https://aurorasito.wordpress.com 22/08/2016
Hillary Clinton e le radici russofobe della sinistra culturale di Caleb Maupin Traduzione di Alessandro Lattanzio
Negli ultimi discorsi, tra cui quello di accettazione della nomina del Partito Democratico alla presidenza, l’ex-segretaria di Stato Hillary Rodham Clinton dichiarava che avrebbe lavorato per sradicare “il razzismo sistemico”, senza presentare alcuna strategia specifica o politica per farlo, ma ogni volta che pronunciava la frase “razzismo sistemico” c’erano grandi applausi dal pubblico. Un articolo di vox.com afferma che l’uso di tale termine è “importante” perché è una frase che viene “abbracciata in particolare da giovani attivisti”. Nel discorso, Clinton avrebbe detto che lavorerà per sradicare “discriminazione” o “sottorappresentazione” delle minoranze, usando la parola d’ordine preferita di uno specifico ambiente politico che la campagna di Clinton sembra assecondare. La frase rientra nel vocabolario di ciò che alcuni chiamano “teoria dell’oppressione”. I giovani l’hanno imparato dai professori universitari, da coloro che insegnano Black Studies o studi sul genere. Tale nuovo gergo viene utilizzato su vari forum internet, in particolare tumblr. Quando la nomination democratica era ancora in palio, internet era piena di sostenitori di Clinton che chiamavano i sostenitori di Sanders i “Bernie Bros”, affermando che supportare la campagna presidenziale del senatore del Vermont era espressione del “privilegio del maschio bianco”. Blog, tweet e status ora sollecitano i delusi sostenitori di Sanders a “controllare i loro privilegi”, in vista di una presidenza Trump, e votare per la candidata che disprezzano. Se un maschio sostenitore di Sanders risponde a tali argomenti e difende la decisione di sostenere Jill Stein o Gloria La Riva, o qualsiasi candidato diverso dalla Clinton, viene accusato di “maschilismo”. E se continua, l’avversario di Clinton viene personalmente insultato, per avere “toni da polizia”. Da dove provengono tali frasi? Cos’è questo ambiente politico a cui la candidata democratica è collegata? Agli occhi del pubblico viene spesso identificato come “estrema sinistra”. Non è del tutto corretto. L’entità nota come sinistra affonda le radici nella rivoluzione francese del 1790. Da quel momento, chi si identifica come “di sinistra”, rivoluzionario o radicale, usa parole come “libertà” e “solidarietà”, parla di lavorare per “l’emancipazione”, di “liberazione” contro “l’oppressione”. Spesso usando formulazioni specificate da Marx come “sfruttamento” ed “esproprio”, mentre sostiene il “potere alla classe operaia”. Con la retorica su liberazione e lotta all’ingiustizia, la sinistra tradizionalmente ospitava gli avversari di razzismo e sessismo, e i sostenitori dell’uguaglianza sociale. Tuttavia, questo nuovo ambiente che parla di “interconnessione” e “intersezionalità” piuttosto che di solidarietà, e celebra gli interventi militari globali per ragioni “umanitarie” mentre s’impegna in accesi dibattiti su concetti come “privilegio cisgender”, accusandone i detrattori di “biancocentrismo”, e i “Bernie bros” di dover “controllare il loro privilegio”, un suo sviluppo, non proviene dalla sinistra.
