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24 marzo 2016

 

Referendum trivelle, l’Ordine nazionale dei biologi: perché bisogna votare Sì

 

Preservare gli habitat marini con un’economia attenta alla biodiversità e alla tutela dell’ambiente

 

La campagna astensionista contro il Referendum del 17 Aprile si basa anche sulla presunta mancanza di dati scientifici a sostegno del Sì allo stop alle trivelle e continua nonostante la maggioranza del mondo scientifico sembri schierata per il Sì.  Si è addirittura arrivati a prospettare le piattaforme offshore come oasi della fauna marina che le sottrarrebbero al rischio dell’inquinamento “vero” e della pesca, cancellando con un’improntitudine invidiabile le decine di incidenti, a partire da quello della Deep Water Horizon del 2010, la più grande catastrofe ecologica e ambientale della storia Usa, una lunga sequela di sversamenti in giro per il mondo e le maree nere che ancora oggi colpiscono Paesi anche a noi molto vicini e che passano completamente ignorate, perché magari avvengono nel Golfo di Guinea o in Tunisia e non nel ricco Golfo del Messico.

Forse anche per questo l’’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB) ha sentito il bisogno di esprimersi «a favore del sì sul cosiddetto referendum bloccatrivelle del prossimo 17 aprile, che ha l’obiettivo di impedire che le concessioni per le estrazioni di idrocarburi entro le 12 miglia marine durino senza limiti di tempo».

Ermanno Calcatelli, presidente dell’ONB, tiene a precisare che «Non si tratta di una presa di posizione politica perché un ordine professionale rappresenta tante anime con sensibilità proprie. Ma i biologi, che sono gli scienziati della vita in senso lato, segnalano che se i combustibili fossili dovessero venire a contatto con l’ambiente marino, si genererebbe un danno al suo ecosistema».

Per questo, l’Ordine dei Biologi sostiene che «sia necessario preservare gli habitat marini con un’economia attenta alla biodiversità e alla tutela dell’ambiente».

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