http://znetitaly.altervista.org 26 novembre 2017
Il diritto umano di non essere poveri Matt Lester intervista Peter Bohmer traduzione di Giuseppe Volpe
Matt Lester: Che cos’è il Reddito Universale di Base? Peter Bohmer: Il Reddito Universale di Base (UBI) sta ricevendo crescente attenzione negli Stati Uniti, in particolare dalla Silicon Valley e in molti altri paesi del mondo. L’idea del reddito universale di base è che ogni residente in una società riceverebbe un certo reddito non collegato al suo lavoro. Le cifre dalle quali suggerisco di partire sono 1.000 dollari al mese per ogni persona sopra i diciotto anni e 500 dollari al mese per ogni persona sotto i 18 anni. Queste cifre aumenterebbero ogni anno per tenere il passo con l’inflazione e aumenterebbero anche con l’aumento della produttività. Per illustrare l’idea prendiamo una famiglia di due adulti: due genitori di più di diciott’anni e due figli sotto i diciott’anni. Riceverebbero 1.000 dollari per ogni adulto e 500 dollari per ogni figlio, per un totale di 3.000 dollari al mese. Sono 36.000 dollari l’anno, cioè circa una volta e mezza la soglia ufficiale della povertà. Inoltre sarebbero offerte agevolazioni per la casa in città dagli affitti elevati. Questa è l’idea di base. Nota: Quando parlo di Reddito Universale di Base in questa intervista, analizzo la versione, o una simile, descritta nella sezione successiva. Ci sono anche molte versioni neoliberiste che critico in seguito in questa intervista. Come sarebbe finanziata la tua versione? Prima di rispondere devo fornire un po’ di contesto. La popolazione degli Stati Uniti nel 2016 era di 323 milioni; 75 milioni sotto i diciott’anni e 248 sopra. Questo programma, essendo universale, comprenderebbe tutti gli immigrati, gli ex carcerati e tutti i livelli di reddito; il costo totale risulterebbe di 3,5 trilioni di dollari. E’ questo che dovremmo finanziare. Anche se pare enorme, ci sarebbe dei risparmi: forse l’UBI potrebbe sostituire i buoni alimentari, il TANF (programma di assistenza sociale per contanti) e forse alcune indennità di invalidità, poiché i singoli e le famiglie riceverebbero un versamento in contrati dall’UBI superiore a quello di questi programmi. Ma supponendo di conservare la maggior parte dei programmi sociali e persino di ampliarli, il costo totale del Reddito Universale di Base resterebbe inferiore al 20 per cento del reddito nazionale. Per assicurare che questo reddito garantito non sia inflazionario avremmo bisogno di imposte pari a circa il 20 per cento del reddito nazionale. E’ un importo cospicuo, ma economicamente fattibile. La sfida è politica, non economica. Si tratta di mettere in atto diverse aliquote fiscali per quelli che sono nella metà superiore della distribuzione del reddito con modeste aliquote superiori a partire da chi si situa sopra la mediana del reddito familiare, circa 57.000 dollari l’anno e imposte aggiuntive progressivamente più elevate per i redditi più elevati con le aliquote d’imposta più elevate per l’un per cento della popolazione al vertice che incassa circa il 22 per cento del reddito nazionale. In tal modo sarebbe coperto quel 20 per cento del reddito nazionale. Dunque è fattibile. Sperabilmente parte dell’UBI sarebbe finanziata da tagli importanti al bilancio statale dell’esercito e della sicurezza nazionale. Rimarrebbe molta disuguaglianza negli Stati Uniti, ma sarebbe considerevolmente minore di adesso. In alternativa, per raccogliere le entrate necessarie potremmo tassare un po’ meno il reddito e avere, per esempio, un’imposta patrimoniale a carico dell’un per cento al vertice. Ad esempio potrebbero pagare ogni anno un’imposta del due per cento sul loro patrimonio; ciò produrrebbe una buona quantità di entrate. Dunque mediante un’imposta patrimoniale a carico dell’un per cento al vertice e un’imposta progressiva aggiuntiva sul reddito delle famiglie a reddito più elevato, tutti nella metà inferiore della popolazione, il 50 per cento, riceverebbero questo intero Reddito Universale di Base in aggiunta ai loro salari. Altri, il 40 per cento della popolazione con reddito inferiori a quelli del 10 per cento al vertice continuerebbero ad avere