Fonte: New Eastern Outlook Controinformazione.info http://www.ariannaeditrice.it/ 27/07/2016
La guerra della NATO contro la Russia: Qualcuno sta barando di Christopher Black Traduzione di Manuel De Silva
Per 17 mesi, dal momento in cui gli accordi di Minsk sono stati firmati nel mese di febbraio 2015 per cercare di portare la pace in Ucraina orientale, il regime di Kiev, i suoi alleati neo-nazisti e con il sostegno della NATO, si sono dedicati a preparare una nuova offensiva contro le repubbliche dell’Est Ucraina. Il 22 luglio l’ambasciatore russo Vitaly Churkin ha dichiarato in una lettera al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite che “una ricaduta di operazioni militari su larga scala in Ucraina orientale può seppellire il processo di insediamento della pace.” Ha poi invitato gli alleati di Kiev per fare pressione su Kiev per fermare i suoi preparativi di guerra che comprendono il bombardamento continuo di aree civili dell’ Ucraina con artiglieria pesante e per mezzo di attacchi di prova costanti da parte dell’ Ucraina e dalle unità esterne, negli ultimi mesi primaverili ed estivi. Il comandante delle forze di Donetsk , ha dichiarato, in un comunicato del 22 luglio, che la regione lungo la linea di contatto tra le due parti è stata bombardata per 3.566 volte in una settimana soltanto fino alla data del comunicato e ha confermato le informazioni di cui alla lettera di Churkin e le relazioni del “Security Cooperation Organisation” in Europa (OSCE), che il regime di Kiev aveva trasferito più unità di artiglieria pesante, mortai, carri armati, lanciarazzi multipli verso la parte avanzata del fronte.
Il bombardamento ha distrutto abitazioni civili, un impianto di trattamento delle acque e altre infrastrutture con il chiaro obiettivo di costringere i residenti ad abbandonare le case e per preparare il terreno per una offensiva su vasta scala. L’Ambasciatore Churkin ha aggiunto che non solo vi erano forze regolari di Kiev concentrate nell’Est ma che avevano anche schierato i nuovi- battaglioni “volontari” neonazisti ucraini, Azov e Donbas, e che Kiev ha iniziato un attacco ad ampio raggio occupando terreno in zona neutra e sulle città che si trovano nei paraggi. Naturalmente la responsabilità di tutte queste azioni criminali, da parte della NATO e delle sue marionette a Kiev, viene imputata alla Russia, come abbiamo visto sia nella Relazione del Consiglio Atlantico all’inizio di quest’anno e nel vertice della NATO a Varsavia per mezzo del comunicato del 9 luglio, in cui la NATO ha trasmesso l’ultimatum alla Russia, “che facciano i russi quello che noi diciamo o altrimenti vedrete quello che faremo”. Il giorno prima l’ambasciatore Churkin ha inviato la sua lettera al Consiglio di Sicurezza, mentre il ministro degli Esteri francese, Jean-Marc Ayrault, in un discorso presso il Centro di Studi Strategici e Internazionali , ha affermato che le “sanzioni”, cioè, la guerra economica in corso contro la Russia da parte dei paesi della NATO, “si sarebbe fermata soltanto se la Russia avesse fatto quanto era stato imposto” (dalla NATO). I tedeschi hanno fatto anche trapelare voci di essere pronti a fermare questa guerra economica contro la Russia, in quanto si rammaricano, visto che loro desiderano solo la pace e l’armonia, ma, ancora una volta, solanto se la Russia aderisce alle loro richieste (della NATO).
Gli attacchi contro le aree civili Donbas sono naturalmente da considerare crimini di guerra e crimini contro l’umanità a cui il procuratore della Corte Penale Internazionale dovrà rispondere per il suo silenzio , nonostante il fatto che essa ha accettato due lettere dal regime Kiev da fornire al CPI competente, per perseguire crimini di guerra commessi lì. Ma, naturalmente, né Kiev, né i loro capi della NATO che controllano il procuratore della Corte Penale Internazionale hanno alcuna intenzione di questionare i crimini di guerra contro se stessi. Il timore russo di una rinnovata offensiva contro le repubbliche Donbas è reale, dopo il comunicato di Varsavia emesso dalla NATO il 9 luglio in cui questa ha dichiarato con enfasi che” la NATO non riconosce le Repubbliche del Donbass, che l’Ucraina deve ricongiungersi con la forza, se necessario, e che la Crimea dovrà essere reintegrata in Ucraina”.(A tutti gli effetti una vera e propria dichiarazione di guerra). La rinnovata attività militare in Ucraina orientale si svolge nello stesso tempo in cui prende piede un aumento di attività nel Baltico concentrata sulla base russa a Kaliningrad, un obiettivo strategico per la NATO al fine di controllare le vie d’accesso al Mar Baltico , lo spazio aereo e l’accesso alla città russa di San Pietroburgo. La Crimea è un obiettivo per motivo della presenza della base navale russa a Sebastopoli, il cui il sequestro era stato uno degli obiettivi primari del colpo di stato instigato dagli USA e dalla NATO che ha rovesciato il governo del presidente Yanukovich. E’ quello ‘l’obiettivo principale nella esercitazione navale “Sea Breeze” della NATO in corso nel Mar Nero.