L’Associazione per la libertà della cultura Per capire lo stile retorico unico che Clinton ha abbracciato, va capito cosa successe al Waldorf-Astoria nel 1949. Nonostante gli Stati Uniti fossero in piena frenesia anticomunista, con la Commissione per le attività antiamericane in piena attività, e molti membri del Partito comunista nelle prigioni federali o statali, il Partito Comunista filo-Mosca segnò una vittoria cruciale nelle pubbliche relazioni. Il 25 marzo 1949, la “Conferenza scientifica e culturale per la pace nel mondo” si apriva a New York City, dando una voce forte e solida alle critiche sulla politica estera degli USA. Albert Einstein, Will Geer, Arthur Miller, Aaron Copland, Lillian Hellman, Frank Oppenheimer, Paul Robeson, WEB Dubois, e molte delle figure culturali e intellettuali più rispettate del tempo salirono sul palco durante la conferenza. Gli interventi non solo denunciarono la corsa militare contro l’Unione Sovietica, ma difesero gli interventi militari sovietici e presentarono l’URSS come una società accogliente, socialista, non la “cortina di ferro” o l'”Impero del Male” ritratta sui media degli Stati Uniti. La Central Intelligence Agency degli Stati Uniti osservò con rabbia come le immagini della conferenza di pace di Waldorf venissero diffuse dai media in tutto il pianeta, screditando gli Stati Uniti e aumentando il prestigio dell’Unione Sovietica. In risposta, l’anno successivo la CIA lanciò un piano chiamato “Congress for Cultural Freedom“. Ancora oggi, il piano è considerato uno dei più grandi successi dell’agenzia nella Guerra Fredda. La CIA si vanta del piano sul suo sito, dicendo che coinvolse: “una squadra energica e ben collegata disposta a sperimentare idee non ortodosse ed individui controversi, se volevano sfidare i comunisti nel loro stesso gioco”. Il piano coinvolse il “sinistrismo culturale” reclutato dalla CIA. Negli Stati Uniti e nell’Europa occidentale, socialisti, comunisti, anarchici, artisti, musicisti, studiosi e cineasti iniziavano a ricevere denaro dalla CIA. Molti ne erano all’oscuro. Il sito della CIA conferma che sovvenzionò la rivista trotskista di New York “Partisan Review“. La rivista si presentava da rappresentante del vero socialismo di Karl Marx, Max Shachtman e Leon Trotskij, mentre si opponeva allo “stalinismo” dell’URSS. La CIA promosse anche le opere di Sidney Hook e altri professori universitari “socialisti”. Il piano andò oltre l’attivismo politico, comprendendo il finanziamento a gallerie d’arte, cineasti sperimentali e soprattutto accademici di sinistra. La CIA finanziò la stampa degli scritti di George Orwell, così come concerti di musicisti di sinistra. Un articolo del Chronicle of Higher Education del 2014 lamenta l’impatto dei finanziamenti della CIA all’Iowa Writers Workshop, che promosse ciò che furono descritte come innovazioni stilistiche e scoperte letterarie.
Perché fomentare il sinistrismo culturale? Sembra strano che, durante la guerra fredda, il governo degli Stati Uniti intenzionalmente finanziasse persone che si definivano di estrema sinistra. Tuttavia, ha senso per un motivo fondamentale: tutti gli artisti, attivisti, accademici e filosofi che ricevettero soldi dal programma della CIA erano fermamente antisovietici. La CIA volle promuovere la “sinistra culturale”, sperando di allontanare le persone di sinistra e dissidenti dal comunismo sovietico. Un divario politico significativo tra sinistra occidentale e URSS già si sviluppava. Negli anni ’20, l’Unione Sovietica divenne molto più socialmente conservatrice che nei primi anni. L’omosessualità e l’aborto furono messi fuori legge, e lo Stato premiava con medaglie le donne con più di 10 figli. Mentre la sinistra occidentale si aggrappava ad astratti concetti marxisti come “libero amore” e “distruzione del genere”, l’Unione Sovietica, in lotta per la sopravvivenza tra blocchi, invasioni e sovversione estera, doveva serrare i ranghi. Di fronte ai continui attacchi, l’Unione Sovietica fu costretta a diventare molto autoritaria. Con le industrie in rapido sviluppo in una società in precedenza povera e agraria, l’economia sovietica aveva necessità di una rigorosa regolamentazione. Affrontando gli attacchi dall’estero, i leader sovietici invocarono non solo