La nonviolenza e' in cammino" (anno XVIII)

Numero 442 del 22 ottobre 2017

 

Momenti di memoria e partecipazione predisposti dalla famiglia di alberto l'abate

 

Alberto L'Abate e' stato una delle figure piu' illustri della nonviolenza e della peace-research a livello internazionale; era nato a Brindisi il 6 agosto 1931, docente universitario di sociologia dei conflitti e ricerca per la pace, promotore del corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' di Firenze, e' impegnato nel Movimento Nonviolento, nella Peace Research, nell'attivita' di addestramento alla nonviolenza, nelle attivita' della diplomazia non ufficiale per prevenire i conflitti; amico e collaboratore di Aldo Capitini, ha collaborato alle iniziative di Danilo Dolci e preso parte a numerose iniziative nonviolente; come ricercatore e programmatore socio-sanitario e' stato anche un esperto dell'Onu, del Consiglio d'Europa e dell'Organizzazione Mondiale della Sanita'; ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, e si e' impegnato nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione"; portavoce dei "Berretti Bianchi", promotore dei Corpi civili di pace e di numerose altre rilevanti iniziative. E' deceduto a Fienze il 19 ottobre 2017. Tra le opere di Alberto L'Abate: segnaliamo almeno Addestramento alla nonviolenza, Satyagraha, Torino 1985; Consenso, conflitto e mutamento sociale, Angeli, Milano 1990; Prevenire la guerra nel Kossovo, La Meridiana, Molfetta 1997; Kossovo: una guerra annunciata, La Meridiana, Molfetta 1999; Giovani e pace, Pangea, Torino 2001; Per un futuro senza guerre, Liguori, Napoli 2008; Metodi di analisi nelle scienze sociali e ricerca per la pace: una introduzione, Multimage e Trascend University Press, Firenze 2013; L'arte della pace, Centro Gandhi Edizioni, Pisa 2014

 

Alberto L'Abate

Momenti di memoria e partecipazione predisposti dalla famiglia, per amici e conoscenti:

- sabato 28 ottobre ore 16, alla Comunita' delle Piagge, con don Alessandro Santoro (Centro sociale Il Pozzo, Piazza Ilaria Alpi e Miran Hrovatin, 2 - Firenze).

- lunedi' 30 ottobre ore 17 al Centro Sociale Evangelico (via Manzoni 21 - Firenze).

- martedi' 31 ottobre ore 9,30 al Cimitero di San Piero A Ema (Bagno A Ripoli - Firenze), cerimonia di cremazione.

Per ricordare Alberto e alimentare la sua compresente forza ispiratrice: ogni ora dedicata alla Pace e al mutamento sociale e interiore e' un dono gradito.

 

La famiglia gradisce le lettere postali: famiglia L'Abate, via Antonio Mordini 3, 50136 Firenze, e-mail: alessandra.briciole@gmail.com

 

TONIO DELL'OLIO RICORDA ALBERTO L'ABATE

E si', con Alberto L'Abate la nonviolenza italiana perde un polmone. Perche' ben oltre il suo rigoroso impegno di studio e insegnamento universitario di sociologia dell'organizzazione, Alberto si e' lasciato letteralmente assorbire da mille incontri, convegni, iniziative, ... abbracci in giro per l'Italia. Distribuiva suggerimenti, distillava analisi, confrontava ipotesi.

Perche' la nonviolenza non e' mai improvvisazione ma scienza, frutto di studio e sperimentazione, di lettura storica degli eventi e di esperienze di persone e di popoli. E a lui va riconosciuta pienamente quella capacita' rara di unire insieme teoria e pratica, studio e militanza. Come quando tutti erano intenti a cercare di risolvere il drammatico groviglio bosniaco e lui - incomprensibilmente per i piu' - si dedico' corpo e anima al Kossovo fino a ottenere un distacco dall'Universita' di Firenze e aprire un'ambasciata di pace a Pristina. Perche' quello era un laboratorio diffuso di nonviolenza attiva e - l'avessero ascoltato anche i politici - si sarebbe risparmiato tanta sofferenza, sangue, distruzione e morti.