più di adesso. In questa proposta l’UBI sarebbe complementare all’assistenza sanitaria, all’assistenza all’infanzia, al programma Head Start, all’istruzione, alle agevolazioni per la casa e ad altri programmi sociali; è per questo che abbiamo questo costo elevato del programma. Come fa fronte alla disuguaglianza tutto questo? Fa fronte alla disuguaglianza in due modi. Renderebbe i redditi più equi perché per le persone a basso reddito ogni famiglie sarebbe a quel punto sopra la soglia della povertà poiché riceverebbe il Reddito Universale di Base (UBI). Il reddito per tutti, a eccezione del 20 per cento al vertice, aumenterebbe in misura sostanziale grazie a questa proposta. Questo programma sarebbe finanziato tassando la ricchezza e/o il reddito delle persone a reddito più elevato, cosicché disporrebbero di un reddito inferiore a quello di adesso. Dunque non sarebbe cancellata la disuguaglianza, ma sarebbe resa meno estrema. Chi sta più in basso sarebbe innalzato e il vertice disporrebbe di un reddito inferiore. Il secondo modo è che accresce il potere negoziale dei lavoratori. Se qualcuno ti offre un posto a salario minimo da Burger King, dove sei trattato in modo totalmente irrispettoso, diresti: non accetterò quel lavoro a meno che mi paghiate un salario migliore e mi trattiate con rispetto e dignità. Così le aziende, per avere lavoratori, dovrebbero aumentare i salari e trattare meglio i lavoratori. Anche se si tratta di un abbozzo, vorrei che immaginassi come potrebbe svilupparsi negli Stati Uniti. E’ una domanda difficile. Non considero questo tipo di Reddito Universale di Base un programma che conquisteremo nel futuro immediato. Dobbiamo prima dedicarci all’istruzione popolare per spiegare questa idea, che si basa sulla filosofia che è un diritto fondamentale di ogni essere umano veder soddisfatti i propri bisogni elementari. L’UBI può essere l’incarnazione della convinzione che il reddito non deve essere totalmente legato al conseguire profitti per qualcun altro. Dunque dobbiamo dedicarci a un’istruzione che renda tale convinzione “senso comune” e meritevole di combattere per essa. La buona notizia è che stiamo partendo totalmente da zero. C’è un crescente interesse per l’idea, più in altri paesi ma anche in alcuni gruppi socialisti come i Socialisti Democratici d’America. Un movimento riuscito per il Reddito Universale di Base dovrebbe collegarsi ad altri movimenti. Ad esempio, dovrebbe collegarsi a temi di antirazzismo e di uguaglianza delle donne, poiché la povertà colpisce in misura sproporzionata le donne, i latinoamericani, i nativi americani e i neri. L’UBI avvantaggerebbe in misura sproporzionata la gente di colore e le donne di tutti i gruppi razziali. Dunque, quando parli di istruzione popolare, dove pensi che avrà luogo? Avrà luogo nelle scuole pubbliche, nei sindacati, in seminari come quelli che teniamo a Traditions a Olympia? Quando dico istruzione popolare non sono sicuro che i sindacati avranno un grande ruolo, poiché molti sono preoccupati che l’UBI li indebolisca ulteriormente. Tuttavia io non penso che le cose stiano così. Ad esempio, l’UBI funzionerebbe come un fondo aggiuntivo per gli scioperi, visto che i lavoratori riceverebbero l’UBI in aggiunta o ogni forma di sostegno dal loro sindacato. I lavoratori sarebbero più in grado di scendere o restare in sciopero. Inoltre i sindacati hanno operato tagli nella formazione dei propri membri. Spero che i sindacati accettino l’UBI insieme a rivendicazioni che renderebbero più facile il riconoscimento del sindacato. Considero l’istruzione popolare e la costruzione di sostegno all’UBI principalmente provenienti da gruppi comunitari, come Economia per Tutti a Olympia, dove l’idea è davvero dibattuta a fondo. E’ importante spiegare l’UBI nei media alternativi e sociali, ma anche organizzarsi per ottenere una buona copertura nei medi prevalenti. Ho già visto parecchi articoli sull’UBI nei media prevalenti e in quelli alternativi. Operare istruzione popolare e dibattere il Reddito Universale di Base è un primo passo. Dopo quel primo passo che cosa viene? Una volta che le persone conoscono il Reddito Universale di Base sarà un candidato a