RT – lantidiplomatico - 19/04/2016 - Il rappresentante russo presso l'ONU a Ginevra, ha dichiarato che i gruppi estremisti hanno controllato l'opposizione siriana nei colloqui di pace per la Siria. "La decisione dell'opposizione siriana di sospendere la sua partecipazione ai negoziati di pace per la Siria è la prova che, purtroppo, gli estremisti ora controllano la delegazione degli oppositori in Siria", ha sottolineato, Alexei Borodavkin, in un’intervista concesso all'agenzia di stampa russa TASS. Inoltre, Borodavkin ha anche indicato che i colloqui continuano senza la presenza di gruppi che si sono ritirati da questo processo politico, dicendo che i gruppi di opposizione, "diverso da quello dei gruppi sostenuti dall'Arabia Saudita," continuano a partecipare ai colloqui di pace. http://www.asianews.it 19/04/2016
Conflitto siriano: l’opposizione sospende la partecipazione ai colloqui di pace Onu
I vertici dell’Alto comitato per i negoziati (Hnc) protestano contro l’escalation di violenze che ha investito il Paese. Per le opposizioni l’esercito governativo “ha peggiorato la situazione”. Secondo Damasco "Arabia Saudita, Qatar e Turchia vogliono far fallire i negoziati". Le Nazioni Unite mediano fra le parti, anche se “il divario resta ampio”.
La diplomazia internazionale Onu è impegnata in queste ore a salvare i dialoghi di pace sulla Siria in corso a Ginevra, in Svizzera. Le opposizioni hanno sospeso la “partecipazione formale” ai negoziati “indiretti”, per protesta contro l’escalation di violenze che ha investito il Paese in questi ultimi giorni, in violazione alla tregua. I combattimenti si concentrano in particolare attorno ad Aleppo, la “capitale del nord”, come confermato nei giorni scorsi ad AsiaNews dal vicario apostolico dei latini. Inoltre, l’Alto comitato per i negoziati (Hnc), la più importante fazione ribelle e sostenuta dai sauditi, non è più disposto ad accettare il veto governativo sul futuro del presidente Bashar al Assad. Secondo quanto riferisce Salem al-Meslet, portavoce Hnc, “dall’inizio dei colloqui a Ginevra, il regime di Assad ha peggiorato la situazione sul terreno”, in particolare ad Aleppo dove si sono concentrate le peggiori violenze. Al riguardo, secondo mons. Georges Abou Khazen è stata al Nusra a dare il via ai combattimenti, trascinando con sé gli altri gruppi. Per i vertici dell’opposizione i colloqui devono essere messi “in attesa” ed è necessario concentrarsi sulle modalità per “mettere fine alle violazioni della tregua” da parte del governo, autore di 2mila violazioni dal 27 febbraio scorso. Le opposizioni, conclude Meslet, si impegnano a trovare una soluzione politica alle violenze e perseguire la via della pace attraverso la diplomazia. Per questo, nonostante la sospensione dei negoziati, i vertici Hnc restano “a Ginevra, pronti a intavolare trattative serie”. Immediata la replica dei rappresentanti di Damasco, che accusano Arabia Saudita, Turchia e Qatar - vicini alle opposizioni - di cercare in tutti i modi di far fallire i negoziati. I loro governi, afferma Bashar al-Jaafari, “non vogliono fermare il bagno di sangue in Siria e non vogliono una soluzione politica” a un conflitto che, dal marzo 2011, ha causato almeno 270mila morti e milioni di sfollati, originando un’emergenza umanitaria senza precedenti. Il portavoce del governo siriano punta il dito contro le opposizioni e i Paesi che le sostengono, che sarebbero irritati “dalla pressione esercitata sul terreno dall’esercito siriano”. Il quale, va ricordato, nelle ultime settimane ha riconquistato alcune zone strategiche e dall’importanza storico culturale come Palmira. Impegnato a mediare le parti, l’inviato speciale Onu per la Siria Staffan de Mistura avverte che è necessario continuare i dialoghi, che hanno preso il via il 13 aprile scorso, come da programma. La delegazione Onu incontrerà le opposizioni nel loro hotel a Ginevra “per proseguire le discussioni tecniche”, compresa la parte riguardante la transizione politica. Anche se, avverte de Mistura, “il divario [fra le parti] resta ampio”. A dispetto dell’impegno dei rappresentanti delle Nazioni Unite, la scelta delle opposizioni costituisce un duro colpo per le speranza di pace e i negoziati in vista di una soluzione politica che preveda: una nuova Costituzione; elezioni presidenziali; elezioni parlamentari, da completare entro il settembre 2017. Intanto le potenze internazionali cercano di salvare la fragile tregua e premono per i negoziati. In un colloquio telefonico il presidente russo Vladimir Putin e l’omologo statunitense Barack Obama hanno raggiunto un accordo volto a rafforzare il cessate il fuoco, giudicandolo “essenziale” in vista di una - futura - pace duratura. Entrambi insistono poi sul grande “significato” dei colloqui in Svizzera sotto l’egida Onu, unica speranza di pace per il Paese. |