In quegli inspiegabili cortocircuiti della vita avviene anche che Alberto sia morto il 19 ottobre, lo stesso giorno in cui nel 1968 moriva Aldo Capitini, di cui Alberto L'Abate era stato amico e collaboratore.

 

PAUL KRIEG RICORDA ALBERTO L'ABATE

Anche noi valdesi abbiamo apprezzato questo compagno di strada. Soltanto pochissimi giorni fa insieme con Alberto, Anna Luisa e Alessandra abbiamo visto due importanti film grazie alla sua iniziativa.

Alberto e' stato un dono che durera' a lungo.

Paul Krieg, membro del Consiglio di chiesa, Chiesa Valdese di Firenze

 

KARIM METREF RICORDA ALBERTO L'ABATE

Anche se avevo letto qualche suo scritto di qua e di la', ho conosciuto Alberto soltanto due anni fa.

Era venuto a un campo del Mir dove animavo una formazione su temi legati alle questioni mediorientali. Era presente come semplice partecipante. Umile, attento. Nonostante l'eta' e lo stato di salute, ha partecipato a tutto, seguiva tutto. I suoi interventi sono sempre stati un arricchimento continuo. Da li' siamo rimasti legati.

Da lui ho imparato tanto, soprattutto a livello umano e relazionale. Gentilezza, semplicita', umanita'...

Un ultimo abbraccio a questo uomo eccezionale.

 

ENRICO PEYRETTI RICORDA ALBERTO L'ABATE

Alberto ci ha dato molto, in umanita', sorriso, amicizia, e per queste sue doti umane ci ha dato ammaestramenti importanti nel pensare e agire per la nonviolenza.

Ci rimane presente e vicino, mentre lo ringraziamo moltissimo.

Un forte abbraccio di vicinanza ad Anna Luisa e Alessandra.

 

MATTEO SOCCIO RICORDA ALBERTO L'ABATE

Ci ha lasciato il nostro intimo Amico per la Nonviolenza Alberto L'Abate.

Negli ultimi anni, nonostante i pesanti impedimenti di salute, ha voluto donare tutte le energie che gli rimanevano alla Nonviolenza, fino all'ultimo respiro.

Continua il suo cammino in Pace.

Gli siamo tutti riconoscenti e vicini nella Compresenza.

Vogliamo ricordarlo con queste parole del suo e nostro Maestro di nonviolenza Aldo Capitini: "Noi, al cospetto del morto, ci preoccupiamo di cio' che c'e' di comune tra noi e lui e tutti infinitamente, scopriamo che cio' che piu' conta, la prassi per il valore, e' comune, ci unisce, ci fa compresenti".

Un fraterno saluto ad Alberto con un forte e commosso abbraccio di pace.

 

MARIA GRAZIA TARULLI RICORDA ALBERTO L'ABATE

Mi unisco al dolore della famiglia e di tutti noi per la morte di Alberto L'Abate.

Mi ha insegnato molte delle cose che so e il metodo per studiarne altre.

Avremmo dovuto incontrarci questa estate, poi e' saltato tutto. Ora rimpiango che non ci saranno altre occasioni.

Un abbraccio a tutta la famiglia.

 

OLIVIER TURQUET RICORDA ALBERTO L'ABATE

Come tutte le persone buone Alberto continua a camminare, nella luce, nel sentiero che ha percorso per tutta la vita, il sentiero di coloro che sognano un mondo migliore.

Noi che restiamo qua, provvisoriamente, nel mondo della vita densa, possiamo e dobbiamo lenire la tristezza di non poter piu' condividere qui il fratello, l'amico, il maestro, il compagno di lotta ricordando che nulla abbiamo perduto della sua gentilezza, della sua fragilita', del suo ascolto, del suo humor, della sua saggezza.

Le ultime immagini che ho di lui sono di pochi giorni fa durante la riunione dei Disarmisti Esigenti per avanzare nell'azione per la firma del Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari: a Firenze aveva appena messo in moto un gruppo di lavoro e di azione per quest'importante obiettivo pacifista e nonviolento. Li' pensavo di vederlo la prossima volta.