ispirare la gente, come Sanders, che lo promuove? Passo due! Pare possibile ottenere questo a livello sperimentale, come farlo esistere in certe comunità. Forse avere l’UBI in alcune comunità o in uno stato come la California dove attualmente c’è un governo parecchio liberale. Così, lo sviluppo di una campagna a favore dell’UBI potrebbe aver luogo inizialmente in alcuni luoghi della California, poi forse a livello statale portando a un dibattito nazionale. Il finanziamento sarebbe difficile su un livello meno che nazionale perché le imposte a carico delle persone ad alto reddito aumenterebbero considerevolmente e le persone ad alto reddito e ricche minaccerebbero di trasferirli, e potrebbero effettivamente farlo, se le loro imposte locali o statali aumentassero considerevolmente per finanziare il Reddito Universale di Base. C’è una crescente critica del capitalismo negli Stati Uniti, anche se la maggior parte dei movimenti sociali oggi è debole. Ho appena visto alcuni sondaggi recenti che affermano che tra quelli sotto i trent’anni il socialismo è più popolare del capitalismo in rapporto di tre contro uno, il che è davvero notevole. Inoltre per gli afroamericani in generale il socialismo è un’idea più popolare del capitalismo. L’UBI potrebbe o dovrebbe far parte di un programma e di una strategia anticapitalista nel proporre, in parte, il principio che il reddito dovrebbe essere determinato dal bisogno. Parlavi di come leader della Silicon Valley siano interessati a questo, il che sembra inaspettato. In passato i capitalisti hanno occasionalmente voluto qualche genere di riforme, ma questa sembra una riforma parecchio considerevole. Dunque in un certo senso c’è dello slancio dietro il primo passo da te esposto. Perché alcuni capitalisti e dirigenti vorrebbero questo? Ci sono parecchi motivi per il crescente interesse di ricchi dell’industria tecnologica. Un motivo è che molti di loro prevedono con la crescita dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologia l’ulteriore automazione determinerà minor occupazione e minor sicurezza del lavoro per i più. Dunque c’è bisogno di un ammortizzatore, reddito senza lavoro. La seconda motivazione è legata alla perdita di occupazione. Sono preoccupati del declino della domanda aggregata causato da una più elevata disoccupazione e sotto-occupazione, che ridurrà la capacità delle persone di acquistare merci e servizi. Pensano a come creare domanda sufficiente quando meno persone hanno lavoro ma ancora sufficiente potere d’acquisto per comprare ciò che può essere prodotto. Il terzo fattore è che c’è una crescente preoccupazione per l’estrema disuguaglianza di reddito e ricchezza che stiamo sperimentando. I proposti tagli fiscali di Trump, se approvati, peggioreranno questa polarizzazione già oscena di reddito e ricchezza. Mettere questo alla prova a livello statale mi ricorda la liberalizzazione della marijuana a livello statale per dimostrarsi un programma realizzabile. Sì, e quella è l’idea di dimostrare la sua realizzabilità al livello locale e poi conquistare un sostegno molto più vasto per essa. Questa idea di un UBI riceve in effetti in grande interesse e non solo dai soliti noti, e questo suscita per me una questione importante. La versione radicale che altri e io vogliamo proporre è un programma davvero significativo perché non sostituirebbe la maggior parte degli altri programmi sociali, ma sarebbe in aggiunta a essi. Il dilemma è che quella che io considero molto più possibile nel breve termine è una versione del UBI proposta dal Democratici e da alcuni Repubblicani moderati o ultraliberali e da alcuni capitalisti delle alte tecnologie, un reddito garantito molto più limitato. Una versione di cui ho letto corrisponderebbe agli adulti metà del reddito che propongo io: 500 dollari al mese, molto meno o nulla per i ragazzi e grandi tagli a programmi sociali. Perciò in realtà io non appoggerei tale versione perché è così inadeguata; è una versione neoliberista dell’UBI. Ma l’argomento a favore di un inizio moderato dell’UBI è che sarebbe un passo in direzione del genere di programmi che proponiamo altri e io. Se la versione minimale dell’UBI fosse l’obiettivo