Fonti: Sputnik News
Al Mayadeen
http://www.controinformazione.info/
Set 26, 2016
Onu: la Russia risponde a tono alle accuse lanciate dalle potenze occidentali
Come previsto si è svolta nel pomeriggio di ieri la seduta straordinaria del Consiglio di Sicurezza dell’Onu. A richiederne la convocazione erano stati gli Stati Uniti, il Regno Unito e la Francia, la potenze occidentali direttamente coinvolte nel conflitto siriano, che hanno accusato Russia e Siria di essere i soli responsabili delle sofferenze dei civili ad Aleppo. Sembra che la memoria difetti ai rappresentanti di quei paesi che sono gli stessi che da 5 anni e mezzo hanno provocato e sostenuto il conflitto per procura in Siria.
Il rappresentante russo ha dovuto ricordare che la Russia è intervenuta direttamente con la sua aviazione soltanto dal Settembre del 2015 (su richiesta di aiuto del Governo di Damasco) ed ha ricordato ai rappresentanti del potenze occidentali che i ribelli (in buona parte mercenari di diverse nazionalità) da oltre 4 anni tengono sotto ostaggio l’intera città.
Nella seduta del CDS, gli USA e Gran Bretagna hanno lanciato accuse molto dure, qualificando la Russia come ‘responsabile della barbarie’ e di ‘cooperare con il regime di Al Assad per perpetrare crimini di guerra’. Si è distinta nelle accuse la rappresentante USA Samantha Power la quale ha sostenuto che Mosca è responsabile dell’attacco al convoglio della Mezzaluna Rossa ad Aleppo, della settimana scorsa, per quanto anche l’Onu ha riconosciuto che non vi sono prove per identificare l’autore. La Power, è la stessa che qualche giorno prima aveva minimizzato l’attacco dell’aviazione USA contro la base siriana di Deir Ezzor ed aveva definito l’uccisione di decine di soldati siriani (causata dagli aerei USA), ‘una bravata’ ed ha ripetuto che tutta la responsabilità del fallimento del cessate il fuoco ricade sui russi e sui siriani, guardandosi bene da fornire le prove.
Il rappresentante russo ha risposto alle accuse in modo energico e diretto, accantonando la consueta diplomazia. Vitaly Churkin ha dichiarato che la Russia ha sempre cercato accordi di tregua ma che questi sono sempre stati rotti dagli attacchi dei gruppi armati, anche quando il Governo siriano aveva sospeso i bombardamenti.
Senza sincerità e senza lealtà, ha aggiunto Churkin, non è possibile la pace, ovvero non si possono continuare ad usare le tregue per riarmare i ribelli disattendendo puntualmente la propria parte di responsabilità. Finora infatti la guerra siriana è stata caratterizzata da un susseguirsi di inganni, di finte promesse di pace e parole mai mantenute. In definitiva, l’occidente e le monarchie del Golfo, non hanno mai abbandonato l’originaria agenda di distruzione definitiva dello stato siriano ed il proposito di smembrare il paese assecondando gli interessi delle grandi potenze.
L’inviato di Mosca, nel corso della riunione, ha messo in rilievo che, mentre si continua a parlare di “ribelli moderati”, in realtà la milizia più forte e più numerosa ad Aleppo è il Fronte al Nusra. I membri del gruppo constano di circa 2000 militanti su un totale di 3500 militanti complessivi presenti in città. Il rappresentante russo ha denunciato che i combattenti jihadisti di al Nusra sono continuamente riforniti di carri armati, pezzi di artiglieria, lanciarazzi multipli, armi pesanti e di vario genere. Tutti questi armamenti sono spediti “da occidentali generosi” e su questi traffici, gli Stati Uniti hanno almeno “chiuso un occhio”.
Egli ha sottolineato che la coalizione da una parte appoggia i ribelli e dall’altra la denuncia la sofferenza e le condizioni disumane in cui vivono gli oltre 200.000 abitanti in Aleppo Est: i civili “sono ostaggi di Al-Nusra e e dei gruppi da loro coordinati che “attaccano indiscriminatamente le zone residenziali controllate dal governo siriano”. Churkin ha aggiunto che il sabotaggio dei terroristi è il motivo principale per cui i tentativi di fornire aiuti umanitari ad Aleppo sono falliti.
L’inviato russo ha comunicato al Consiglio di Sicurezza che le tregue messe in atto da Mosca sono sempre fallite perchè sono state dirette solo a dare concessioni ai ribelli siriani. Per queste ragioni la Russia non è più disposta a concedere tregue unilaterali: “abbiamo bisogno di un processo serio, senza inganno, senza che la gente cambi le proprie richieste ogni due giorni. Abbiamo avuto un accordo e l’unica cosa necessaria era adempierlo senza cambiare posizione “.
Ha parlato anche Il rappresentante siriano, Jafari, il quale ha evidenziato la responsabilità degli Usa che “non sono in grado di influenzare i gruppi combattenti sul terreno e non sono riusciti a separare i gruppi di terroristi dai moderati e indicare la loro posizione sul terreno come avevano promesso”. Jafari ha ricordato che gli USA non solo non hanno tenuto fede alle loro promesse ma addirittitura hanno ucciso 62 soldati governativi siriani in un attacco aereo ‘calcolato male’ nei pressi di Deir ez-Zor che ha esposto l’esercito siriano a un’offensiva dell’Isis. Egli ha aggiunto che Damasco è determinata a riprendere sotto il proprio controllo tutta Aleppo. Ha respinto inoltre le accuse lanciate contro l’esercito siriano di attacchi indiscriminati contro i civili e l’uso di armi incendiarie.
