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Roma, 8 febbraio 2016

 

Verità e giustizia per Giulio Regeni

 

Ci stringiamo attorno alla famiglia Regeni ed alla comunità di Fiumicello per l'ultimo saluto a Giulio, vittima di una violenza disumana che non dovrebbe esistere in nessun angolo del mondo.

Non abbiamo conosciuto Giulio ma conosciamo le sue curiosità, il suo desiderio ed il suo impegno per far conoscere le condizioni di vita di milioni di persone, uomini e donne, che sopravvivono allo sfruttamento ed alle privazioni delle più elementari libertà e diritti che nella nostra società si danno per scontati, ma che scontati non lo sono affatto. Quella ricerca e quell'impegno li ritroviamo in tanti giovani che giustamente e fortunatamente vogliono andare oltre i propri confini, oltre le sicurezze e le protezioni che li circondano. Giovani che credono e che si affidano all'altro, che scommettono sull'umanità, che si fanno voler bene dovunque essi vadano, rompendo diffidenze, barriere culturali e linguistiche. Loro sono il futuro, loro sono nel giusto.

Giulio come i ragazzi e le ragazze delle periferie del Cairo, di Alessandria, di Tunisi, di Damasco, di Aleppo, di Gaza e di Gerusalemme, ha pagato con la propria vita per voler conoscere e per stare al fianco di sindacati e di associazioni che lottano in modo nonviolento per il riconoscimento dei diritti fondamentali di chi lavora senza un contratto, senza alcun diritto, senza la possibilità di difendersi e di protestare, per la dignità della persona umana e per potersi esprimere ed organizzare liberamente. Principi e valori che sono alla base della nostra costituzione, della carta delle Nazioni Unite e delle radici dell'Europa, che sempre più trovano riscontro solo nelle tragedie per essere poi dimenticati nella quotidianità e dalle scelte della politica.

Ma è la stessa scelta di Giulio, di ricerca e di impegno, che ci indica di non fermarci al dolore ed al ricordo, mentre altri giovani ed attivisti egiziani sono scomparsi, detenuti e torturati, e mentre la macchina repressiva e violenta prosegue la sua azione distruttrice. Occorre che sia fatta piena luce su quanto accaduto e che i responsabili siano puniti. Ma occorre che la comunità internazionale chieda conto alle istituzioni egiziane del rispetto dei diritti umani e delle convenzioni internazionali ratificate dall'Egitto e che non è più accettabile che si continui a promuovere accordi, cooperazione ed investimenti con governi che non consentono di esercitare ai propri cittadini, senza distinzione di appartenenza politica, religiosa ed etnica, i diritti e le libertà fondamentali, violando e calpestando ogni sorta di principio elementare ed universale di protezione della persona umana.

L'Italia, l'Unione Europea, hanno il dovere di condannare la violenza di quei governi che anziché proteggere i cittadini, al di là delle loro posizioni politiche o religiose, si fanno complici di torture, persecuzioni ed omicidi. E', questa, una responsabilità che le nostre istituzioni debbono assumere fino in fondo, senza più giustificare accordi ed alleanze per interessi economici o strategici. Nessun giacimento di fossili da sfruttare, nessuna ragion di stato può giustificare posizioni accomodanti e di copertura di regimi dittatoriali perché più strategico della vita delle persone e del rispetto dei diritti umani non vi è nulla.

 

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