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29 agosto 2016

 

Non distruggete lo Stato Islamico, ci serve ancora! sbotta il professor Ifraim

di Maurizio Blondet

 

La voce sfuggita dal seno del professore-parà, dice più  verità di quanta ne occorra. 

 

“Solo la follia strategica che prevale oggi a Washington può accettare come positiva la distruzione di Daesh. Essa non farà che dare più potenza all’asse Mosca-Teheran Damasco. Teheran, Mosca e Damasco non condividono i nostri valori democratici”. E’  proprio un grido del  cuore quello uscito da Ifraim Inbar, direttore  del Begin Sadat Center  for Strategic Studies. 

Pensate: dopo cinque anni di politica israeliana del “pesce in barile” sul Califfato;  dopo tanto  essersi trattenuti con successo  da ogni intervento parlato,   da essere riusciti a non dare nemmeno segno di accorgersi che il Califfo stesse mettendo a ferro e fuoco la confinante Siria e l’Irak; dopo   essere riusciti a scavalcare la domanda più imbarazzante, ossia  come mai questa armata wahabita  armatissima non si proponesse una volta di ‘conquistare Gerusalemme’,  e come mai questi fanatici coranici tagliagole  di tutti gli “infedeli” specie se islamici,  mai avessero torto un capello a un israeliano, anzi a un ebreo –  ecco la voce dal sen fuggita.

 

Ora che Daesh sta per essere sconfitto, questo pensatore degli alti gradi militari di Tsahal (Inbar è stato  colonnello dei parà, poi al dipartimento di storia dell’esercito israeliano,  ospite fisso di organizzazioni del complesso militare-industriale come la RAND)  sbotta: “Ma Daesh ci serve ancora, perdio! Non deve sparire!”.

 

http://fawkes-news.blogspot.it/2016/08/dapres-le-think-tank-israelien-besa.html

 

E  come accade al membro di quel popolo a cui solo si applica alla  perfezione la psicanalisi (esso è dotato infatti di subconscio, nel quale  opera le “proiezioni” sugli altri dei propri cattivi pensieri e le “rimozioni” delle verità scomode per la  coscienza) gli capita di rivelare con le parole più di quel che vuole.

“Daesh continua a servire al suo scopo strategico”

Colpisce solo “i nemici dell’Occidente”, mica noi israeliani.  Si noterà con quale disinvoltura  il sionista usurpi il concetto d  “Occidente” facendolo coincidere  senza residui  con gli stretti interessi della stato talmudico-razziale . Per lunga abitudine  l’Occidente è state reso servo del popolo eletto.

Il Califfato attrae dal mondo intero i più fanatici musulmani; ciò li tiene occupati e li distoglie da colpire gli obbiettivi “in Occidente”: ancora una volta, si noti la totale identificazione di “Occidente” con Usraele. In realtà, estremisti islamici hanno colpito in Francia e in Germania; in Israele mai.

L’instabilità, le crisi e le barbarie che causa Daesh nella regione “possono contenere dei segni di cambiamenti positivi”. Per chi? Non c’è più chiara ammissione del fatto che Israele prospera nel caos circostante.

La disfatta di Daesh incoraggerà l’egemonia iraniana nella regione, prolungherà la tirannia di Assad e il ruolo della Russia”: una preoccupazione che implica una conseguenza: “dovremo ricominciare noi a fare contro l’Iran e Assad quello che faceva il Califfo. Mc Cain dovrà tornare a canterellare ‘bomb-bomb-bomb Iran”, la lobby a Washington dovrà di nuovo mettersi a indurre gli  Usa a colpire le centrali di Teheran…dovremo sporcarci le mani personalmente il Califfo lo faceva per noi”

 

Ricomincia il ‘Bomb-Iran’?

In realtà, anzi, questa fase è già cominciata. Martedì 23 i (pochi)  media che ne hanno riferito  hanno parlato di quattro barchini veloci (motoscafi lanciasiluri) iraniani hanno “minacciato e sfidato”la US Nimitz nel Golfo Persico, tanto che l’incrociatore  americano ha “dovuto sparare colpi d’avvertimento”.  Una delle versioni alternative nota come incidenti del genere si siano moltiplicati nel Golfo  Persico in questi ultimi mesi: le Guardie della Rivoluzione (proprietarie del barchini) sarebbero “deluse” dal “ritardo nella normalizzazione dei rapporti con gli Usa”  e hanno voluto lanciare un segnale “interno” ai ‘moderati’ che a Teheran quell’accordo lo vogliono, anche perché  vi hanno legato i loro destini politici.

Una terza ipotesi (che preferiamo) dice che la Casa Bianca  di Obama  ha firmato  un accordo con Teheran sul nucleare ormai da più di un anno, ed ancora  non ha tenuto fede alla sua parte del patto: mantiene  le sanzioni e mantiene  l’esclusione dell’Iran dai circuiti di pagamento mondiali;  il tempo stringe, e Obama vuol portare a casa almeno questo successo; la nota lobby può aver incitato i suoi maggiordomi al  Pentagono  perché occorre disperatamente un casus belli che riporti l’Iran nella  posizione di stato-canaglia e stato nemico, in guerra. E McCain possa tornare a cantare: Bomb, bomb, bomb Iran”.

 

http://parstoday.com/fr/news/middle_east-i10765-usa_cgri_vers_une_confrontation

 

Ingiusta l’accusa del professor Inbar sulla pretesa “follia strategica di Washington” che adesso  starebbe davvero favorendo la sparizione di IS.  Ingratitudine pura. Un ex agente della Cia,  Larry Johnson, ha diffusamente spiegato come Usa e Francia e UK abbiano fatto di tutto per entrare direttamente in guerra con Assad, e a questo scopo l’hanno accusato –  falsamente e in piena consapevolezza . – di aver “gassato il suo stesso popolo”.  La falsità è dimostrata dal fatto che Assad ha gas nervini binari ( con due componenti da mescolare al momento del lancio) mentre quello dell’accusa era cloro e iprite, gettato dai ‘ribelli’; per fare intervenire “l’Occidente” a fianco di Al Qaeda e Califfato.

 

Sono nozioni che il nostro lettore conosce; il punto è che l’ex agente della Cia ne ha parlato a Fox News, il che può indicare un cambiamento di clima importante, e non favorevole alla nota lobby.

Adesso, spenta l’ultima offensiva curda contro Hassaka e spenta  la controffensiva dei  jihadisti ad Aleppo  –  incitate dagli Usa per impedire la  situazione  che s’era venuta creando a Sud, a Deraya, dove i ‘ribelli’ storici anti-Assad erano alle corde –  i jihadisti di Deraya hanno accettato di sloggiare con un  accordo col governo legittimo; erano loro che trattenevano sul posto la quarta divisione d’elite dell’esercito siriano, che adesso può essere rispiegata ad Aleppo. Tutta la strategia consisteva in questo, dopotutto: usare la carne da cannone wahabita per inchiodare le forze di Assad  in focolai su tutto il territorio, onde non fossero mai sufficienti per scatenare , la battaglia decisiva. Adesso, aspettatevi l’ultimo lamento di Staffan de Misuura  dei nostri giornalisti sui “bambini uccisi” ad Aleppo, le lacrime sulla “catastrofe umanitaria”  che Mosca “ostacola”.  Sono gli ultimi fuochi della propaganda ‘occidentale’ pro-Califfato.

 

http://topnews-nasserkandil.com/final/Full_Article.php?id=6468

 

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