i principi marxisti-leninisti, ma anche il nazionalismo russo. Pellicole ritraevano zar medievali non come tiranni ma come idoli patriottici che combattevano gli invasori. Durante la seconda guerra mondiale la chiesa ortodossa russa risorse e poté operare nella società sovietica. Pur avendo una pianificazione centrale e un’economia non capitalista, ottenendo ciò che fu spesso descritto come “miracolo economico” dagli economisti, quando si trattava di questioni culturali l’URSS semplicemente non era all’altezza delle fantasie di molti esponenti della sinistra occidentale. Molti attivisti che lottavano per il paradiso egualitario dalla “libertà totale” rimasero piuttosto delusi da ciò che l’Unione Sovietica era diventata. Eppure, anche nonostante il crescente divario, l’Unione Sovietica aveva un’enorme rete di alleati internazionali. L’Internazionale Comunista e il più ampio fronte popolare antifascista erano una corrente globale di massa. Dopo la seconda guerra mondiale, la corrente divenne ancora più grande nel mondo per il ruolo molto ammirevole svolto dai comunisti e dell’URSS durante la guerra. A partire dal 1950 la CIA iniziò a lavorare per sfruttare e ampliare il divario tra radicali occidentali e Unione Sovietica, con la speranza di isolare e sconfiggere l’Unione Sovietica. Fin dai primi giorni, alcuni partecipanti al piano già fantasticavano su eventi simili alle “rivoluzioni colorate” in cui la CIA venne coinvolta un paio di decenni più tardi. Quando il piano era in fase di studio, l’ex-comunista e accademico Sidney Hook disse: “Datemi un centinaio di milioni di dollari e un migliaio di persone dedite, e vi garantirò una tale ondata di disordini democratici tra le masse, sì, anche tra i soldati dell’impero di Stalin, che tutti i loro problemi per molto tempo saranno interni. Posso trovarvi la gente“. Indipendentemente dalle intenzioni, finanziando e promuovendo il “sinistrismo culturale”, la CIA in ultima analisi rimodellò la sinistra negli Stati Uniti e in Europa occidentale.
Misticismo orientale, fascismo e occultismo In Europa occidentale e negli Stati Uniti il cristianesimo rappresentava il punto di vista religioso più importante promosso dai centristi e più tradizionali della dirigenza politica. La sinistra radicale in genere promuoveva materialismo filosofico e ateismo scientifico. Occultismo, paganesimo e misticismo orientale erano un’ossessione dell’estrema destra. I nazisti, che si consideravano un “partito di destra”, glorificavano le religioni precristiane della Germania, spesso invocando Odino e il Valhalla nella loro propaganda. Il famoso occultista Aleister Crowley che divertiva i ricchi e potenti della Gran Bretagna spesso nettamente allineato al partito conservatore, considerava la sinistra una sporca folla di demagoghi ignoranti. Come un fedele di destra del noto paranormalista dichiarò: “Odio il cristianesimo come i socialisti odiano il sapone”. I fascisti europei spesso erano abbacinati dal sistema delle caste in India, visto come un antidoto alla lotta di classe. Julius Evola, uno dei principali intellettuali di estrema destra italiani, fu considerato un esperto di induismo e mitologia precristiana. I nazisti adottarono la svastica come emblema e si chiamavano “ariani” perché s’identificavano con le strutture autoritarie dell’antica India, e credevano che i tedeschi ne fossero i discendenti genetici. In India, il sistema delle caste e le pratiche mistiche volte ad attrarre gli spiriti, insieme a una rigida struttura patriarcale, furono i principali obiettivi dei riformatori sociali. Molte persone di sinistra in India accusavano l’impero inglese di rafforzare queste cose per indebolire efficacemente la lotta per l’indipendenza. Indipendentemente dalle norme di sinistra e destra, dal 1950, la “cultura di sinistra” rinforzata e riplasmata dai finanziamenti della CIA degli Stati Uniti, fu piena di ammiratori della cultura tradizionale indiana. Scrittori come Jack Kerouac e Allen Ginsberg utilizzavano i canti indù nei loro scritti, diffusi e promossi presso le Università. La Società Internazionale per la Coscienza di Krishna, una setta molto conservatrice e anticomunista che venera le divinità indù partecipava sempre alle marce per la pace. Allo stesso modo, il