http://www.greenreport.it/ 21 luglio 2017
Schiume sintetiche: a milioni sulla costa francese della Manica, come a giugno in Toscana e Liguria
Episodi simili anche nel 2016. A maggio spugne di paraffina spiaggiate anche in Inghilterra
La Côte d’Opale e il Parc Naturel regional des Caps et Marais d’Opale sono costellati di spiagge sabbiose incontaminate che si affacciano sulle acque francesi della Manica, ma da una settimana su questo litorale del nord sembrava di essere ritornati a quanto accaduto a inizio giugno all’Isola d’Elba e sulle coste della Toscana e in alcune località della Liguria: si sono spiaggiate milioni di morbide e piccole schiume giallastre.
Queste schiume sintetiche che sembrano spugne hanno invaso 30 km di coste e spiagge come La Slack, Wimereux, Le Portel, Equihen-Plage, Hardelot, Le Touquet, Stella e Berck. Inizialmente, come successo un mese prima in Italia, gli esperti non capivano bene di cosa si trattasse, ma poi le strane sostanze sono state identificate dopo che una squadra di vigili del fuoco è stata incaricata di raccogliere campioni del materiale che è stato analizzato dal Centre de documentation, de recherche et d’expérimentations sur les pollutions accidentelles des eaux (Cedre), un’istituzione indipendente creata nel 1979 creata nel quadro delle misure prese dopo il naufragio della petroliera Amoco Cadiz. Le Voix du Nord spiega che, secondo i risultati comunicati alla prefettura di Pas-de-Calais. «Le sostanze gialle che si sono spiaggiate da venerdi (14 luglio, ndr) sulle spiagge da Berck a Ambleteuse si sono rivelate essere paraffina». In un comunicato la Prefettura di Pas-de-Calais ha confermato quanto già detto in Toscana dall’Arpat: «La paraffina non presenta pericolo per la salute pubblica o per la fauna e la flora. Non ha alcun impatto sugli impianti di allevamento di ostriche o la pesca». Ma diverse associazioni ambientaliste francesi – come già fatto da Legambiente in Italia – ribattono che si tratta comunque di sostanze derivanti da idrocarburi e l’impatto sulla fauna e la catena alimentare marine esiste.
Secondo la Prefettura francese, ad oggi, l’inquinamento da spugne paraffiniche sarebbe valutabile in 33 m3 e gli ultimi sorvoli della costa in elicottero non rivelano ulteriori tracce di schiume sintetiche gialle dopo la bonifica. Ma controlli sono ancora in corso, visto che alll’Isola d’Elba le “spugne” gialle sintetiche sono state trovate da Goletta Verde ancora a fine giugno e che il progetto Vele Spiegate di pulizia delle spiagge e censimento del marine litter nell’Arcipelago Toscano le ha trovate ancora a luglio.
La cera di paraffina è utilizzata nella fabbricazione di molti prodotti, tra cui candele, pastelli e additivi alimentari e Live Science dice che si tratta di sostanze trasportate spesso in grandi quantità da petroliere e, dato che la Manica è molto trafficata, una delle tante navi che attraversano le sue acque potrebbe essere responsabile dell’invasione di spugne artificiali.
Jonathan Hénicart, presidente di Sea-Mer Asso, ha spiegato alla CBC che «Le navi sono autorizzate a scaricare residui di cera paraffinica in mare, ma in quantità limitate e lontano dalla riva». Ma Hénicart fa notare che «l’enorme quantità di schiuma gialla porta a credere che qualcuno abbia svuotato il residuo vicino a terra».
Non è la prima volta che globuli di paraffina invadono la costa di un Paese europeo: quest’anno, prima della Toscana e Liguria, era toccato alle spiagge del nord dello Yorkshire, in Inghilterra. Gli ambientalisti di Sea-Mer Asso ricordano che «Due allarmi inquinamento relativi degli spiaggiamenti di paraffina industriale sono stati lanciati nel 2016. L’associazione si è sforzata di sensibilizzare le istituzioni pubbliche sui pericoli e ai fastidi che rappresentano queste sostanze e ha realizzato diverse bonifiche. Le palline di paraffina industriale, di olio vegetale o animale e gli ammassi di grasso fuoriusciti dalle fogne fanno pate dell’attività quotidiana dei raccoglitori di rifiuti. Lo scarico a mare dei residui della pulizia delle serbatoi delle navi-cisterna è una pratica autorizzata ad alcune condizioni da Marpol e dall’OMI. Queste autorizzazioni di scarico a mare di sostanze liquide che possono solidificarsi sono attualmente in corso di rivalutazione».
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