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27 giu 2016

 

Quattro attacchi suicidi vicino al confine siriano

 

Gli attentatori hanno colpito la città di al-Qaa a maggioranza cristiana che si trova nella parte orientale del Paese dei Cedri. Almeno cinque i civili uccisi. 15 i feriti. Nessun gruppo ha rivendicato le esplosioni, ma la tv al-Manar vicino ad Hezbollah accusa: “è stato lo Stato Islamico”

 

Roma, 27 giugno 2016, Nena News –

 

Torna il terrore in Libano. Stamane all’alba una serie di attentati suicidi ha colpito il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa che si trova sulla strada principale che collega la città siriana di al-Qusayr con la Valle della Beka’a nell’est del Paese dei Cedri. Secondo una fonte militare, sarebbero stati quattro gli attentatori suicidi che si sarebbero fatti saltare in aria. “Il primo ha bussato ad una delle case del villaggio, ma dopo che il proprietario della casa è diventato sospettoso, si è fatto esplodere” ha detto un ufficiale all’Afp. Gli altri tre, invece, sarebbero entrati in azione una volta che un gruppo di persone è accorso per curare il ferito.

Intervistato dall’Afp, George Kettaneh della Croce Rossa libanese ha detto che l’esplosione ha causato almeno otto vittime (tre sono gli attentatori). Bilancio parziale perché alcuni dei 15 feriti (4 sono soldati) versano in condizioni critiche.

Al momento nessun gruppo ha rivendicato gli attacchi. Tuttavia, la tv al-Manar, vicina ad Hezbollah, ha puntato il dito contro l’autoproclamato Stato Islamico (Is).

Il confine tra Libano e Siria è stato più volte teatro di attentati, scontri e colpi di mortaio da quando è iniziata la guerra civile siriana nel marzo del 2011. Bersaglio degli attacchi sono stati per lo più checkpoint e istallazioni militari, ma le esplosioni hanno avuto luogo anche in aree densamente popolate di Beirut. Il Libano sta pagando a caro prezzo le ripercussioni del sanguinoso conflitto siriano.

Accanto al numero di rifugiati (oltre un milione i siriani registrati) e al coinvolgimento militare degli sciiti di Hezbollah libanesi a fianco del presidente siriano al-Asad, il Paese è stato in più circostanze territorio di battaglia tra l’esercito e i gruppi jihadisti. Nell’agosto del 2014 i militari si sono scontrati con l’Is e i qa’edisti del Fronte an-Nusra nella cittadina di Arsal a confine con la Siria. L’attacco dei due gruppi jihadisti causò il rapimento di 30 tra soldati e poliziotti libanesi (16 dei quali sono stati rilasciati solo dopo 18 mesi di negoziazioni). L’ultimo sanguinoso attentato rivendicato dallo Stato Islamico è avvenuto lo scorso 12 novembre nel sud di Beirut: allora a perdere la vita furono 40 persone.

Ieri, intanto, sulla sua agenzia Amaq lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco avvenuto la scorsa settimana al confine tra Giordania e Siria in cui hanno perso la vita 7 soldati giordani (13 i feriti). Nena News

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27/06/2016

 

Libano: nove morti e 15 feriti in una serie di attentati al confine con la Siria

 

Colpito il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa. Quattro diversi kamikaze si sono fatti esplodere a 10 minuti di distanza. Fra i feriti vi sono persone in condizioni critiche. Il ministro della Sanità ha ordinato a tutti gli ospedali dell’area di accogliere i feriti e di curarli a spese del governo. I riflessi del conflitto siriano in Libano.

È di almeno nove morti e di 15 feriti il bilancio di una serie di attentati suicidi che hanno investito questa mattina un villaggio nella parte orientale del Libano, nei pressi del confine con la Siria. Secondo quanto riferisce la National News Agency, quattro diverse esplosioni hanno colpito a 10 minuti di intervallo l’una dall’altra. Teatro dell’attentato il villaggio a maggioranza cristiana di al-Qaa. Fra le vittime, i quattro assalitori.

Una fonte militare libanese, interpellata dall’Afp, sottolinea che “il primo attentatore ha bussato alla porta di una delle case del villaggio” e “dopo aver attirato i sospetti di un abitante, si è fatto saltare in aria”. La gente è accorsa sul luogo dell’esplosione, prosegue la fonte, e “tre altri attentatori suicidi si sono fatti esplodere”. 

In precedenza si era parlato di una bomba, seguita poi a breve distanza “da più di un kamikaze". 

Georges Kettaneh, segretario generale della Croce rossa libanese, conta “otto morti, fra cui tre attentatori”, ma il bilancio si è poi aggravato col passare delle ore. Fra i 15 feriti vi sono alcune persone in condizioni critiche e non si escludono nuovi decessi. 

Commentando l’attacco, il ministro libanese della Sanità Wael Abou Faour ha ordinato a tutti gli ospedali dell’area di accogliere i feriti e di curarli a spese del governo. 

Al-Qaa è uno dei tanti villaggi lungo il confine fra il Libano e la Siria, nazione sconvolta da cinque anni di guerra che hanno causato almeno 280mila vittime e originato una crisi umanitaria senza precedenti. Il conflitto siriano ha inoltre acuito le tensioni confessionali in Libano, nazione da oltre due anni incapace di eleggere il presidente della Repubblica e in preda a una gravissima crisi politica e istituzionale. 

Da tempo l’esercito libanese è impegnato in una lotta a tutto campo contro le fazioni jihadiste attive lungo la frontiera e sta cercando di reprimere le cellule locali che operano nell’area. Già nell’agosto del 2014 i militari si sono più volte scontrati con miliziani dello Stato islamico (SI) e membri del Fronte di al Nusra (emanazione di al Qaeda in Siria), nei pressi della cittadina frontiera di Arsal.

Durante la ritirata i jihadisti hanno sequestrato una trentina fra soldati e poliziotti libanesi; di questi 16 sono stati liberati dopo oltre 18 mesi di negoziati.

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