e il punto finale, sarebbe davvero una riforma riformista. Ma anche se può essere meglio di quanto abbiamo ora, resterebbe del tutto inadeguata e non porrebbe fine alla povertà, e nemmeno la ridurrebbe sostanzialmente. Questo vale in particolare se cancellerebbe programmi come il WIC [programma federale di integrazione alimentare per donne, neonati e bambini – n.d.t.], l’indennità di disoccupazione pasti scolastici sovvenzionati o gratuiti, eccetera, come proposto. Dunque i dettagli dell’UBI, quale tipo di esso, contano davvero. Accettare per prima la riforma modesta è simile ad affermare che la Legge sulle Cure Accessibili – che è inadeguata considerato quanto sono elevati i premi – è un passo verso l’Assistenza Sanitaria Universale, quale un sistema di Assicurazione Unica. Al minimo dovremmo promuovere, e organizzarci per, un Reddito Universale di Base simile a quello che ho analizzato. D’accordo, la versione che hai appena descritto proviene dalla Silicon Valley e da altre élite. Puoi parlare, per favore, di una versione che tu ritieni affronti più problemi in un modo che realmente soddisfi molti dei bisogni di giustizia delle persone? Una versione del reddito universale di base, o garantito, è quella ultraliberale che può essere in realtà fatta risalire all’influente economista di destra Milton Friedman. Quella versione è un livello di reddito garantito inferiore a quello di cui parlo io e anche riduce o cancella programmi sociali quali i buoni alimentari, l’assicurazione contro la disoccupazione, l’edilizia popolare e li sostituisce con quella che io chiamo una versione neoliberista dell’UBI, forse addirittura riducendo o cancellando l’assistenza sanitaria sovvenzionata e la previdenza sociale. La mia versione del reddito universale di base risale a ciò di cui parlava Martin Luther King negli anni ’60 o alle richieste dell’Organizzazione Nazionale per il Diritto allo Stato Sociale (NWRO). La NWRO parlava di, e chiedeva, un reddito garantito di 6.500 dollari per una famiglia di quattro persone, equivalente a circa 50.000 dollari di oggi. La mia idea di un Reddito Universale di Base è in quella tradizione. Non è un sostituto ma un’aggiunta a programmi necessari come un’istruzione gratuita e di qualità attraverso l’università per tutti, un’assistenza sanitaria universale unica, assistenza garantita all’infanzia, accesso di tutti alla casa, eccetera. Il diritto a vivere senza essere poveri dovrebbe essere e sarebbe un diritto umano fondamentale nella società. Un reddito garantito adeguato renderebbe maggiormente possibile per le donne uscire da rapporti violenti, poiché riceverebbero almeno l’UBI e se avessero figli il loro UBI aumenterebbe in misura sostanziale. E’ anche una versione più generalizzata della richiesta di un salario per il lavoro domestico. Un artista riceverebbe un reddito e non dovrebbe fare un lavoro che non gli piace per mettere del cibo in tavola o subire l’imposizione della sua arte da parte del mercato. Organizzatori e attivisti comunitari avrebbero un reddito senza dover fare un lavoro salariato che odiano o quando meno potrebbero lavorare meno ore. Hai citato in precedenza che questo reddito garantito aumenterebbe il potere contrattuale dei lavoratori. Parlamene, per favore. Negli Stati Uniti i salari sono in larga misura determinati dal potere negoziale dei lavoratori di migliorare la propria remunerazione. Oggi il potere negoziale è in calo con il declino dei sindacati, le aziende che minacciano di trasferirsi all’estero, e i cambiamenti tecnologici, e questo programma, sebbene insufficiente, aumenterebbe il potere negoziale dei lavoratori perché avrebbe come minimo l’UBI. Diciamo che ti è offerto un lavoro a salario minimo nel quale sei davvero trattato male; avresti questo UBI come reddito sul quale fare affidamento. Non dovresti accettare il primo lavoro che ti è offerto. Potresti dire di essere disposto a lavorare solo le condizioni di lavoro migliorano o se ti è offerto un salario migliore; dunque il potere negoziale dei lavoratori sarebbe aumentato. Abbiamo bisogno di leggi sindacali più forti per rendere più facile organizzare i lavoratori, ma questa è una parte di