Sicuramente, passato questo momento di distacco, sara' utile e necessario riflettere e raccontare quanto e' stato importante il suo contributo di idee, di sentimento e di azione a favore della causa della Pace, della Nonviolenza, di un mondo migliore. In questo momento, semplicemente, abbracciamo la famiglia, gli amici e prendiamo il solenne impegno di portare avanti, con le nostre possibilita', le sue idee, lotte, aspirazioni sapendo che questo e' il modo migliore di ricordarlo, onorarlo e ringraziarlo.

Pace nei cuori, luce nella comprensione dei misteri della Vita e della Morte.

Arrivederci, Alberto.

 

MAO VALPIANA RICORDA ALBERTO L'ABATE

Si e' spento Alberto L'Abate.

E' stato tra i pionieri della nonviolenza in Italia, un impegno che non ha mai abbandonato, fino all'ultimo giorno.

Lascia un grande vuoto, insieme a tutto cio' che di bellissimo che ha fatto nella sua vita.

 

IL CENTRO STUDI "SERENO REGIS" RICORDA ALBERTO L'ABATE

Carissimo Alberto,

appresa la notizia di questa tua inedita e nuova "partenza", ti ricordiamo con grande affetto e riconoscenza e sappiamo che continuerai a esserci vicino, nella compresenza dei morti e dei viventi, a portare avanti con noi il tuo infaticabile impegno per la nonviolenza.

Testimone di vita e di pensiero, di educazione e di azione ci sei stato amico, padre, fratello.

Hai onorato il nostro Centro Studi piu' volte con la tua presenza, l'ultima volta solo l'estate appena trascorsa, le tue riflessioni, i tuoi interventi, i tuoi progetti di azione e di trasformazione nel segno della pace.

Ci stringiamo ad Anna Luisa, tua compagna di vita, ad Alessandra, Irene, Giovanni, Michel e alle amate nipotine.

 

ANGELO BARACCA RICORDA ALBERTO L'ABATE

Terribile notizia! E' stato protagonista e al fianco di tutte le lotte contro il militarismo, una perdita enorme e incolmabile. Non trovo parole adeguate.

Mi piace pensare che le ultime cose che ha vissuto sono state positive e incoraggianti, dallo storico Trattato di Proibizione delle Armi Nucleari al Nobel per la Pace a Ican.

Rimarrai sempre con noi, Alberto!

 

ALESSANDRO MARESCOTTI RICORDA ALBERTO L'ABATE

Ho bellissimi ricordi della mitezza di Alberto L'Abate. La sua morte non spezza i fili dei ricordi ma - per persone come lui - li rafforza. Venne all'ultimo incontro nazionale di PeaceLink a Tavarnuzze.

Lo conobbi nel 1982 a San Gimignano - nella sua casa in campagna - ai tempi dei missili di Comiso, con i miei amici Gianni e Rosella, che mi guidavano verso un cammino di formazione nonviolenta, di cui inizialmente non ero convinto. Avevo 24 anni. Io ero entusiasta dei computer e del linguaggio di programmazione Basic, lui no. Eravamo molto diversi. Facemmo un lungo viaggio in corriera insieme, solo noi due, e mi colpi' la mitezza, la sua passione pacata, la sua differenza rispetto al mio carattere piu' impulsivo e ai miei acerbi cyber-entusiasmi vissuti in solitudine. Mi sembrava che lui avesse un'ispirazione dentro, una calma che attingeva ad una profondita' a cui avrei voluto avere anche io accesso, lo guardavo con curiosita' e interesse in quel lontano 1982 in cui io non ero convinto per nulla della sua nonviolenza.

Ho imparato pian piano a trasformare le mie idee, a plasmarle smussando gli spigoli superflui, e quella sua mitezza, accompagnata da una voce che ispirava serenita', mi e' rimasta sempre dentro, come una guida che - fra tante delusioni - garantiva fiducia.

Grazie Alberto per essere stato, per tanti di noi, un riferimento paterno, buono, esistenziale.

