http://lepersoneeladignita.corriere.it/ 21 giugno 2017
Sud Sudan: cinque mesi di stragi, sfollamenti di massa, incendi e saccheggi di Riccardo Noury
Il conflitto iniziato alla fine del 2013 nel Sud Sudan è stato costantemente segnato da violenze efferate tra le etnie. Ma quello che è accaduto alla minoranza shilluk è un fatto sconcertante e senza precedenti. Cinque mesi di offensiva militare per riconquistare territorio sulla riva occidentale del Nilo Bianco hanno causato lo sfollamento di quasi tutta la popolazione shilluk. L’offensiva, sostenuta da milizie governative di etnia dinka, ha determinato la sconfitta di un gruppo armato di opposizione denominato Agwelek, composto da shilluk e diretto da Johnson Olony. Il prezzo pagato dalla popolazione civile è stato altissimo: intere zone del territorio degli shilluk devastate dai colpi d’artiglieria (in almeno un caso c’è stato un attacco aereo con un vecchio Antonov) case saccheggiate e poi date alle fiamme (a volte con anziani e disabili all’interno), saccheggi di qualunque cosa fosse a portata di mano. Amnesty International ha raccolto immagini satellitari che mostrano la distruzione di case e altre strutture civili nel centro del villaggio di Wau Shilluk, tra cui un radd(tempio tradizionale). La maggior parte degli abitanti del territorio vive nei tukul,capanne col tetto di paglia facilmente infiammabili. Anche se l’offensiva è terminata, la maggior parte degli shilluk non è tornata indietro. Decine di migliaia sono andati a nord per diventare rifugiati in Sudan (altri 900.000 sono arrivati in Uganda da altre zone di conflitto) e circa 10.000 vivono in condizioni squallide nel campo di Aburoc, protetto da un piccolo contingente di soldati Onu, dove manca di tutto e vi sono già stati casi di colera.
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