una strategia di miglioramento della dignità del lavoro, dei salari delle persone e delle condizioni di lavoro. Hai citato che molti programmi sociali continuerebbero a esistere. Io credo nel diritto di tutti di non essere poveri e perché ciò accada è necessario che questo reddito garantito sia in aggiunta all’assistenza sanitaria, sperabilmente a un’assistenza sanitaria universale. Questo non potrebbe essere finanziato dall’UBI che è tuttora fissato a un livello basso, ma sarebbe in aggiunta a esso. Lo stesso dovrebbero essere l’assistenza all’infanzia di qualità sovvenzionata o gratuita, aiuti finanziari governativi come le borse di studio Pell [per l’istruzione universitaria – n.d.t.], programmi di addestramento al lavoro, sovvenzioni per la casa […] eccetera. Certamente la maggior parte dei programmi sociali dovrebbe continuare a migliorare. La previdenza sociale e l’assicurazione contro la disoccupazione dovrebbero continuare. Potrebbero essere sostituiti alcuni programmi che sono sovvenzioni direttamente in contanti come il TANF, poiché il Reddito Universale di Base sarebbe di importo molto superiore. Non sarebbe richiesto un lavoro per ricevere l’UBI. Le persone lavorerebbero solo perché il lavoro migliorerebbe le loro vite, non perché assolutamente costrette. Dunque sarebbe un modo attraverso il quale la soddisfazione dei bisogni fondamentali di tutti gli esseri umani diverrebbe parte della nostra società. Per me, anche se l’UBI potrebbe e dovrebbe esistere in una società capitalista, non cancellerebbe la disuguaglianza, l’alienazione e lo sfruttamento dei lavoratori, la distruzione dell’ambiente, il razzismo e il sessismo. Migliorerebbe la vita delle persone e potrebbe essere un passo verso una società partecipativa socialista. Sentendoti parlare di questo, non solo i lavoratori avrebbero un maggior potere negoziale collettivo sulle condizioni di lavoro, ma anche le industrie sarebbe costrette a dimostrare di essere degne di esistere. Forse no; c’è potere negoziale collettivo da insegnanti, per esempio, e ci sono un mucchio di rappresentanze sindacali nel settore, ma io penso che le persone si indebitano molto per ottenere la qualifica e una volta fatto ciò non hanno davvero altra scelta che attenersi alla loro scelta iniziale. Penso che sia così anche nel lavoro sociale. Ma se esistesse il reddito universale di base, quelle carriere sarebbero attraenti, non semplicemente qualcosa che uno è costretto a fare. Per tutti i lavori. Un UBI aumenterebbe i salari dei lavoratori a reddito basso o moderato poiché aumenterebbe il loro potere negoziale. Ciò porterebbe a una maggiore automazione poiché le aziende sostituirebbero i lavoratori con le macchine. Ma se le persone avessero salari più altri e in aggiunta l’UBI significherebbe che potrebbero scegliere di lavorare meno e ottenere paghe orarie più elevate. Questo è un vantaggio. Ci sarebbe più tempo per lavoro volontario e per la costruzione della comunità; quando uno lavora a tempo pieno, spesso facendo straordinari o facendo più di un lavoro, uno non ha l’energia o il tempo per condurre attività comunitarie o per godersi pienamente la vita. Avere questo reddito dall’UBI e in aggiunta probabilmente da un lavoro, ma lavorando meno ore, lascerebbe più tempo per lavoro volontario, attività ricreative, famiglia, addestramento, istruzione e apprendimento di nuove competenze. Se questo programma fosse attuato, vedresti un cambiamento nell’arte e nelle cose che hanno necessariamente la forma di merce? Ad esempio chi vuole diventare un artista – se non è immediatamente abbastanza bravo o di successo – deve integrare qualsiasi cosa stia facendo con un altro lavoro. Anche quando uno è bravo abbastanza. Forse non vuole produrre arte per il successo commerciale. Oggi uno ha scarse scelte reali. Non sono soli artisti, scrittori, musicisti e registi che ne beneficerebbero. Se sei disposto a vivere con una somma molto modesta, questa modesta somma dell’UBI, potresti dedicare il tempo fondamentalmente a quello che ami e che vuoi fare. ? Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-human-right-to-not-be-poor/
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