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August 26, 2016

 

Come orchestrare una guerra

di Brian Whitmore

 

Prima dei cannoni di aprile, sono arrivate le proteste di febbraio e marzo.

Prima del conflitto armato, sono arrivate le rivolte disarmate.

Prima che ci fosse una guerra nel Donbas, ci fu la cosiddetta primavera russa.

Ci sono stati a lungo scarsi dubbi sul profondo coinvolgimento del Cremlino nell’istigazione della guerra nelle provincie ucraine del Donetsk e Luhansk che ha avuto inizio nel mese di aprile del 2014.

Ma le manifestazioni antigovernative di massa scoppiate nelle città russofone in Ucraina orientale e meridionale nei mesi precedenti, soprannominate primavera russa dai media pro-Cremlino, erano sempre molto più ambigue.

Nell'ambiente sovracarico e caotico, dopo l’estromissione del presidente pro-Mosca Viktor Yanukovich da parte della rivolta euromaidan a Kiev, fu del tutto plausibile che la primavera russa fosse un fenomeno organico locale che il Cremlino, semplicemente, sfruttava e trasportava sostenendola avidamente.

 

Ma ciò sembra molto meno plausibile oggi.

 

Questa settimana l’Ufficio del Procuratore Generale dell'Ucraina, ha rilasciato quelle che dichiara essere, registrazioni di conversazioni telefoniche intercettate tra l’aiutante del Cremlino Sergei Glazyev e i suoi colleghi in Ucraina, nelle quali egli dà loro istruzioni specifiche sull’istigazione dei disordini a Donetsk, Kharkiv, Zaporizhzhya e Odessa, già nel febbraio 2014, prima che la Russia si anettesse la Crimea.

Le intercettazioni indicano non solo che la primavera russa è stata istigata, organizzata e finanziata da Mosca, ma anche che il Cremlino prevede di annettere vaste aree dell'Ucraina orientale, se le rivolte avessero successo.

Ma per fare questo, avevano bisogno di una massiccia insurrezione locale, ha osservato Anton Shekhovtsov dell'Istituto di studi sull'uomo, con sede a Vienna.

“Non importava, scrisse Shekhovtsov su Facebook, se quei locali fossero mobilitati ideologicamente o pagati, Mosca aveva bisogno di loro per presentare il quadro di una rivolta dei nativi per giustificare l'invasione militare in difesa del popolo”.

Come si è scoperto, la Russia è riuscita soltanto a fomentare disordini sufficienti per intervenire militarmente solo a Donetsk e Luhansk. Non ci sono riusciti a Kharkiv, Odessa, Zaporizhzhya, e altrove.

 

Ma a quanto pare non è stato per mancanza di provare.

 

In una intercettazione, del 28 febbraio 2014, Glazyev discusse il finanziamento delle rivolte a Kharkiv e Odessa con Konstantin Zatulin, un ex deputato della Duma di Stato e oggi un funzionario dell’annessa Crimea.

In un altra, del 1° marzo, si rimprovera un uomo identificato solo come Anatoly Petrovich, per la mancanza di folla per le strade di Zaporizhzhya e lo si istruisce ad organizzare le persone a prendere in consegna l'edificio del Consiglio della Provincia.

«Perché è Zaporizhzhya silenzio?", disse Glazyev, aggiungendo che aveva “ordini diretti dei superiori per ottenere gente per le strade in Ucraina”

Glazyev sottolineava che ci sarebbe potuto essere il supporto armato russo solo se le proteste anti-governative fossero state sufficientemente grandi e con il supporto locale. "Se non ci sono manifestazioni popolari, che tipo di aiuto poteva esserci?" egli aggiunge, che se ci saranno abbastanza persone per strada, la Russia avrebbe potuto intervenire, come aveva fatto in Crimea.

Glazyev inoltre incaricò un uomo di Odessa, identificato come Denis, che i manifestanti dovevano assumere la direzione del Consiglio provinciale, dichiarando illegittime le autorità di Kiev, e fare appello a Putin per chiedere aiuto. Era anche apparso a suggerire che la Russia era pronta ad intervenire militarmente.

Sia Glazyev che Zatulin hanno negato l'autenticità delle registrazioni. Ma esse sono coerenti con una nota strategia del Cremlino, che è trapelata l'anno scorso sul quotidiano liberale Novaya Gazeta.

Il memo è stato riferito, redatto sotto la supervisione dell’oligarca collegato al Cremlino, Konstantin Malofeyev, e discusso da alti funzionari nel febbraio 2014, al culmine della rivolta euromaidan e prima che Yanukovich venisse rovesciato.

Il documento sosteneva l'incorporazione della Crimea e di gran parte dell'Ucraina orientale, in particolare la provincia di Kharkiv, alla Russia.

