http://www.asianews.it 10/05/2016
Parroco di Aleppo: tregua infranta “migliaia” di volte, in città ancora missili e vittime
Per p. Ibrahim “l’intensità è diminuita, ma tantissimi gruppi non rispettano” il cessate il fuoco. In città aumentano i prezzi e la lira siriana è in caduta libera. Il 13 maggio un rito ecumenico segnerà la consacrazione della Siria, e di Aleppo, al Cuore immacolato di Maria per la pace. Continua l’opera della Chiesa a favore delle vittime del conflitto: alimenti, assistenza sanitaria e denaro.
I bombardamenti “si sono un po’ alleggeriti” come intensità, ma le violenze continuano e non vi è ancora “una vera e propria tregua” permanente e diffusa “e questo ci rattrista”. Certo, “non sono della stessa intensità della scorsa settimana”, ma anche in questi giorni il “fragile” cessate il fuoco “è stato infranto migliaia di volte” e “solo ieri sono caduti diversi missili nella nostra zona”. È quanto racconta ad AsiaNews p. Ibrahim Alsabagh, 44enne francescano, guardiano e parroco della parrocchia latina di san Francesco ad Aleppo, la “capitale del Nord” della Siria nei giorni scorsi teatro di violenti combattimenti. “L’intensità è diminuita, ma tantissimi gruppi non rispettano la tregua. Due giorni fa - racconta - un missile ha centrato un palazzo, uccidendo una donna e i suoi figli. Continuiamo a contare le vittime”.
Non si fermano dunque le violenze ad Aleppo, a dispetto della tregua parziale fra governo e ribelli in vigore dalla notte del 5 maggio scorso - in seguito alle pressioni diplomatiche di Russia e Stati Uniti - ed estesa per altri due giorni, fino alla mezzanotte di mercoledì 11 maggio. L’accordo non riguarda i jihadisti dello Stato islamico (SI) e il Fronte di al-Nusra, emanazione locale di al Qaeda. Gli scontri fra i due fronti, con il coinvolgimento di gruppi miliziani ed estremisti islamici, hanno causato in due settimane oltre 300 morti e acuito una crisi umanitaria già gravissima. Il timore è che l’escalation del conflitto nella metropoli del nord e nella provincia possa avere - fonte Onu - effetti “catastrofici” e generare un esodo di massa di oltre 400mila persone in direzione del confine turco. “Il movimento della gente, il traffico delle auto - racconta p. Ibrahim - non è ancora tornato alla normalità. Inoltre, dobbiamo fronteggiare il crollo della lira siriana, fenomeni speculativi e l’aumento vertiginoso dei prezzi, che cambiano di continuo. Non da un giorno all’altro, ma da un minuto all’altro si registrano variazioni al costo delle derrate, in primis quelle alimentari”. Intanto la comunità cristiana si prepara alla celebrazione in programma il prossimo 13 maggio, quando la parrocchia latina di san Francesco ospiterà “la solenne consacrazione della Siria e, in particolare di Aleppo, al Cuore immacolato di Maria”. I capi delle diverse comunità cristiane, vescovi, sacerdoti e fedeli, racconta p. Ibrahim, “si troveranno venerdì alle 5.30 in chiesa per il rosario e, alle 6, seguirà la messa solenne, con la consacrazione a Maria. Chiederemo a Lei benedizione e protezione, perché possa illuminare le menti di quelli che non riescono a trovare la pace e continuano a seminare le violenze e l’odio”. Una consacrazione che segue la giornata di preghiera che si è tenuta l’8 maggio scorso, con un rito comune e la lettura del messaggio inviato dal cardinal Pietro Parolin, segretario di Stato Vaticano che “riportava l’intenzione del papa. Per noi cristiani - sottolinea il sacerdote - è stata fonte di grande consolazione, ci siamo sentiti uniti alla Chiesa universale. Alla cerimonia hanno partecipato anche i familiari delle vittime delle violenze dei giorni scorsi, che hanno pregato con noi per la pace”. Nella Chiesa di Aleppo continua anche il lavoro a favore delle vittime della guerra: “Mentre ti parlo - conclude il parroco - vedo i volontari che preparano le scatole alimentari da distribuire questo mese. Siamo partiti aiutando 600 famiglie latine, ora siamo a 2mila di tutti i riti, anche ortodosse. Inoltre garantiamo per quanto possibile copertura sanitaria e stanziamo denaro per pagare le bollette elettriche e saldare i debiti bancari. Questi soldi hanno aiutato molte famiglie a pagare le rate del mutuo, scongiurando il pignoramento della casa”. |