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Mag 01, 2016
Donald Trump e la NATO
di Germán Gorraiz López
Traduzione e nota di Luciano Lago
Il padre della Costituzione argentina, Juan Bautista Alberdi, nel suo libro “El Crimen de la Guerra “ scritto nel 1872 , afferma che “le guerre saranno sempre più rare nella misura in cui la responsabilità per i loro effetti si facciano sentire fra tutti quelli che le promuovono e le incitano”. Con questa affermazione si anticipa di quasi un secolo il finale della escalation nucleare che si trovò quasi sul punto di inflessione nella crisi dei Missili di Cuba e che ebbe il suo culmine con la firma degli accordi, tra Kennedy e Krushchov, per la sospensione delle Prove Nucleari (1962) e lo sviluppo della Coesistenza Pacifica.
Tuttavia, dopo l’annessione della Crimea alla Russia mediante il referendum, assisteremo alla divisione dell’Ucraina in due metà quasi simmetriche e separate dal meridiano 32 Est, rimanendo il Sud del paese (inclusa la Crimea) sotto l’orbita russa mentre il Centro e l’Ovest dell’attuale Ucraina navigheranno sotto la stella della UE, divisione che lascerà frenato il nuovo accordo di Ginevra e significherà “de facto” il ritorno all’endemica ricorrente Guerra Fredda Russia- USA, con la riattivazione della corsa agli armamenti mondiale e con una possibile scissione dell’attuale NATO.
La russofobia di Brzezinski
Zbigniew Brzezinski, ex consigliere per la Sicurezza Nazionale del presidente Jimmy Carter, ha dichiarato, nel corso di una conferenza nella Scuola di Studi Internazionali Avanzati (SAIS) dell’Università Johns Hopkins, che “il dominio degli Stati Uniti, quello che dopo la Guerra Fredda determinava l’agenda internazionale, è di fatto terminato e non potrà ristabilirsi nel corso della prossima generazione”, aggiungendo che “nessuna delle potenze mondiali può arrivare all’egemonia mondiale nelle attuali condizioni, motivo per cui gli Stati Uniti devono scegliere al meglio i conflitti in cui vanno a partecipare e che le conseguenze di un errore potrebbero essere devastanti”. Secondo quello che spiegava Brzezinski nella rivista National Interest nell’ anno 2.000, “gli europei saranno quelli più immediatamente esposti al rischio, nel caso in cui un imperialismo sciovinista dovesse nuovamente animare la politica estera della Russia”, con tale affermazione aveva abbozzato un piano che prevedeva l’espansione della NATO fino a limiti insospettabili nella decade degli anni ’90 e la implementazione del nuovo sistema europeo di difesa antimissile ( European Phased Adaptative Approach (EPAA).
Detto sistema in realtà consiste in uno scudo antimissile globale in cui i missili “interceptor”, installati su piattaforme mobili, possono abbattere obiettivi in uno spazio comune (sulla base di dati trasemessi dai radar e dai sistemi di riconoscimento opto-elettronico), con il fine macchiavellico, a seguito di un primo attacco a sorpresa degli USA che distruggerebbe il potenziale nucleare russo nel suo stesso territorio, di neutralizzare successivamente la risposta russa per mezzo di missili stazionati in Polonia, essendo prevedibile che gli USA utilizzino le richieste della Polonia come pretesto per completare la quinta fase dello schieramento dello scudo antimissile in Europa (Euro DAM), cosa a cui tenderebbe come replica da parte russa la installazione a Kalingrad del “assassino dello scudo missilistico USA”.
Donald Trump e la nuova NATO
Il presidente statunitense, Barack Obama, dopo la sua riunione con il mandatario eletto in Ucraina, Piotr Poroshenko , come tappa del suo giro in Europa per assistere a Bruxelles al vertice del G7 (con la Russia esclusa a seguito della politica assunta dall’Occidente per il conflitto ucraino), ha insistito nella politica del suo Governo di fortificare la sua presenza militare in Europa nel momento in cui ha sollecitato il Congresso statunitense l’approvazione di un budget di circa mille milioni di dollari per tale finalità ed ha incitato tutti i membri della NATO ad incrementare le risorse destinate alle spese militari ,oltre ad informare dei suoi progetti di collaborare su questa linea con i paesi dell’Ucraina, della Georgia e della Moldavia (gli USA avrebbero già inviato in Polonia 12 F-16 e 200 soldati di rinforzo dopo la crisi ucraina ed il contingente totale delle loro truppe in Europa ascenderebbe a circa 70.000 elementi). Questo in pratica significherà la violazione dell’Accordo Fondamentale NATO-Russia del 1997 per cui la NATO escludeva “lo stanziamento permanente di un contingente sostanziale ed aggiuntivo di truppe da combattimento nell’Est Europa”.
