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17 agosto 2017

 

Hong Kong: condannati i leader della rivolta degli ombrelli. C’è anche Joshua Wong

 

Le autorità cinesi hanno emesso tre condanne, a dire il vero simboliche, nei confronti di altrettanti esponenti del movimento di Hong Kong che nel 2014 si oppose con Occupy Central e la “rivolta degli ombrelli” alla decisione presa dal Comitato permanente del Congresso del Popolo nazionale (Npc) secondo cui gli elettori sono chiamati a scegliere il responsabile esecutivo (oggi la 59enne Carrie Lam Cheng), però fra due o tre candidati individuati in una rosa di nomi approvati da Pechino, ovvero “patriottici”.
I tre, tra i quali il noto Joshua Wong, sono stati condannati a 6 mesi di reclusione: nonostante sia scattata immediatamente la protesta, appare evidente che Hong Kong, con la sua “mini costituzione” sia ormai stata allineata a Pachino e slogan come “autodeterminazione democratica per il futuro di Hong Kong”, “un paese, due sistemi, è una menzogna da 20 anni!”. “Un paese, un sistema e mezzo” (con riferimento agli accordi intrapresi con la Gran Bretagna di garantire una serie di libertà e di diritti civili agli abitanti di Hong Kong, perlomeno fino al 2047) rischiano di apparire come superati dalla realtà dei fatti..
Divenuta colonia britannica dopo la Prima Guerra dell’Oppio (1839-1842), Hong Kong si espanse nel 1898 fino a comprendere il perimetro della penisola di Kowloon. In base ai trattati sarebbe rimasta britannica per 99 anni, com’è stato.
Amministrata come provincia speciale, è sede di uno dei principali centri finanziari internazionali. Conta 7 mln di abitanti.

 

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