regno teocratico e feudale del Tibet fu inserito tra le cause liberal alla moda. Il regime del Dalai Lama era considerato uno dei più autoritari e patriarcali del mondo. I nazisti furono così impressionati dalle strutture tradizionali imposte con severità nel Regno, che inviarono numerose delegazioni a studiarle. I nazisti collaborarono attivamente con il regime per combattere le forze nazionaliste e comuniste in altre parti della Cina. Nel 1950, la CIA sponsorizzò la guerriglia volta a cacciare il Partito comunista cinese dalla Regione autonoma del Tibet e restaurare il governo teocratico feudale. Il libro “La guerra segreta della CIA in Tibet”, pubblicato dalla Heritage Foundation, racconta come il fratello del Dalai Lama guidò un gruppo di ribelli violenti paracadutato in Tibet con armi made in USA. Tuttavia, la rimodellata cultura di sinistra che Hillary Clinton ora abbraccia, quasi adora il Dalai Lama. Il movimento “Free Tibet”, che vuole distruggere la Repubblica popolare cinese, è oggi una delle cause “di sinistra” più alla moda. Uno dei libri preferiti di tale “movimento” è “Sette anni in Tibet”, scritto da Heinrich Harrer, una SS di Hitler spedita in Tibet durante la seconda guerra mondiale.
Sintonizzarsi, accendere, spegnere La sinistra politica era da tempo avversaria espliciti dell’uso di droghe. Molti dei primi socialisti, si opposero anche all’alcol e facevano parte del movimento della temperanza nel 20° secolo. Tuttavia, mentre la CIA versava denaro, forgiando la “sinistra culturale” antisovietica, anche questa posizione fu modificata. Secondo quanto rivelato dal Comitato Church, una commissione istituita dal Congresso degli Stati Uniti per studiare la CIA nel 1975, la CIA aveva distribuito attivamente droga agli studenti universitari ed altri nell’ambito del “Progetto MKULTRA”. La CIA coinvolse molti professori e accademici nelle ricerca e diffusione dell’acido lisergico di dietilamide (LSD) chiamato anche “l’acido”. Tale allucinogeno fu sintetizzato da Albert Hoffman, un chimico svizzero, nel 1938. Nel corso degli anni ’50, la Central Intelligence Agency degli Stati Uniti aveva ampiamente sperimentato l’LSD, sperando che potesse essere usato contro l’Unione Sovietica. Timothy Leary, professore di psicologia di Harvard, fu una delle figure più note tra gli studenti di sinistra negli anni ’60 e ’70. Predicò il “sintonizzarsi, accendere e spegnere” ed incoraggiò apertamente i giovani che si opponevano alla guerra del Vietnam e al razzismo ad usare l’LSD. Nel 1999, i file dell’FBI resi pubblici mostravano che il dottor Timothy Leary era stato un informatore dell’FBI durante la sua carriera. Con l’emersione della sinistra culturale, vi fu uno strano riorientamento dei grandi media statunitense. La stampa si allontanò dalla celebrazione pura del capitalismo e dalla condanna del dissenso. Invece molte famose band rock, professori universitari e programmi televisivi quasi celebravano la “nuova sinistra”, in particolare le sue manifestazioni culturali. Durante la recrudescenza dell’attivismo politico di sinistra negli ’60 e ’70, molti comunisti politicamente orientati verso l’Unione Sovietica, la Cina o Cuba identificarono la “nuova sinistra” antisovietica, universitaria, tossica, promiscua e ben finanziata come ostica. Le forze organizzate con quadri disciplinati erano una minoranza, spesso definiti “Tankies” e “falchi” e denunciate da note figure della nuova sinistra come Jerry Rubin. Verso la metà degli anni ’70, la forza politica della Nuova Sinistra era finita. Rimase una piccola “opposizione leale” alla politica statunitense. Si ebbero marce per la pace e fu creato il partito dei Verdi, e la nuova sinistra era il luogo che assorbiva liberi pensatori ed altri che si lamentano della società degli Stati Uniti. Mentre la nuova sinistra rimase isolata, il governo degli Stati Uniti era dominato da gente che sposava le formula neo-con sul “più grande Paese del mondo” e definiva il capitalismo “il più grande sistema mai creato”. La Fondazione Ford e i vari think tank dei Rockefeller, insieme ai piani orchestrati da George Soros, finanziarono molti che potrebbero essere considerati di “centro-sinistra”, ma rimasero un piccolo blocco ignorato dalle principali forze politiche.
