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Siria, la risoluzione Onu sui crimini di guerra di Riccardo Noury Amnesty International
Mercoledì sera l’Assemblea generale delle Nazioni Unite ha approvato con 105 voti a favore, 15 contrari e 52 astensioni, una risoluzione promossa dal Liechtenstein che istituisce un meccanismo indipendente internazionale per l’accertamento delle responsabilità dei crimini di guerra e contro l’umanità commessi in Siria dal marzo 2011.
Una risoluzione importante, che apre un argine contro l’impunità che ha contraddistinto, a partire dal 2012, quasi cinque anni di gravissime violazioni del diritto internazionale umanitario: attacchi illegali e indiscriminati contro centri abitati e infrastrutture civili (prime tra tutti, gli ospedali), uso di armi vietate (bombe a grappolo ma anche armi chimiche) o rudimentali (i barili bomba sganciati dall’aviazione governativa così come le “armi del diavolo”, cannoni improvvisati usati dai gruppi armati di opposizione). Quella della Siria continua a essere una delle più strazianti tragedie dei nostri tempi e rappresenta anche un’evidente prova del fallimento di quel sistema internazionale, istituito intorno al Consiglio di sicurezza, che dovrebbe prevenire atrocità che sconvolgono la coscienza dell’umanità.
Un attimo dopo l’approvazione della risoluzione, è sorta inevitabile la domanda: perché è passato così tanto tempo? Amnesty International sin dal 2011 aveva chiesto il deferimento della situazione della Siria alla Corte penale internazionale. Se fossero stati messi sotto inchiesta i principali responsabili della distruzione della Siria, forse il livello di efferatezza raggiunto negli anni successivi sarebbe stato evitato. Forse, alcuni di coloro che ormai ci siamo rassegnati a veder ricostruire la Siria dopo che l’hanno distrutta, sarebbero stati avviati a un processo internazionale. La comunità internazionale non è riuscita a impedire i morti. Ora è fondamentale non lasciare impuniti i loro assassini. Per questo, occorre come minimo assicurare l’attuazione rapida e completa della risoluzione e garantire che il meccanismo che ha istituito sia in grado di condurre le opportune azioni penali nei confronti dei responsabili del crimini che sono stati commessi e che vengono ancora commessi in Siria.
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