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16/06/2016

 

L’ammissione shock di Joe Biden: «Gli Stati Uniti sostengono l’attuazione della rivoluzione in Ucraina»

di Eugenio Cipolla

 

«Nel prossimo futuro l’Ucraina cambierà dal di dentro e questo cambiamento segnerà la vita dei cittadini»

 

Mentre a San Pietroburgo il gotha della politica europea si è riunito per provare a riappacificarsi con Vladimir Putin (a riprova di questo ci sono le parole di Juncker, che ha teso la mano alla leadership russa, parlando di ponti da costruire e di un percorso di riavvicinamento che deve partire proprio dall’Ucraina), a Washington ieri è arrivato per la prima volta il premier ucraino Volodymyr Groisman, sostituto da pochi mesi del “rottamato” e non più popolare Arsenij Yatsenyuk. Il nuovo primo ministro ha avuto un incontro bilaterale con il vicepresidente Usa, Joe Biden, non solo braccio destro di Obama alla Casa Bianca, ma anche delegato dal presidente in persona a seguire la complicata e spinosa vicenda ucraina.

 

«Sono lieto di dare il benvenuto al nuovo primo ministro – ha detto Biden – Sta facendo davvero un duro lavoro». Il vice di Obama ha espresso tutta la sua preoccupazione per il deteriorarsi della situazione in Donbass, dove nelle ultime ore i combattimenti si sono intensificati. Giusto ieri il ministro della Difesa ucraino, Stepan Poltorak, aveva detto che nel 2016 sono stati circa 623 i soldati ucraini uccisi negli scontri con i separatisti filorussi. Nell’ultima settimana, poi, i morti, tra le file dell’esercito regolare, sono stati una decina, a testimonianza di come la tensione tra i due schieramenti rimanga tuttora alta. «Ribadiamo che le sanzioni contro la Russia rimarranno fintanto che questa non avrà attuato pienamente gli accordi di Minsk», ha affermato Biden.

 

Con Groisman, però, Joe Biden non ha parlato solo di Donbass e di Russia, ma ha anche cercato di capire il livello di allineamento del premier ucraino rispetto ai diktat della Casa Bianca e del Fondo Monetario Internazionale, ai quali il predecessore Yatsenyuk aveva ceduto immediatamente. Prima ha apertamente ammesso che «gli Stati Uniti sostengono l’attuazione della rivoluzione» in Ucraina, sperando che «questa volta ci siano dei reali progressi.

 

Questa – si è auspicato Biden – deve essere l’ultima volta, se non sarà l’ultima, che almeno si facciano le cose per bene». Poi ha staccato un assegno da 220 milioni di dollari in aiuti per il 2016, incassando il pieno appoggio dell’ex speaker della Rada.

 

«Per sostenere gli sforzi dell'Ucraina, volti a promuovere ulteriori riforme politiche, economiche ed energetiche – ha scritto la Casa Bianca nel documento conclusivo dell’incontro - il vice presidente ha annunciato l’intenzione di destinare un ulteriore sostegno a Kiev, con un importo di 220 milioni per quest'anno». Soldi ai quali andranno ad aggiungersi altri 62,5 milioni di dollari che l’agenzia “indipendente” governativa OPIC, Overseas Private Investment Corporation, investirà in Ucraina, attraverso due fondi, in diversi settori dell’economia dell’ex repubblica sovietica, come agricoltura, sanità, beni di consumo, immobiliare. Piovono dollari, dunque, considerando anche che la settimana prossima la Camera dei Rappresentati Usa potrebbe mettere a bilancio altri 150 milioni di dollari in aiuti militari per l’anno 2017.

 

«I colloqui e gli incontri con i membri del governo e del Congresso Usa ci hanno dato la convinzione che siamo uniti», ha detto il servizio stampa del primo ministro ucraino in un documento diffuso alla stampa subito dopo il meeting con Biden. «Il governo apprezza il sostegno fornito dagli Stati Uniti all’Ucraina, così come il sostegno a quelle riforme necessarie per il paese». Groisman ha detto che tra i compiti principali del governo per garantire la stabilità macroeconomica e la creazione di un clima favorevole per le imprese, ci sarà un rafforzamento della lotta contro la corruzione, diventata per la classe dirigente ucraina la panacea di tutti i mali. «Nel prossimo futuro l’Ucraina cambierà dal di dentro e questo cambiamento – avverto il premier – segnerà la vita dei cittadini».

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