, che dagli anni ’90 cominceranno ad infestare il pianeta), che può a sua volta essere messa sul mercato. Questa “promessa derivata” genera a sua volta un’ulteriore “promessa di pagamento” (future, option), che a sua volta può generarne una di secondo grado, ecc., alimentando un ciclo di capitale fittizio potenzialmente in grado di riprodursi illimitatamente. Ad ogni “tornata”, la “promessa di pagamento” si allontana progressivamente dal bene o dal servizio cui era originariamente connessa per assumere vita autonoma, la cui appetibilità è misurabile in base alle indicazioni ricavabili dai luoghi in cui essa è negoziata. Se poi una delle promesse inizia a vacillare, o qualcuno chiede di onorarla ed esige il pagamento o, peggio ancora, se la base materiale su cui poggia questa catena di Sant’Antonio subisce qualche contraccolpo, allora il ciclo innesta il comando rewind e per soprammercato – e inevitabilmente – la moneta destinata ad onorare la promessa svanisce. Diventa necessario stamparla. Per forza, erano tutti debiti. E si ottiene la crisi. Come si noterà, il problema della procreazione assistita del capitale fittizio è uno e uno solo: disporre di moneta sufficiente a trasformare ogni giro di promesse in nuovo capitale e, quando il ciclo si riavvolge, aspettare che “qualcuno” produca moneta sufficiente a coprire le promesse. O almeno quelle necessarie e sufficienti a sedare il panico.

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