http://www.notiziegeopolitiche.net/ 14 febbraio 2016
Putin e Obama si sentono al telefono. I turchi bombardano i curdi in Siria. I caccia sauditi volano a Incirlik di Enrico Oliari
Dopo le tensioni delle ultime ore, per cui sono sembrati saltare gli accordi raggiunti a Monaco, il presidente Usa Barak Obama e quello russo Vladimir Putin si sono sentiti con una telefonata che già di per sé ha abbassato le tensioni. Solo ieri il premier russo Dmitri Medvedev aveva parlato di Guerra Fredda, ed il capo della diplomazia Usa aveva minacciato: che “al-Assad deve rispettare gli impegni presi o ci saranno truppe di terra aggiuntive”. I due leader hanno ravvisato la necessità di colpire lo Stato Islamico, mentre oggi i raid russi sono concentrati sui ribelli e gli alleati qaedisti di Aleppo, città allo stremo e dove la situazione umanitaria è arrivata a livelli insostenibili. Il fatto è che dagli accordi di Monaco è risultato che la Russia continuerà a colpire l’Isis e Jabat al-Nusra (al-Qaeda), e ad Aleppo come a Idlib vi sono molti jihadisti di questa formazione. A credere che la Russia e l’Iran “falliranno nel loro tentativo di salvare Bashar al-Assad” è l’Arabia Saudita, la stessa ha preteso di portare Ahrar al-Sham e Jaysh al-Islam (terroristi per Damasco) ai colloqui di Ginevra e la stessa che finanzia i gruppi ribelli come pure Jabat al-Nusra facendo giungere armi, denaro e supporti attraverso la Turchia. Nonostante questo il ministro degli Esteri saudita Adel al-Jubeir ha affermato in conferenza stampa che Mosca “deve fermare i suoi raid aerei contro l’opposizione moderata siriana”, anche perché la caduta del presidente siriano “è solo questione di tempo, prima o dopo il regime cadrà, aprendo la strada per una nuova Siria senza al-Assad”. Obama e Putin hanno concordato di implementare la cooperazione fra le rispettive agenti al fine di arrivare ad un coordinamento delle azioni, necessario per giungere al cessate-il-fuoco concordato a Monaco. Tuttavia, mentre i militari di Damasco supportati dagli Hezbollah libanesi e da elementi dei Pasdaran iraniani continuano ad avanzare, a bombardare in Siria è ora la Turchia, che colpisce le postazioni dei curdi dell’Ypg nei pressi della frontiera di Oncupinar, utilizzando come scusa il fatto che non vengono tollerate minacce lungo la frontiera. Il governo siriano ha denunciato su Russia Today che “i turchi hanno anche colpito con la sua artiglieria le postazioni dell’Esercito siriano nel nord della provincia di Aleppo”. Immediatamente la Francia ha chiesto alla Turchia di fermare i bombardamenti sui curdi siriani, dei quali sarebbero morti già due miliziani. E Damasco è tornata a chiedere una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu, ed ha condannato “i ripetuti crimini turchi e gli attacchi contro il popolo siriano e l’integrità territoriale della Siria”. L’Arabia Saudita ha schierato in Turchia, presso la base aerea di Incirlik, alcuni jet, ufficialmente “per intensificare le proprie operazioni contro l’Is in Siria”. Lo ha comunicato il generale Ahmed al-Assiri alla tv saudita al-Arabiya, spiegando che “I jet sauditi sono presenti con i loro equipaggi per intensificare le operazioni aeree oltre alle missioni lanciate in Arabia Saudita”. A Latakia i russi hanno impiantato da settimane sistemi missilistici anti aerei: difficile pensare che Mosca potrà tollerare per i caccia sauditi obiettivi diversi da quelli annunciati. |