 

ELIO PAGANI RICORDA ALBERTO L'ABATE

Anche io ho avuto il piacere di conoscerlo. Un punto di riferimento per la nonviolenza in Italia. Mi unisco al congedo e alle condoglianze di tutti.

 

UMBERTO SANTINO RICORDA ALBERTO L'ABATE

Il Centro Impastato ricorda Alberto L'Abate, l'impegno di una vita per la pace e la nonviolenza.

Siamo lieti di essere stati fianco a fianco negli anni di Comiso, nelle mobilitazioni contro l'installazione dei missili a testata nucleare, e di avere condiviso riflessioni e progetti. Ci mancheranno la sua lucidita', la sua instancabilita' fino agli ultimi giorni.

Ciao Alberto!

 

LAURA TUSSI E FABRIZIO CRACOLICI RICORDANO ALBERTO L'ABATE

Sentite condoglianze. Gli volevamo molto bene. Mi chiedeva di scrivere recensioni per i suoi libri e le scrivevo con enorme piacere. Una grande persona.

Sarai sempre nei nostri cuori caro Alberto, nel nostro profondo spirito nonviolento.

 

LA CASA PER LA PACE DI VICENZA RICORDA ALBERTO L'ABATE

Ricordiamo Alberto L'Abate - Vicenza - Casa per la pace - martedi' 24 ottobre ore 18.30

Alberto L'Abate (1931-2017), una vita per la Nonviolenza

Ricordiamo Alberto e il suo impegno di ricerca e di azione per la nonviolenza. Alberto e' stato in molte occasioni a Vicenza dando il suo prezioso contributo di idee e progetti alle iniziative della Casa per la Pace e alle lotte contro la militarizzazione del territorio (No Dal Molin!). Invitiamo i molti amici vicentini che l'hanno conosciuto e quanti vorrebbero conoscere la sua storia di vita a ritrovarsi con noi partecipando ad un momento di ricordi personali e di riflessione sulle sue idee.

Incontro: martedi' 24 ottobre 2017 ore 18.30-19.30 presso la Casa per la Pace, via Porto Godi 2, Vicenza.

 

"LA NUOVA SARDEGNA" RICORDA ALBERTO L'ABATE

Anche a Tempio ha provocato un moto di forte emozione la notizia della morte di Alberto L'Abate, una delle voci piu' autorevoli e ascoltate del movimento nonviolento italiano.

A sentire l'entita' della perdita sono soprattutto quelle comunita' al cui interno operano intellettuali e volontari che ispirano la loro azione alle idee di Aldo Capitini e Danilo Dolci.

Tempio, non a caso, e' citta' che appartiene alla geografia nazionale del pensiero nonviolento, e cosi' la morte di uno dei suoi leader riconosciuti e' stata accolta con immaginabile costernazione. Questo anche perche' L'Abate aveva costruito un rapporto con la citta' gallurese diventato sempre piu' solido negli anni. A Tempio, ma cosi' anche in altre localita' dell'Isola come Ghilarza, il pacifista pugliese e' stato piu' volte in visita, e spesso per sostenere la causa degli ideali nonviolenti di cui e' stato uno dei testimoni piu' accreditati.

"Alberto L'Abate - dichiarano i nonviolenti tempiesi - e' stato per noi una guida e un esempio luminoso di dedizione instancabile e generosa alla causa della pace, della nonviolenza e del disarmo. Basterebbe tenere presente la sua recente campagna per far conoscere il libro di Cassola sulla rivoluzione disarmista, un'opera che gli attuali scenari internazionali rendono oggi fortemente attuale". Basterebbe pensare poi ai seminari tenuti da L'Abate anche di recente a Ghilarza, ai quali hanno preso parte anche diversi tempiesi. "In quelle occasioni - dichiarano - abbiamo potuto scoprire e stimare uno studioso profondo, umile e aperto, un ascoltatore attento, un suscitatore di interrogativi, di passioni e di impegno costante per costruire un mondo piu' giusto". Quasi certamente, anche in citta' non manchera' l'occasione per ricordarne in pubblico la persona e l'insegnamento".

