Fonte: Journal-neo Nov 26, 2017
Perche’ i Rockefeller cercano di distruggere gli agricoltori? di William Engdahl Traduzione di Anacronista
Per gran parte del secolo scorso, la cultura pop occidentale ha sistematicamente denigrato e sminuito quella che dovrebbe essere la professione più onorevole di tutte. Chi lavora la terra giorno dopo giorno per produrre il cibo che mangiamo ha troppo spesso assunto lo stesso stato sociale della terra che dissoda. Nessuno si pone una semplice domanda: cosa faremo una volta che avremo fatto fuori tutti gli agricoltori? Alcuni ingenui cittadini diranno: “Ma abbiamo la produzione industrializzata; ormai non c’è più bisogno di lavoro agricolo manuale.”
La rivoluzione agricola dei Rockefeller A chi fra noi si rapporta con la carne, i latticini e gli ortaggi solo al supermercato, viene detto che questo è un grande successo: la liberazione di quasi 23 milioni di lavoratori agricoli verso impieghi urbani e una vita migliore.
Dopo gli anni ’50, negli USA l’allevamento di maiali, vacche, bovini e pollame diventò gradualmente industrializzato. I pulcini vennero confinati in spazi così minuscoli che potevano appena stare in piedi. Per farli crescere più in fretta vennero riempiti di antibiotici e nutriti di mais e soia OGM. Secondo il Consiglio per la Difesa delle Risorse Naturali, l’80% degli antibiotici venduti negli Stati Uniti viene usato negli allevamenti animali, non dagli esseri umani. Gli antibiotici vengono somministrati agli animali mescolati al cibo o all’acqua, per accelerare la crescita. Dopotutto, il tempo è denaro. Gli agricoltori tradizionali, com’era stato mio nonno in Nord Dakota, vennero in gran parte fatti lasciare la terra dalle politiche del ministero per l’agricoltura, che hanno favorito l’industrializzazione senza curarsi della qualità del cibo risultante. I trattori diventarono macchine mastodontiche computerizzate, guidate dal GPS. Un trattore così poteva essere telecomandato e fare il lavoro di molti agricoltori.
Mentre i negoziati del GATT stavano per dare ai giganti statunitensi dell’agrobusiness quello che volevano (ovvero la libertà di violentare l’UE e altri mercati agricoli con i loro prodotti industriali, e di distruggere milioni di agricoltori europei che avevano coltivato la terra con passione per generazioni) mi recai a Bruxelles per intervistare da giornalista un burocrate UE di alto livello, responsabile per l’agricoltura. Sembrava ben istruito, era multilingue, danese di nascita. Ebbene, questi argomentò in difesa del libero commercio, dichiarando: “Perché dovrei pagare tasse in Danimarca per permettere agli agricoltori bavaresi di restare sul mercato con i loro appezzamenti minuscoli?”
La risposta, che allora tenni per me, è: semplicemente perché l’agricoltore familiare tradizionale è il solo adatto a fare da intermediario tra noi e la natura e a produrre cibo sano per gli uomini e gli animali. Nessuna macchina può sostituire la devozione e passione personale che ho visto ogni volta in tutti gli agricoltori che ho incontrato, i quali davvero si prendono cura del loro bestiame e raccolto.
Pesticidi e depressione Questo è stato dimostrato in test indipendenti sugli effetti tossici sugli animali e perfino sulle cellule umane di un embrione. Ora, indipendentemente dagli OGM, nuovi test dimostrano che i pesticidi chimici spruzzati sui raccolti provocano danni neurologici come depressione, Parkinson e perfino suicidio sugli agricoltori che li spargono. L’Istituto Nazionale Statunitense di Scienze della Salute Ambientale ha condotto un importante studio su 89.000 agricoltori e altri applicatori di pesticidi in Iowa e Nord Carolina. Il gigantesco studio ha concluso che “l’uso di due classi di pesticidi, (fumiganti e insetticidi organoclorurati) e di 7 pesticidi individuali […] era associato con i casi di depressione.
Vedi: http://dx.doi.org/10.1289/ehp.1307450 La ricerca ha collegato l’uso prolungato dei pesticidi a maggiore incidenza di depressioni e suicidi. Anche una dose notevole in un breve periodo raddoppia il rischio di depressione. Dopo aver taciuto i sintomi neurologici per anni, gli agricoltori e le loro famiglie hanno cominciato a parlare. Lorann Stallones, epidemiologa e professoressa di psicologia alla Colorado State University, afferma: “C’è stato un cambiamento, in parte perché ci sono più persone che dicono di essere state mentalmente debilitate.” Vedi: Scientific American-High Rates of Suicide, Depression, Linked to Farmers.
L’epidemiologa Freya Kamel e i suoi colleghi hanno riportato che, tra 19.000 casi esaminati, quelli che avevano usato insetticidi organoclorurati avevano fino al 90% di probabilità in più di essere diagnosticati con depressione. Per i fumiganti il rischio era maggiore dell’80%.
Al contrario, i nostri governanti nell’UE e negli USA fanno di tutto per scoraggiarlo: cosa in effetti molto stupida, a meno che, ovviamente, alcuni aridi oligarchi drogati dal potere, seduti sulla cima della loro montagna a guardare con disprezzo noi comuni mortali, abbiano deciso che è proprio quello che vogliono. In questo caso, è compito nostro smettere di rivolgerci alla montagna e guardare cosa noi stessi abbiamo accettato come normale, quello che sta lentamente uccidendo noi e gli agricoltori che ci nutrono. Forse è arrivato il momento di cambiare questa situazione malata.
F. William Engdahl è un consulente e docente di rischi strategici; laureato in politologia alla Princeton University e autore di best-seller sul petrolio e la geopolitica.
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