PIC http://www.infopal.it 12/5/2016
Palestinesi bloccati nella Striscia di Gaza. Il racconto di un dolore senza fine. Traduzione di Marta Bettenzoli
I palestinesi bloccati nella Striscia di Gaza raccontano le loro tragedie e le loro storie, non essendogli rimasto che l’aiuto e la preghiera a Dio e l’appello ai loro vicini. Le loro condizioni sono chiare a chiunque, in quanto soffrono l’amarezza della malattia e della perdita di prospettive future da un lato, e l’amarezza dell’assedio e l’impossibilità di spostarsi dall’altro. Questi appelli sono la loro unica possibilità per chiedere aiuto al mondo affinché venga aperto il valico di Rafah. I cittadini bloccati si sono riuniti a Gaza alla rotatoria del Milite Ignoto mercoledì 4 giugno facendo ricorso a slogan diversi con la speranza che il loro messaggio venga ascoltato da parte dei decisori. Appelli La cittadina egiziana Umm Ammar Altlouli, 38 anni, è arrivata nella Striscia di Gaza nove mesi fa per visitare i suoi fratelli, ma non è più stata in grado di ritornare dai suoi bambini e dal marito, come ha riferito ai reporter dell’agenzia PIC; si appella al Presidente e al governo egiziano affinché il valico di Rafah venga aperto il prima possibile. Con le lacrime agli occhi la donna ha detto: “Gli abitanti di Gaza vengono oppressi pur non avendo fatto nulla di male, vengono puniti con la chiusura del valico da troppo tempo”. La donna ha anche espresso la sua frustrazione per non essere stata capace di ritornare dai suoi figli e di sostenerli per l’inizio del nuovo anno scolastico. “Spero di riuscire a tornare in Egitto e a vedere i miei bambini”. Tudeh Abed, uno studente laureato, ha detto che gli studenti sono una fascia importante colpita dai continui blocchi del valico di Rafah, sottolineando che un largo numero di essi ha perso la borsa di studio proprio per le frequenti chiusure del valico. Abed ha sottolineato che ci sono più di 2.000 laureati che necessitano di viaggiare attraverso il valico di Rafah per completare i loro studi post laurea. 30 mila persone passano da Rafah Majdi Ahmed, capo del Comitato dei cittadini bloccati, ha affermato che il numero di persone registrate che passano dal valico ha superato le 30 mila, sottolineando che il valico di Rafah è stato aperto solo per tre giorni dall’inizio dell’anno. “Questi tre giorni sono sufficienti solo a far passare 1.000 persone”, ha detto, evidenziando che la maggioranza delle persone registrate sono malati, studenti o cittadini non palestinesi. Il direttore del Comitato ha inviato diversi messaggi, tra i quali il più importante era un messaggio al Presidente e al governo egiziano affinché chiedessero l’apertura immediata del valico di Rafah, rimarcando l’importanza strategica delle relazioni tra Egitto e Palestina. Ahmad si è anche appellato al capo dell’Autorità palestinese, Mahmoud Abbas, perché si assuma le sue responsabilità verso la Striscia di Gaza e la sua popolazione, e adotti un’azione rapida insieme al governo di unità nazionale, affinché si lavori alla riapertura del valico. Nell’appello alla Giordania, i firmatari si sono rivolti al Re di Giordania e al suo governo sulla necessità di cancellare i certificati di non obiezione (NOC) e facilitare lo spostamento di studenti e pazienti verso la Giordania. E’ stato anche mandato un messaggio ai capi di tutte le fazioni che sottolineava la necessità di una riconciliazione e della fine delle divisioni, affinché si lavori insieme per la riapertura del valico di Rafah. L’appello è stato diretto anche alla comunità internazionale e alle organizzazioni per i diritti umani di tutti il mondo, affinché si muovano per aiutare i quasi due milioni di persone intrappolate per più di dieci anni nella Striscia di Gaza. |