La situazione sta diventando sempre più pericolosa, visto che la guerra contro la Russia viene condotta senza limiti, che significa , in tutti i settori della vita da quello militare e quello economico, a quello mediatico ed allo sport. Il Comitato Olimpico Internazionale ha vietato alla squadra olimpica russa di accedere al nucleo della pista e di competere in campo ai prossimi Giochi, a differenza di tutti gli altri che hanno dovuto affrontare in passato le accuse di doping , un atto di punizione collettiva che è del tutto ingiustificata in quanto si basa sulla dichiarazioni dubbie di un uomo ricercato in Russia, Grigory Rodchenkov, che canta per suo conto, negli Stati Uniti, e canterà tutte le canzoni che vogliono che lui canti. L’intero scandalo è motivata non da problemi con il doping, ma da un tentativo di isolare ulteriormente la Russia dal mondo e calunniare la sua leadership e la sua gente. Il risultato è che le Olimpiadi saranno una farsa sia come evento sportivo e come simbolo di pace nel mondo e dovrebbero essere annullate o boicottate. In cima a tutto questo, una prova convincente al giorno d’oggi è venuta fuori da tentativo di colpo di stato contro il governo della Turchia che è stato istigato dagli americani e dai loro partner in altri paesi della NATO, al fine di fermare il Presidente Erdogan da un riavvicinamento con la Russia. La sola tempistica del colpo di stato lo indica chiaramente; per questo il golpe ha avuto luogo pochi giorni dopo che Erdogan aveva chiesto scusa al Presidente Putin per quanto riguarda l’abbattimento dell’aereo russo, e solo dopo che erano circolate le voci che Erdogan avrebbe voluto cacciare fuori gli Stati Uniti dalla loro base di Incirlik e concedere questa alla Russia.
Il governo turco ha accusato gli Stati Uniti di essere coinvolti almeno indirettamente per aver sostenuto elementi islamici turchi emigrati negli USA e guidati dal chierico, Fethullah Gulen, un vecchio nemico del presidente Erdogan, che risiede negli Stati Uniti e che sembra, secondo Erdogan, da collegare al colpo di stato. Sono apparse storie anche sulla stampa turca circa l’arresto dei due piloti che hanno abbattuto l’aereo russo sulla Siria, che accade che questi siano, secondo le accuse, gli stessi due piloti che hanno tentato di attuare proprio il piano contro Erdogan la notte del colpo di stato . Si afferma, anche se non è confermato, nella stampa turca, che questi due uomini lavoravano per la CIA. Lunedi ’25 luglio, è stato riportato dalla stampa turca che generale americano John Campbell, ex comandante delle forze NATO in Afghanistan ha svolto un ruolo fondamentale per la pianificazione del colpo di stato e che è stato finanziato con denaro della CIA attraverso incontri tenutisi presso la base americana di Incirlik. Se queste accuse sono corrette, allora il tentato colpo di stato costituisce un atto di aggressione da parte degli Stati Uniti e dei suoi alleati contro la Turchia, un attacco dalla NATO su un membro della NATO.