 

PIERANGELO MONTI RICORDA ALBERTO L'ABATE

E' morto Alberto L'Abate, un grande testimone della nonviolenza, studioso e attivista, che tanto ha dato ai movimenti per la pace, fino alla sua morte a 86 anni. E' morto nella sua Firenze il 19 ottobre, lo stesso giorno in cui nel 1968 moriva Aldo Capitini, di cui Alberto era stato amico e collaboratore e poi militante nel Movimento Nonviolento fondato da Capitini.

Negli ultimi due mesi ho avuto la fortuna di incontrarlo e di gustare la sua sapienza e la cultura, l'affabilita' e la serenita' che trasmetteva, la forza delle sue convinzioni insieme al rispetto delle idee altrui. In agosto lo invitai a parlare di Carlo Cassola al castello di Albiano e visito' il Centro Gandhi di Ivrea; poi abbiamo partecipato, sempre insieme alla sua inseparabile moglie Anna Luisa e alla figlia Alessandra, all'assemblea del Mir a Napoli, dove l'abbiamo nominato Presidente onorario del Mir. Un anno fa eravamo alla Verde Vigna di Comiso, alla quale ha dedicato tante energie, fin da quando inizio' nell'80 la vincente protesta contro l'installazione dei missili Cruise. Ancora adesso era il referente principale di questa base pacifista.

Ovunque si tenessero iniziative per il disarmo e la pace Alberto era presente, come promotore, relatore o semplice manifestante, ma sempre con umilta'.

E' stato Presidente del Servizio Civile Internazionale (S.C.I.), fondatore dei Berretti Bianchi e fino all'ultimo Presidente onorario di Ipri - Rete Corpi Civili di pace, Come docente universitario, ha promosso il corso di laurea in "Operazioni di pace, gestione e mediazione dei conflitti" dell'Universita' degli Studi di Firenze, dove ha insegnato sociologia dei conflitti e ricerca per la pace. Ha promosso e condotto l'esperienza dell'ambasciata di pace a Pristina, nella "Campagna Kossovo per la nonviolenza e la riconciliazione". Negli ultimi anni e' stato promotore a Firenze de La Fucina della Nonviolenza.

Noi proseguiamo nel cammino di pace che Alberto ci ha indicato, e lui riposi in pace; in quella pace che ha tanto cercato, amato e testimoniato, per la quale ha speso la vita e che ha insegnato.

 

ANNA NOCENTINI ALBERTO L'ABATE

E' morto qualche giorno fa Alberto L'Abate. Sociologo, pacifista, creo' nell'Universita' di Firenze il corso di laurea Operatori di pace. Era spesso in mezzo a noi nelle manifestazioni fiorentine e nazionali, insieme alla moglie, anche lei impegnata fin dai tempi dell'opposizione all'installazione dei missili a Comiso. Molti di noi cominciarono a riconoscerlo durante i tempi del Social Forum fiorentino, al quale partecipo' con grande impegno. Finche' la salute glielo ha consentito ha partecipato attivamente nelle operazioni di pace fin dagli anni '90, quando era a Baghdad insieme ai Volontari in Medio Oriente; e successivamente in Kosovo, di cui era profondo conoscitore.

In Italia il suo impegno di docente universitario si sommava a quello di formatore alle pratiche della nonviolenza, che era diventata la caratteristica della sua vita e del suo insegnamento.

Lunedi' 30 ottobre nel pomeriggio alle ore 17, in via Manzoni 21, si svolgera' la commemorazione presso la sede della Comunita' fiorentina della Chiesa Valdese.

 

LA FAMIGLIA TORTORETO LEONARDI RICORDA ALBERTO L'ABATE

Sarai sempre dentro di noi, insieme a noi

Alberto L'Abate

uomo della nonviolenza, costruttore di pace, fratello della comunita' valdese di Firenze.

Con immenso amore

famiglia Tortoreto Leonardi

 

LA FONDAZIONE ALEXANDER LANGER STIFTUNG RICORDA ALBERTO L'ABATE

E' morto il 19 ottobre Alberto L'Abate. E' stato uno dei "padri nobili" della nonviolenza italiana, amico e collaboratore di Aldo Capitini.