La Nuova Sinistra prende il potere La svolta arrivò dopo i fallimenti dell’amministrazione Bush e la crisi finanziaria del 2008, cambiando radicalmente l’atmosfera politica. Gli Stati Uniti hanno chiaramente grossi problemi, e il messaggio politico del Partito Repubblicano del “è il mio Paese giusto o sbagliato” e “non risolvere il problema se non esplode” non basta più. Nella confusione repubblicana, il Pd ora emerge come la più potente entità politica degli Stati Uniti. Per mantenere la presa sul potere, la presidenza Obama e la campagna di Clinton riattivano la “sinistra culturale”. Nel 2016, la fanteria del Pd è stata addestrata dalle ONG finanziate e basate sul sinistriamo culturale universitario. Con il movimento comunista mondiale molto più debole, i resti e i discendenti della “nuova sinistra” della CIA hanno il dominio ideologico. Ciò che una volta era considerato “contro-cultura” è diventato dominante. Ora che gli avversari degli Stati Uniti sulla scena mondiale sono molto più socialmente conservatori, il messaggio imperialista e bellicista della sinistra culturale è molto più pronunciato. A volte, la campagna di Hillary Clinton contro Donald Trump appare conservatrice. La campagna di Clinton insinua che Trump sia antipatriottico per aver evitato il servizio militare durante la guerra del Vietnam, e non qualificato alla presidenza perché usa un linguaggio “offensivo”. Secondo i sostenitori di Clinton, Trump è fedele al Cremlino e ammira i “dittatori”, cioè i regimi che sfidano il dominio di Wall Street. Hillary Clinton ha tuonato “l’America è grande, perché l’America è buona” nel suo discorso alla convention, respingendo il motto di Trump “rendere l’America ancora una volta grande” come antipatriottico. Molti degli attacchi a Trump non lo condannano per bigottismo o autoritarismo, ma per essere ipercritico verso la società statunitense ed abbracciare “teorie del complotto”. Secondo la politica esaltata dei clintoniani e loro soldati, essere di sinistra che lotta per i diritti delle donne e si oppone all’ingiustizia significa attuare il cambio di regime. Secondo la sinistra culturale di Clinton, la battaglia per i “diritti umani” deve continuare e il Pentagono deve liberare le donne, gli omosessuali, i transgender e altri dai “dittatori” che non condividono il loro punto di vista sociale illuminato. Tale liberazione va effettuata armando gli estremisti islamici, attuando sanzioni economiche e sparando missili da crociera, per creare caos e rovesciare regimi che promuovono valori in contrasto con quelli insegnati dagli Studi di razza e genere. Lo scontro con la Russia è considerato una buona cosa perché il suo governo è accusato di essere “omofobico”. Coloro che sottolineano che Clinton coccola i dittatori dell’Arabia Saudita, o che gli Stati Uniti s’ingeriscono in Siria e la Libia rafforzando la minaccia dello ISIL, sono etichettati “teorici della cospirazione” che devono “controllare i loro privilegi” e “fermare il maschiocentrismo”. Allo stesso tempo, sottolineare che i combattenti antigovernativi appoggiati dagli Stati Uniti in Siria sono in realtà fanatici wahabiti che massacrano cristiani e alawiti, si chiama “islamofobia”. In linea con lo stile argomentativo del milieu universitario della “politica del privilegio”, questi fatti non sono mai confutati. Piuttosto, semplicemente si viene accusati di qualche crimine ideologico o impurità. Mentre milioni di persone fuggono da Libia e Siria per gli interventi della NATO che hanno rovesciato governi nazionalisti indipendenti e reso la loro vita impossibile, la sinistra applaude. Invece di protestare tali crimini imperialisti che hanno creato la massiccia crisi dei profughi, la maggior parte della sinistra fa parate per “accogliere i rifugiati”. Coloro che osservano che la destabilizzazione della NATO ha provocato la crisi migratoria e dicono che ciò è un’atrocità che va denunciata, sono accusati di essere bigotti e islamofobi.