Questo mentre i rappresentanti degli USA e GB hanno lasciato vistosamente la sala appena il rappresentante siriano ha preso la parola, una forma di disprezzo di uno Stato indipendente che non si è inginocchiato alle direttive degli USA e dei suoi alleati.
La seduta si è conclusa con un nulla di fatto. Churkin ha sintetizzato la posizione della Russia: “Il cessate il fuoco può essere salvato ora solo su base collettiva. Non siamo noi che dobbiamo dimostrare qualcosa a qualcuno in modo unilaterale. Vogliamo verificare che ci sia un autentico desiderio di separare i gruppi ribelli alleati con gli Stati Uniti dal Fronte al-Nusra”, solo dopo sarà possibile “distruggere il Fronte Al-Nusra e portare l’opposizione in un processo politico”- ed ha aggiunto -“In caso contrario, saranno confermati i nostri sospetti che il solo scopo di quanto è avvenuto è stato solo quello di proteggere il Fronte Al-Nusra ed i grupi terroristi. |
http://www.notiziegeopolitiche.net/
26 settembre 2016
Rimpallo di accuse al Consiglio di sicurezza Onu: il russo Churkin, Il caos lo avete provocato voi
di Enrico Oliari
Nulla è stato più lontano dall’auspicata soluzione politica della crisi siriana di quanto accaduto ieri all’Onu. La convocazione di urgenza del Consiglio di sicurezza a seguito dell’intensificarsi dei bombardamenti russo-siriani sulle posizioni dei ribelli e dei jihadisti di Aleppo est si è tradotta in uno scandaloso rimpallo di accuse fra Mosca e Washington che ha annichilito la politica dei piccoli passi fatta anche di recente dal segretario di Stato Usa John Kerry e dal ministro degli Esteri russo Sergei Lavrov.
Ad Aleppo la situazione resta drammatica, con 250mila civili bloccati nella parte orientale della città mentre gli aerei russi e quelli siriani colpiscono, non certo con precisione chirurgica, i jihadisti di al-Qaeda (Jabat al-Nusra, oggi Jabhar Fath al-Sham) e i loro alleati salafiti di Yaish al-Islam e di Ansar al-Sham, quelli che l’occidente si ostina a definire “ribelli moderati” ma che hanno rifiutato per primi la tregua del 10 settembre.
Unica nota positiva è che quattro convogli di aiuti sono arrivati alla popolazione stremata di due centri assediati dai regolari e di altri due assediati dai ribelli.
Ad affondare il fioretto è stata l’ambasciatrice statunitense all’Onu Samantha Power, per la quale “Quello che la Russia sta sponsorizzando in Siria non è lotta al terrorismo, ma barbarie”. “Mosca – ha aggiunto il collega britannico Matthew Rycroft – collabora col regime siriano per commettere crimini di guerra”. Duro anche l’intervento del rappresentante francese Francois Delattre, per il quale “I crimini di guerra compiuti” ad Aleppo “non possono restare impuniti”.
A loro ha risposto il rappresentante russo Vitaly Churkin, il quale ha ricordato che “Il caos in Medio Oriente lo avete provocato voi, distruggendo l’equilibrio del passato. Ora usate i terroristi di al-Nusra per abbattere il governo siriano”. Churkin ha detto in materia di tregua che “Prima avete detto per 3 giorni. Ci siamo accordati. Poi avete detto che il presidente degli Stati Uniti ha cambiato idea, per cui ci vogliono 7 giorni”. (…) “Questi tatticismi non possono continuare all’infinito. Non accetteremo più passi unilaterali”. “Abbiamo indicato chiaramente la nostra posizione – ha insistito il rappresentante della Russia -. Abbiamo bisogno di un processo serio, senza imbrogli e senza che qualcuno cambi le proprie condizioni ogni tre giorni. L’accordo c’è, quello che serve è implementarlo, non cambiare le posizioni. Se continueranno a comportarsi così, è estremamente difficile avere un processo serio”.
Per qualche minuto è sembrato di essere tornati ai tempi della Guerra Fredda, ai tempi Krusciov. Tant’è che non appena l’ambasciatore siriano Bashar Jaafari la preso la parola, i rappresentanti di Francia e Gran Bretagna si sono alzati ed hanno lasciato l’aula: Jaafari ha ripreso il concetto di Churkin, “Siete voi che usate i terroristi di al-Nusra per colpire il nostro governo”.
Deluso l’inviato speciale delle Nazioni Unite per la crisi siriana Staffan de Mistura, il quale contava di riprendere i colloqui di Ginevra già questa settimana: dopo la crisi che si è consumata ieri all’Onu de Mistura punta al minimo sindacale, ad una “Tregua umanitaria di 48 ore, per la consegna degli aiuti umanitari e l’evacuazione dei feriti”. Ha quindi auspicato che questa pausa possa spingere Russia e Usa a resuscitare la tregua, dal momento che “Possono bloccare i combattimenti. Il 9 settembre hanno preso un impegno davanti al mondo, lo rispettino”. “Dobbiamo andare avanti a negoziare, perché non ci sono alternative – ha aggiunto il diplomatico, per il quale – , dobbiamo continuare a spingere per costruire una tregua e poi un’intesa. Dal punto di vista politico la soluzione della crisi siriana è nell’interesse sia dei russi che degli americani” e “senza un accordo tra russi e americani non si può risolvere la crisi siriana. “Questo lo sanno bene sia a Washington sia a Mosca”. |