Con l'area umanitaria della Formazione Professionale di Bolzano e con la nostra Fondazione ha con competenza e passione insegnato nei Corsi/Master per operatori di pace.

Nel suo blog si trovano momenti della straordinaria e generosa vita che ci ha donato.

 

"OFFICINE DEGLI SCARABOCCHI" RICORDA ALBERTO L'ABATE

Il 19 ottobre si e' spento a Firenze Alberto L'Abate, "padre nobile" della nonviolenza italiana.

Era un sociologo, studioso dei conflitti e della prevenzione della guerra, attivo in manifestazioni e movimenti nonviolenti, sempre in cammino per la Pace.

Cammino che lo ha portato dalla Sicilia al Kosovo, di fianco a chi il conflitto lo subiva, come ambasciatore di pace, come professore e formatore, come ricercatore, seguendo la scia dell'amico Aldo Capitini.

Grazie Alberto per il tuo impegno e per la testimonianza che sei!

 

OPERAZIONE COLOMBA RICORDA ALBERTO L'ABATE

Alberto era un caro amico, con cui abbiamo anche vissuto un periodo insieme in Kossovo prima che scoppiasse la guerra; era un amico della Nonviolenza che ci ha fatto conoscere la generazione di combattenti di una guerra senza odio che ci ha preceduti.

Crediamo sarebbe contento di sapere che continueremo sulla strada indicata da Dolci, Milani, Balducci, Lanza del Vasto...

Una persona umile e determinata, mai violenta.

Un abbraccio alla famiglia e agli amici.

 

MICHELE BOATO E MARIA COSSU RICORDANO ALBERTO L'ABATE

Ciao Alberto,

ti vediamo a Montalto di Castro con gli indiani metropolitani, a Comiso, a occupare la base dopo la lunga marcia da Catania e poi a tessere la Ragnatela della pace con AnnaLuisa, ad Aviano con Peppe Sini e don Albino Bizzotto, contro i missili e i bombardieri in partenza per quell'Irak e quel Kossovo che ti hanno visto ambasciatore di pace e "schermo umano" contro gli Stranamore politici e militari.

Attivo e vivace fino all'ultimo, anche da noi in Ecoistituto del Veneto, l'anno scorso, a spiegare come sia possibile fermarli e come le vere rivoluzioni sono state solo quelle nonviolente. Sei qui con noi, cammini con Aldo Capitini, Danilo Dolci e Piero Pinna.

 

GIANCARLA CODRIGNANI RICORDA ALBERTO L'ABATE

Un maestro. Un grande amico.

 

ANGELA DOGLIOTTI E BEPPE MARASSO RICORDANO ALBERTO L'ABATE

Pensando ad Alberto il nostro pensiero va ad una giornata di sole nello splendore di piazza della Signoria.

Non lo conoscevamo che di fama. Eravamo molto interessati a conoscerlo di persona. Ci venne incontro con il sorriso e la vigoria di un giovane papa' in pantaloni corti, che portava sulle spalle un bimbo che, ci disse poi, si chiamava Giovanni, l'ultimo nato, dopo Alessandra e Irene.

Quella visione lieta, familiare, solare ci ha sempre accompagnato via via che la conoscenza si approfondiva e per i suoi studi ed il suo operare emergeva come uno dei leader della nonviolenza, non solo italiana.

E' stato lui a "connetterci" con Aldo Capitini, che noi non avevamo personalmente conosciuto; e' stato lui a sostenere, mettendo a disposizione casa e terreno, indimenticabili campi estivi di formazione alla nonviolenza alla Casa per la Pace di San Gimignano. E' stato lui a proporre la pratica faticosa, pericolosa ma vera della diplomazia popolare nonviolenta, prima per tentare di contrastare la guerra che il presidente Bush avrebbe scatenato contro Saddam Hussein, poi per scongiurare la guerra in Kosovo, dove rimase per due anni, con la moglie Anna Luisa, attivando un'ambasciata di diplomazia popolare a Pristina.

