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28 aprile 2017
I nazionalisti entrano nel parlamento di Skopje, malmenati deputati e poliziotti
Botte da orbi ieri nel parlamento di Skopje, in Macedonia, dove un folto gruppo di militanti di destra sono riusciti ad entrare e a malmenare deputati e poliziotti, tra cui il leader del partito di maggioranza, Zoran Zaev, la sua vice Radmila Šekerinska, e il deputato di etnia albanese Zijadin Sela, che è rimasto ferito. Alla fine il numero dei contusi e feriti si è attestato sulla centiania. Il tutto è avvenuto dopo che la maggioranza (Sdsm e partiti di etnia albanese) aveva annunciato l’intenzione di procedere con la formazione di un governo.
I nazionalisti non vedono di buon occhio l’eventualità di un governo fatto da socialisti e da partiti albanesi in quanto ritengono che si possa arrivare a riforme che diano troppo spazio alle minoranze etniche.
Il partito conservatore Vmro-Dpmne, a cui appartiene il presidente della Repubblica Gjorge Ivanov, non è entrato in maggioranza e contrasta socialisti e albanesi spingendo sulla “minaccia alla sovranità del paese”.
I manifestanti hanno urlato slogan, sventolato bandiere e striscioni, asserendo che i politici “Vogliono cambiare bandiera, inno, insegne militari”.
Tuttavia in ballo c’è anche il caso delle intercettazioni, le quali che nel 2015 hanno messo in crisi il governo di Nikola Gruevski, il leader del Vmro-Dpmne: all’unità investigativa incaricata di indagare sulla corruzione serve infatti un nuovo reincarico da parte del parlamento, ma i nazionalisti ritengono che essa sia a sua volta corrotta e che quindi non sia meritevole di essere autorizzata a procedere nelle indagini.