Secondo il documento "La partecipazione della Russia nell’altamente probabile disintegrazione dello stato ucraino, non solo avrebbe dato nuovo impulso ai progetti di integrazione del Cremlino ma avrebbe permesso al nostro Paese di preservare, come accennato in precedenza, il controllo del sistema di trasporto del gas di Ucraina. Allo stesso tempo, il ritorno della Russia ad uno dei suoi ruoli principali, avrebbe cambiato radicalmente il layout geopolitico dell'Europa centrale e orientale"

Da un lato, questo rafforza tutti i sospetti che molti nutrivano fin dall'inizio. Ma tuttavia, nel loro insieme, il memo della strategia Malofeyev e le intercettazioni telefoniche di Glazyev, erano andate a fondo nel riempire gli spazi vuoti della documentazione storica sulle origini della guerra in Donbas.

"Esse implicano che, non solo la cosiddetta guerra civile in Ucraina fu innescata dalla Russia", scrive Andreas Umland dell'Istituto per la Cooperazione euro-atlantica a Kiev.

"Il conflitto sociale che ha preceduto l'uso della armi, era già stato orchestrato, guidato e finanziato segretamente da Mosca"

 


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August 26, 2016

 

How To Manufacture A War

By Brian Whitmore

 

Before the guns of April, came the protests of February and March.

Before the armed conflict, came the unarmed uprisings.

Before there was a war in the Donbas, there was the so-called Russian Spring.

There has long been scant doubt about the Kremlin's deep involvement in -- and instigation of -- the war in Ukraine's Donetsk and Luhansk oblasts that began in April 2014.

But the mass antigovernment demonstrations that erupted in Russophone cities in eastern and southern Ukraine in the months prior -- dubbed the Russian Spring by the pro-Kremlin media -- were always much more ambiguous.

In the hypercharged and chaotic environment after pro-Moscow President Viktor Yanukovych was ousted by the Euromaidan uprising in Kyiv, it was entirely plausible that the Russian Spring was an organic local grassroots phenomenon that the Kremlin merely exploited and piggybacked on.

 

But that seems a lot less plausible now.

 

Ukraine's Prosecutor General's Office this week released what it says are recordings of intercepted telephone conversations between Kremlin aide Sergei Glazyev and proxies in Ukraine, in which he gives them specific instructions about instigating unrest in Donetsk, Kharkiv, Zaporizhzhya, and Odesa as early as February 2014 -- before Russia had even annexed Crimea.

The intercepts suggest not only that the Russian Spring was instigated, organized, and financed by Moscow, but also that the Kremlin planned to annex large swaths of eastern Ukraine if the uprisings proved successful.

But in order to do this, they needed a "massive local insurgency,  Anton Shekhovtsov of the Vienna-based Institute of Human Studies noted.

It didn't matter "whether those locals would be ideologically mobilized or bought, Moscow needed them to present a picture of a native uprising and justify the military invasion "in defence of the people," Shekhovtsov wrote on Facebook.

As it turned out, Russia only managed to stir up sufficient unrest to intervene militarily in Donetsk and Luhansk. They failed in Kharkiv, Odesa, Zaporizhzhya, and elsewhere.

 

But it apparently wasn't for a lack of trying.

 

In one intercept, dated February 28, 2014, Glazyev discussed financing uprisings in Kharkiv and Odesa with Konstantin Zatulin, a former State Duma deputy and now an official in Russian-annexed Crimea.

In another, dated March 1, he berates a man identified only as Anatoly Petrovich, about the lack of crowds on the streets of Zaporizhzhya and instructing him to organize people to take over the Oblast Council building.

“Why is Zaporizhzhya silent?" Glazyev said, adding that he has "direct orders from the top to get people on the streets in Ukraine."

Glazyev stressed that there could only be Russian armed support if the antigovernment protests were sufficiently large and there was the impression of local support. "If there's no people, what kind of help can there be?" he says, adding that if enough people get on the streets Russia can intervene, as in Crimea.

Glazyev also instructed a man from Odesa, identified as Denis, that demonstrators must take over the Oblast Council, declare the authorities in Kyiv illegitimate, and make an appeal to Putin for help. He also appeared to suggest that Russia was prepared to intervene militarily.

Both Glazyev and Zatulin have denied the authenticity of the recordings. But they are consistent with a Kremlin strategy memo that was leaked last year to the liberal newspaper Novaya Gazeta.

The memo was reportedly drafted under the supervision of Kremlin-connected oligarch Konstantin Malofeyev and discussed by top officials in February 2014 -- at the height of the Euromaidan uprising and before Yanukovych was toppled.

The document advocated the incorporation of Crimea and large parts of eastern Ukraine, particularly Kharkiv Oblast, into Russia.

"Russia's participation in the highly likely disintegration of the Ukrainian state will not only give new impetus to the Kremlin's integration projects but will also enable our country to preserve, as mentioned earlier, control over the gas-transport system of Ukraine," according to the document.

"At the same time, it will fundamentally change the geopolitical layout of central and eastern Europe, returning to Russia one of its main roles."

On one hand, this all just reinforces what many have suspected from the start.

But nevertheless, taken together, the Malofeyev strategy memo and the Glazyev telephone intercepts have gone a long way toward filling in the blanks in the historical record about the origins of the war in the Donbas.

"They imply that not only the so-called 'civil war' in Ukraine was triggered by Russia," writes Andreas Umland of the Institute for Euro-Atlantic ?ooperation in Kyiv.

"The social conflict that preceded the use of guns had also already been secretly orchestrated, guided and financed from Moscow."

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