Il crescente pericolo di guerra La sinistra che esisteva prima della Seconda guerra mondiale è qualcosa che i clintoniani non riconosceranno mai. Libri come “Verso l’America sovietica” di William Z. Foster nel 1932 tracciava un’economia pianificata per gli Stati Uniti e chiedeva a chi soffriva la fame e alla classe operaia disoccupata di Kentucky, Ohio, Alabama e altrove di combattere per migliori condizioni di lavoro. I movimenti di massa degli anni ’30 ottennero la creazione della previdenza sociale, l’assicurazione contro la disoccupazione, i benefici dei veterani, e molto altro ancora. Lo slogan del Partito Comunista era “Non morire di fame, lotta!” Coloro che furono mobilitati non erano una élite culturale ben istruita, ma lavoratori industriali, giovani disoccupati, studenti e ogni statunitense comune che soffriva durante la crisi economica nota come Grande Depressione. La “sinistra culturale” fabbricata e appena al potere a cui Clinton si è allineata, avrebbe guardato queste persone dicendogli che meritavano di essere indigenti, perché li avrebbe aiutati a capire meglio ciò che le persone di colore subivano. Gli avrebbe detto che chiedere lavoro sapeva di “arroganza” e “privilegio bianco”. Gli avrebbe detto che dovevano celebrare la prospettiva di una guerra contro Russia o Cina perché dovevano rovesciarne i leader ritratti come “omofobici” o “oppressori delle donne”. Ora che la “sinistra” è diventata qualcosa di assai lontana da ciò che era una volta, non dovrebbe sorprendere che la classe lavoratrice bianca abbracci Donald Trump e l'”alternativa di destra”. Molti bianchi che soffrono per la recessione economica arrivano a vedere la sinistra come una corrente che cerca di punirli e umiliarli, non di migliorarne le condizioni di vita. Inoltre, la sinistra moderna è percepita come sprezzante verso di loro per non conoscere il gergo appropriato della “teoria dell’oppressione” insegnata nelle università. Se le organizzazioni emerse in realtà facessero richieste economiche e si organizzassero contro i grandi interessi del denaro, come avvenne negli anni ’30, la situazione potrebbe essere drasticamente diversa. Tuttavia, non è così. La “nuova sinistra”, particolarmente favorita per contrastare l’influenza degli avversari globali del capitalismo occidentale, ora ha preso il timone della civiltà occidentale con una squadra di fedeli crociati che combattono in nome della “diversità” e dell'”intersezione”. Nel frattempo, l’economia peggiora e il pericolo di un grande scontro militare tra Stati Uniti e Russia o Cina, i due Paesi più grandi della terra, avanza rapidamente.
Caleb Maupin è un analista politico e attivista di New York. Ha studiato scienze politiche presso il Baldwin-Wallace College e fu ispirato e coinvolto nel movimento Occupy Wall Street, per la rivista on-line “New Eastern Outlook” . |