Non era evidentemente possibile, data l'immensa sproporzione di forze, che si riuscisse a fermare quelle guerre, mosse da interessi mostruosi e da culture radicate nella legittimazione della violenza. Ma non era quello l'obiettivo perseguito. Era gia' importante affermare una possibilita', sia pur remota, era necessario aprire, anche solo a livello mentale, lo spiraglio di altre strade e potenzialita'.

Di questa possibilita' Alberto e' sempre stato coerentemente persuaso. Fino alla sua eta' piu' tarda. Fino a ora. Fino al 17 agosto, quando, accompagnato da Alessandra, Anna Luisa e altri amici, venne al Centro Studi Sereno Regis, o al 23 agosto, quando onoro' di una sua visita la nostra cascina Matarel di Neive, dove vennero ad incontrarlo anche amici di Alba che erano stati con lui in Kossovo. Ci parlo' di Cassola, che aveva individuato la necessita' di una rivoluzione nonviolenta come superamento dei limiti delle rivoluzioni cristiana (compromessa con il potere dopo Costantino), francese (degenerata nella fase del "terrore"), socialista (degenerata nello stalinismo), e ci sprono' all'impegno con il suo esempio di instancabile tessitore di pace.

Era stato al congresso nazionale del Movimento Nonviolento a Roma e all'Assemblea nazionale del Mir a Napoli, e ancora a Comiso, per realizzare il sogno di una Verde Vigna rivitalizzata e rinata come nucleo attivo di nonviolenza costruttiva nei luoghi che avevano visto le grandi lotte contro l'installazione dei missili negli anni Ottanta, lotte di cui Anna Luisa, con le donne della Ragnatela, e lui stesso, erano stati protagonisti.

Quando aveva compiuto i settant'anni, con Nanni Salio organizzammo un convegno sull'Educazione alla Pace centrato su Ricerca, Educazione, Azione: chi meglio di lui era stato capace di tenere insieme questi tre ambiti, nella sua vita di studioso, ricercatore per la pace e docente universitario, educatore e attivista in tutte le principali lotte nonviolente dagli anni Sessanta ad oggi?

Era un vero persuaso della nonviolenza: forte e mite allo stesso tempo, tenace e flessibile, fermo e dialogante. E ci ricordava sempre che Gandhi, parallelamente alla lotta, riteneva necessario avviare da subito un programma costruttivo, che non delegasse ad altri, o al domani, il compito di iniziare la costruzione di una societa' piu' equa e giusta, sostenibile e nonviolenta.

Lui ci ha provato. Ci manchera'.

 

ERMETE FERRARO RICORDA ALBERTO L'ABATE

Con grande dolore ho appreso della morte di Alberto L'Abate, un vero profeta della nonviolenza, cui tutti/e dobbiamo molto. Fino a poche settimane fa ci aveva fatto l'onore della sua presenza e saggezza anche a Napoli, in occasione del Convegno sul Disarmo Nucleare e dell'Assemblea Nazionale del Mir Italia , di cui era stato nominato Presidente Onorario.

Le nostre strade - nonostante la mia quarantennale presenza nei movimenti nonviolenti - si sono intrecciate abbastanza tardi. Ho subito avvertito in lui, pero', la profonda saggezza dell'uomo che ha molto da insegnare ma conserva la sua semplicita' e mitezza senza nulla perdere in autorita'.

Io e mia moglie Anna lo ricordiamo con profondo affetto nelle sue due ultime trasferte napoletane, in cui abbiamo potuto apprezzare anche la sua tenerezza di marito e di padre. Siamo pertanto idealmente vicini alla carissima consorte Anna Luisa ed alla figlia Alessandra, di cui conserviamo un bel ricordo personale.

Un uomo come Alberto L'Abate lascia un segno indelebile negli animi di chi gli e' stato accanto ed anche noi del Mir di Napoli ci sentiamo vicini a Lui, nello spirito della compresenza capitiniana e della condivisione della nonviolenza come mezzo e come fine.

Ciao Alberto, riposa in pace al termine del tuo cammino terreno. Noi faremo quanto possiamo per proseguire sulla strada che hai cosi' autorevolmente segnato, impegnandoci ancora di più sulla non facile via della ricerca e dell'azione per la pace.

 

 

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