D’altra parte, nel corso di una recente intervista al network televisivo ABC, in futuribile candidato presidenziale repubblicano alla Casa bianca, Donald Trump, aveva espresso senza ambiguità l’idea che ” la NATO è ormai obsoleta, non serve per combattere il terrorismo e costa troppo agli USA”, motivo per cui si deve esigere dai paesi europei che fanno parte della NATO di “passare alla cassa”, per cui, nel previsto vertice della NATO da svolgersi a Varsavia il prossimo mese di Giugno, si analizzerà il “rafforzamento del fianco occidentale della NATO” e si aspetta l’assunzione della nuova dottrina “Smart Defense” (Difesa Intelligente), il nuovo concetto operativo che implicherà la cessione parziale della sovranità dei paesi membri ad un coordinamento di Difesa con la NATO così come l’incremento delle voci di spesa dei paesi europei, visto che l’apportazione economica di detti paesi sarebbe di un esiguo 2% del PIL nazionale, rimanendo il grosso del finanziamento nella mani degli USA (il 70% del totale delle spese).
Scissione della NATO?
Accantonata per il momento la quinta fase dello schieramento dell’Euro DAMN, abbiamo assistito alle sorprendenti dichiarazioni del ministro britannico degli Esteri, Philip Hammond, raccolte dal giornale “The Telegraph” in cui egli afferma che “Londra potrebbe accogliere missili nucleari statunitensi sul suolo britannico nel mezzo delle tensioni registrate con la Russia”, cosa che potrebbe intendersi come il ritorno ad una corsa agli armamenti come quella avutasi durante la Guerra Fredda con l’URSS (rivivendo il vecchio progetto di partnership tra gli USA e l’Europa per fornire al Regno Unito i missili Polaris nel Luglio del 1962), porogetto che potrebbe esere visto dalla Francia come una perdita della sua sovranità e tradursi in una uscita provvisoria della Francia dalle strutture militari della NATO.
Nel caso del verificarsi la scissione, sorgerebbe una nuova struttura militare con l’obiettivo inequivoco di essere un blocco di contenimento delle idee espansioniste di Putin e che sarebbe integrata da Gran Bretagna, Paesi Báltici, Polonia, Unghería, Bulgaria, Slovacchia, Rep. Ceka , Romania, Spagna, Italia, Malta, Cipro, Grecia e Turquía, cosa che presupporrebbe il ritorno alla dottrina del contenimento (Roll Back) le cui basi furono esposte da George F. Kennan nel suo saggio ” Le fonti del comportamento sovietico” pubblicato nella rivista Foreign Affairs nel 1947 e lke cui idee principali si riassumono nel detto “il potere sovietico è impermeabile alla logica della ragione ma molto sensibile alla logica della forza”.
D’altro lato, se si procederà al rafforzamento dell’asse Berlino-Parigi, di cui sarebbe leader la Francia e la Germania e che tenderà a gravitare nella sua orbita di influenza i paesi della sua aerea principale (Olanda, Danimarca, Belgio Lussemburgo e Austria), frutto della riaffermazione delle sovranità nazionali francesi e tedesche, come strategia difensiva davanti alla deriva del allora socio americano (rivivendo il trattato dell’Eliseo tra De Gaulle e Adenauer del 1963). Così da De Gaulle, la resistenza al dominio USA è stato un fattore della politica estera di tutti i presidenti francesi, per quanto la divergenza fondamentale sarà di forma, tenendo in conto l’appoggio di De Gaulle agli USA nella crisi dei missili di Cuba (1962) e si tradurrà in una uscita provvisoria della Francia dalle strutture militari della NATO (emulando lo smantellamento di trenta basi statunitensi sul suolo francese deciso da de Gaulle nel 1966) e mantenendo come colonna vertebrale delal sua difesa la “Force de Frappe” .
Germán Gorraiz López. Analista económico e geopolítico, collaboratore abituale di varie riviste digitali spagnole e latinoamericane. In particolare con il Diario SIGLO XXI, Bottup, España Liberal, Rebelion, Libre Pensador, Alainet , Cuba Nuestra, Plano-Sur.org, Entorno-empresarial.com o El Mercurio Digital.
Nota
Nell’ottima analisi fatta dall’autore, si evince come tutta la strategia USA si basa sul presupposto di una “minaccia russa” ed un presunto “espansionismo” della Russia di Putin che minaccerebbe l’Europa. Esattamente la tesi della propaganda di Washington che capovolge la realtà e trascura il fatto che la crisi Ucraina (da cui sono derivate le tensioni con la Russia) è stata provocata dall’interferenza di Washington e dal Colpo di Stato (Golpe di Maidan) sobillato a Kiev dalla CIA e dagli agenti provocatori assoldati dagli USA, con il placet della UE.
La tesi dell’espansionismo della Russia viene smentita con una semplice occhiata alla carta geografica da cui è facile rilevare che il numero delle basi NATO piazzate vicino ai confini russi negli ultimi anni (in violazione degli accordi precedenti) è quello che ha determinato l’espansionismo della NATO ed è la vera minaccia contro la Russia, a cui quest’ultima reagisce con misure a difesa del proprio territorio. La psicosi della “minaccia russa” è quel pretesto utile, creato dalla propaganda USA, per coinvolgere i paesi europei per mantenerli in uno stato di totale subordinazione al dominio politico, militare ed economico degli Stati Uniti.