Gli inglesi, nello stesso giorno, secondo una storia apparsa sul Daily Express, avevano allertato le loro forze speciali, le SAS, per essere pronte ad andare in Turchia per “salvare i cittadini britannici” nel caso di un secondo tentativo colpo di stato ed hanno predetto la guerra civile in Turchia e da lì un possibile secondo tentativo di Golpe. Come hanno dichiarato, “Con la paura che i ribelli turchi possano essere sul punto di tentare di rovesciare il governo per la seconda volta, cosa che è suscettibile di provocare una guerra civile turca, le truppe speciali (SAS) si sono spostate nella vicina Cipro e si stanno preparando per una missione di salvataggio per salvare i britannici non recuperabili. I Capi della Difesa hanno elaborato piani di emergenza e soldati armati di tutto punto, insieme con i membri del gruppo di sostegno delle forze speciali, per essere pronti a volare in zone frequentate dai turisti e per aiutare le famiglie a tornare a casa in sicurezza. Centinaia di aerei, elicotteri e altri velivoli saranno predisposti per aiutare i circa 50.000 inglesi che devono fuggire dal pericolo. ”
Questo significa che la Gran Bretagna, così come gli Stati Uniti sono disposti a contribuire a un secondo tentativo di golpe contro Erdogan e questa è l’ulteriore conferma del loro coinvolgimento nel primo tentativo di Golpe, così come il rifiuto riportato dei tedeschi nel consentire all’aereo di Erdogan di entrare nello spazio aereo tedesco e cercare rifugio quando è apparso che era stato deposto dai militari. Tale decisione si è rivelata un errore mentre questi ha recuperato in fretta la sua iniziativa, è rientrato in Turchia ed è fallito il colpo di stato. Tuttavia a quanto risulta, il principale bersaglio della NATO rimane la Russia. Il riavvicinamento di Erdogan con la Russia e la frattura con la NATO indebolisce la NATO nella sua guerra contro la Russia e fornisce alla Russia un’altra importante carta da giocare, anche se questa potrebbe essere il Jolly. Nel frattempo, negli Stati Uniti la guerra contro la Russia è diventata una questione politica interna pericolosa, visto che il campo della candidata Hillary Clinton accusa Donald Trump di essere un agente russo e che la la sua campagna sarebbe finanziata dal denaro russo, in sostanza, accusando di tradimento Trump. Trump ride di tutto questo da fuori, ma il fatto che queste assurdità possano anche ottenere l’attenzione dei mezzi di informazione mostra come siano disperate le cose. L’editorialista del New York Times Andrew Rosenthal ha scritto una colonna il 25 luglio con il titolo “Donald Trump Putin’s Puppet”, poi lo stesso ha proceduto ad affermare che Trump sarebbe il ” barboncino da compagnia” di Putin come minimo.
Ma le cose si fanno ancora più curiose dato che l’FBI afferma che sta indagando se le email “trapelate” dall’organizzazione WikiLeaks di Julian Assange, siano state fornite a lui dalla Russia dopo che la Russia avrebbe hackerato il sistema di posta elettronica della Convention Nazionale Democratica. I russi negano questa accusa assurda, ma finora non si è visto Julian Assange negare che essi sono la sua fonte e dobbiamo chiederci quali siano le sue vere motivazioni ,se queste sono l’effetto della sua “fuga” che è quello di avere la Russia accusata di hacking sul governo degli Stati Uniti e sulla politica ed i sistemi di posta elettronica del partito, sostenendo in tal modo la propaganda della NATO contro la Russia. Si pone anche la domanda sul perché Assange sarebbe coinvolto nella politica dei partiti americani pubblicando i messaggi di posta elettronica che avrebbero presumibilmente lo scopo di danneggiare la campagna di Clinton a beneficio della campagna Trump. Sta lavorando per Trump? Sta lavorando per Clinton cercando di far sembrare che Trump lavora per la Russia, o, come è più probabile, è che lavora per coloro che vogliono abbattere sia Trump sia la Russia? Andrew Rosenthal per il Times, ha scherzato, “è inquietante, nella migliore delle ipotesi, che Wikileaks di Julian Assange ha scelto questo momento per liberare i messaggi di posta elettronica rubati…” Tuttavia non sarebbe poi così “strano” se l’operazione è destinata deprestigiare la Russia e il candidato a Presidente che si è dichiarato disponibile almeno a dialogare con i russi. Forse ai suoi sostenitori lo può chiedere e riferire quale sia la sua risposta, visto che le sue azioni sollevano seri dubbi per quanto riguarda le sue motivazioni, le sue intenzioni, ed i suoi collegamenti. Qualcuno si sta prendendo gioco di tutti noi. E ‘ arivato il momento che scopriamo chi sia il conduttore di questo gioco. * Christopher Black è un avvocato penalista internazionale con sede a Toronto, è un membro della Law Society of Upper Canada ed è conosciuto per essersi dedicato ad una serie di casi di alto profilo che coinvolgono i diritti umani ed i crimini di guerra, in particolare per la rivista on-line “New Eastern Outlook”. |