Martedì 5 aprile 2016 ore 17
Sala giunta, Palazzo San Giacomo
Piazza Municipio, Napoli

Conferenza: Necessario Cooperare l'impegno della Città di Napoli per un Mediterraneo di Pace e di Cooperazione

 

Una Minuta per un Impegno

di Gianmarco Pisa

 

In occasione della presentazione del progetto per Corpi Civili di Pace in Kosovo, sull'esplorazione dei luoghi della memoria e la ricostruzione di tessuti di condivisione, dal titolo PRO.ME.T.E.O. («Productive Memories to Trigger and Enhance Opportunities»), sostenuto dalla Cooperazione Decentrata del Comune di Napoli, nell'ambito della Conferenza “Necessario Cooperare: l'impegno della Città di Napoli per un Mediterraneo di Pace e di Cooperazione”, tenuta in Sala Giunta, il 5 Aprile, le relazioni illustrate e gli interventi proposti hanno messo in condivisione una grande quantità di idee e sollecitazioni, con proposte e spunti di riflessione.

Sin dalla presentazione, la Conferenza si è mossa con l'obiettivo del “che fare”: cosa ci sarebbe da fare, cosa potremmo fare, per prevenire la guerra e per contrastare il terrorismo, per riconquistare al Mediterraneo la sua vocazione più simbolica ed affascinante, quella di essere mare tra tante sponde, culla di culture e civiltà, campo di ospitalità e di convivenza, anziché di guerra e di terrore. L'occasione è stata quindi preziosa per interrogarci sul fallimento delle risposte classiche, l’ingerenza e la guerra umanitaria, perfino l’esportazione della democrazia, e sulla promessa di nuovi strumenti, la “diplomazia popolare” e la “cooperazione solidale”.

Ci è sembrato quindi opportuno raccogliere la seguente “minuta” su alcuni tra gli spunti offerti dai relatori.

 

Rosanna Morabito (docente di lingua e letteratura serba e croata presso l'Università “Orientale” di Napoli):

 

a. la Jugoslavia ha rappresentato un contesto multi-nazionale, multi-etnico e multi-confessionale,

b. il bombardamento della Serbia da parte della N.A.T.O. nel 1999 ha costituito una violazione,

c. il profilo di una regione segnata da massicci movimenti di popolazione nel corso della storia,

d. i gravi problemi aperti della democrazia e dello stato di diritto nel Kosovo indipendente di fatto dal 2008,

e. le violente reazioni dei nazionalisti e le forti contrapposizioni opposte al dialogo e alla convivenza, anche in relazione agli importanti accordi del 19 Aprile 2013 e l'odierna necessità del lavoro sulla/sulle memoria/e.

 

Giovanni Sarubbi (direttore de “Il Dialogo” dedicato al dialogo inter-religioso e cristiano-islamico):

 

a. la libertà religiosa è fondamentale libertà soggettiva e, in particolare, libertà costituzionale,

b. la dottrina dello “scontro delle civiltà” alla Samuel Huntington si è purtroppo andata affermando,

c. il “primato” della religione e delle questioni religiose come “architrave” del destino umano?

d. la guerra ed il terrorismo non hanno nulla a che vedere né con le religioni né con le civiltà,

e. l'attacco contro “una” religione è, al tempo stesso, un attacco portato contro “tutte” le religioni e quindi la strumentalizzazione etno-religiosa, etno-culturale o etno-politica è una minaccia anche alla nostra libertà.

 

Maria Teresa “Maite” Iervolino (docente di lingua e letteratura inglese, anglista e slavista):

 

a. l'intercultura è uno strumento pertinente ed efficace per la gestione e il superamento dei conflitti,

b. il conflitto, a propria volta, è sovente uno “specchio” di altri conflitti e di altre contraddizioni,

c. il rispetto delle culture diverse/altre e l'incontro delle alterità/differenze è più che mai decisivo,

d. i nessi dialettici: identità vs. alterità, certezza/compattezza/clausura vs. dubbio/critica/apertura,

e. la necessità di una “lingua polifonica” per superare la contrapposizione sé/altro-da-sé (alterità).

 

Maurizio del Bufalo (coordinatore del Festival del Cinema dei Diritti Umani di Napoli):

 

a. l'esperienza presso la UNDP (maggiore agenzia dell'ONU) e i programmi di “sviluppo umano”,

b. il ruolo svolto da Kofi Annan ed il varo del programma dei «Millennium Development Goals»,

c. i diritti umani (tutti i diritti umani per tutti) come percorso critico e come programma di sviluppo,

d. lo snaturamento della cooperazione internazionale nel passaggio di funzioni dal civile al militare,

e. l'esigenza di trasformare il “codice” del rapporto: da donatore/beneficiario a partner/cooperante.

 

Amarilys Gutierrez Graffe (Console Generale a Napoli della Repubblica Bolivariana del Venezuela):

 

a. la forma della cooperazione solidale e della integrazione regionale si basa sui diritti umani,

b. il modello di riferimento della cooperazione solidale è quello della diplomazia dei popoli,

c. i diritti umani non possono che basarsi sulla centralità delle persone e il rispetto delle differenze,

d. “pueblo unido”: agire per essere “esseri umani del mondo” e per favorire l'unità dei popoli,

e. individuare e superare i fattori di contrasto e di divisione, che non sono le religioni ma il capitale mondiale ed  agire ed intervenire per favorire la crescita di un movimento per la pace a livello internazionale.

 

Alessandro Fucito (Assessore della Città di Napoli al patrimonio e alla cooperazione decentrata):

 

a. il ruolo delle presunte “primavere arabe” e la dinamica sconvolgente della guerra e del terrorismo oggi,

b. la città di Napoli come crocevia del Mediterraneo, capitale dei diritti e centro di cooperazione solidale,

c. i luoghi della attivazione della città di Napoli: Palestina, Balcani, Rojava, Sahara Occidentale, Mauritania,

d. interscambio e reciprocità:  il dialogo tra città e territori; il rispetto delle esperienze democratiche; la pace,

e. i criteri operativi e strategici:  messa a rete e messa a sistema, impatto positivo, trasformazione sociale.

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