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https://tibettruth.com September 4, 2017
L'elefante cinese nel centro di comando nucleare di Kim Jong Un
I media mondiali sono raramente fuori dalla modalità della frenesia, attualmente i suoi redattori si salivano abbondantemente ??sui titoli apocalittici, mentre i giornalisti speculano sulle prospettive di un inverno nucleare che potrebbe derivare dalle ambizioni nucleari della Corea del Nord. Per fare ciò, è necessaria un'equazione folle, un atto di aggressione del regime di Kim Jong-Un contro il territorio statunitense, o quello dei suoi alleati regionali, e una risposta militare ordinata dal presidente Trump. Questa è la narrazione di base che viene promossa, esagerata e dissezionata attraverso canali di notizie e internet. Eppure un tale risultato è improbabile. Siamo anche informati sulle esigenze strategiche della Cina che non vorrebbero una destabilizzazione della Corea del Nord o un conflitto militare al suo confine. Su questo ragionamento i diplomatici e i politici si allineano per sostenere che sia nell'interesse del regime cinese di utilizzare la sua leva finanziaria per moderare le aggressive provocazioni della Corea del Nord. Nel frattempo, vengono minacciate sanzioni e il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite si riunisce ancora per pronunciare rigide sentenze. Questa è la versione mainstream, ma c'è né un'altra, una che riceve meno esposizione pubblica, ecco l’analisi su questo.
La Cina, lungi dall'essere un alleato che gli Stati Uniti possano invocare per servire da broker onesto e influenzare costrizioni, è un complice segreto del regime nordcoreano. Le aziende cinesi violano le sanzioni delle Nazioni Unite sulla tecnologia commerciale connesse alle armi.
La Cina consente attraverso il finanziamento e il supporto scientifico per la capacità nucleare e missilistica di Kim Jong-Un. Tutto ciò che avviene all'interno di una Corea del Nord la cui economia, ne siamo costantemente assicurati, è stata ridotta in cenere, dove i cittadini sopravvivono alla giornata. Eppure alcune congiure finanziarie che forniscono fondi illimitati sono apparentemente disponibili per sviluppare un arsenale nucleare, da dove vengono i soldi? Per rispondere a questa domanda dobbiamo applicare la logica di Sherlock Holmes e chiederci a chi, oltre a Kim Jong-Un, beneficia di una Corea del Nord con armi nucleari? La risposta è, naturalmente, in bella vista ed è ben nota al Presidente Trump, al Dipartimento di Stato e al Pentagono. Tuttavia, questo sponsor sotto copertura dell'aggressione militare della Corea del Nord viene appena menzionato pubblicamente, il suo ovvio ruolo nel facilitare la produzione di missili e le prove per le capacità nucleari riceve al massimo una critica mutuata.
Queste sono circostanze significative alla base della tensione in corso con la Corea del Nord, una regione che il regime cinese è determinato a mantenere attraverso il suo sostegno politico, economico e tecnologico. Il suo movente è assicurare che una Corea democratica unificata e alleato prominente degli Stati Uniti non si estenda fino alle sue frontiere. Così supporta, con riserva, Kim Jong-Un e il pericoloso status quo, mentre appare sulla scena mondiale come voce di ragione e restrizione, esortando tutte le parti a perseguire un accordo negoziato. Pensateci la prossima volta che sentirete Trump o altri politici che descrivono la Cina come un amico o un alleato che può essere chiamato a portare una soluzione pacifica sulla questione della Corea del Nord!
https://tibettruth.com September 4, 2017
The Chinese Elephant In Kim Jong un’s Nuclear Command Center
Global media is rarely out of frenzy mode, presently its editor’s are salivating over apocalyptic headlines while journalists excitedly speculate on the prospects of a nuclear winter which may arise from North Korea’s nuclear ambitions. For that to happen an equation of madness is required, an act of aggression by Kim Jong-un’s regime against US territory, or that of its regional allies, and a military response ordered by President Trump. This is the basic narrative which is being promoted, exaggerated and dissected across news channels and the internet. Yet such an outcome is unlikely. Due, we are also informed, to the strategic needs of China which would not wish a destabilized North Korea or military conflict on its border On this reasoning diplomats and politicians line up to advocate that it’s in the interests of the Chinese regime to use its leverage to moderate the aggressive provocations of North Korea. Meanwhile ever further sanctions are threatened and the United Nations Security Council convenes yet again to issue strongly worded condemnations. That’s the mainstream version, but there’s another and one which receives less public exposure, here’s the breakdown on that.
China, far from being an ally which the US calls upon to serve as an honest broker and constraining influence, is a covert accomplice with the North Korean regime. Chinese companies violate UN sanctions on trading arms related technology
China enables through funding and scientific support a nuclear and missile capability for Kim Jong-un. All this happening within a North Korea whose economy we are constantly assured has been reduced to ashes, where citizens are surviving hand-to-mouth. Yet by some epic financial conjuration endless funds are seemingly available to develop a nuclear arsenal, where is the money coming from? To answer that question we need to apply the logic of Sherlock Holmes and ask who, apart from Kim Jong-un, most benefits from a nuclear armed North Korea? The answer is of course in plain sight and is well known to President Trump, the State Department and Pentagon. However this undercover sponsor of North Korea’s military aggression is barely mentioned publicly, its obvious role in facilitating the missile production and testing and nuclear capabilities receives at best a muted criticism.
These are significant circumstances underlying the ongoing tension with North Korea, a region which China’s regime is determined to maintain through its political, economic and technological support. Its motive being to ensure that a unified democratic Korea, and prominent ally of the United States, does not extend to its borders. So it covertly backs Kim Jong-un and the dangerous status quo, while appearing on the world stage as a voice of reason and restraint, urging all parties to pursue a negotiated settlement. Think on this next time you hear Trump or other politicians describing China as a friend or ally which can be called upon to bring a peaceful resolution to the issue of North Korea!
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