http://comune-info.net/ 15 marzo 2016
Il petrolio resti sottoterra di Alex Zanotelli
La ragione fondamentale per votare Sì al referendum del 17 aprile è che, se vogliamo salvarci con il Pianeta, dobbiamo lasciare il petrolio e il carbone là dove sono. Diamoci da fare tutti e tutte per una valanga di Sì
Il 17 aprile dobbiamo tutti e tutte prepararci ad andare a votare il nostro Sì per il referendum proposto da nove regioni e dai comitati No Triv. Ricordiamoci che si tratta di un referendum abrogativo di una legge del governo Renzi sulle trivellazioni petrolifere, per cui occorre votare Sì all’abrogazione!. La sola domanda referendaria su cui dovremo esprimerci sarà: “Si può estrarre petrolio fino all’esaurimento dei pozzi autorizzati che si trovano lungo le coste italiane entro le 12 miglia?”. Inizialmente erano sei le domande referendarie proposte dalle nove regioni (Basilicata, Puglia, Molise, Veneto, Campania, Calabria, Liguria, Sardegna e Marche). Ma la Cassazione ha bocciato l’8 gennaio le altre cinque domande perché il governo Renzi, nel frattempo, aveva furbescamente riscritto due commi del Decreto Sblocca Italia 2016. Per cui ne rimane una sola. Le ragioni date dai comitati No Triv per votare Sì sono tante: il pericolo di sversamenti di petrolio in mare con enormi danni alle spiagge e al turismo, il rischio di movimenti tellurici legati soprattutto all’estrazione di gas e l’alterazione della fauna marina per l’uso dei bombardamenti con l’aria compressa.
Ma la ragione fondamentale per votare Sì è che, se vogliamo salvarci con il Pianeta, dobbiamo lasciare il petrolio e il carbone là dove sono, cioè sottoterra! Il referendum ci offre un’occasione d’oro per dire No alla politica del governo Renzi di una eccesiva dipendenza dal petrolio e dal carbone per il nostro fabbisogno energetico. Gli scienziati ci dicono a chiare lettere, che se continuiamo su questa strada, rischiamo di avere a fine secolo dai tre ai cinque centigradi in più. Sarà una tragedia!
Papa Francesco ce lo ripete in quel suo appassionato Laudato Sì: ”Infatti la maggior parte del riscaldamento globale è dovuto alla grande concentrazione di gas serra emessi soprattutto a causa dell’attività umana. Ciò viene potenziato specialmente dal modello di sviluppo basato sull’uso intensivo dei combustili fossili (petrolio e carbone) che sta al centro del sistema energetico mondiale”. Il Vertice di Parigi sul clima, il cosiddetto Cop 21, dello scorso dicembre, lo ha evidenziato, ma purtroppo ha solo invitato gli Stati a ridurre la dipendenza da petrolio e carbone. E così gli Stati, che sono prigionieri dei poteri economico-finanziari, continuano nella loro folle corsa verso il disastro. Per questo il referendum contro le trivellazioni diventa un potente grimaldello in mano al popolo per forzare il governo Renzi ad abbandonare l’uso dei combustibili fossili a favore delle energie rinnovabili. Trovo incredibile che il governo Renzi non solo non abbia obbedito a quanto deciso nel vertice di Parigi, ma che non abbia ancora calendarizzato la discussione parlamentare per sottoscrivere gli impegni di Parigi entro il 22 aprile. In quel giorno infatti le nazioni che hanno firmato l’Accordo di Parigi si ritroveranno a New York per rilanciare lo sforzo mondiale per salvare il Pianeta. Sarebbe grave se mancasse l’Italia.
Per questo mi appello alla Conferenza episcopale italiana perché, proprio sulla spinta di Laudato Si’, inviti le comunità cristiane a informarsi su questi temi vitali per il futuro dell’uomo e del Pianeta, e votare quindi di conseguenza. Mi appello a tutti i sacerdoti perché nelle omelie domenicali spieghino ai fedeli la drammatica crisi ecologica che ci attende se continueremo a usare petrolio e carbone. Mi appello alle grandi associazioni cattoliche (Acli, Agesci, Azione Cattolica…) a mobilitare i propri aderenti perché si impegnino per la promozione del Sì al referendum. Abbiamo bisogno di un confronto che ci unisca tutti, perché la sfida ambientale che viviamo, e le sue radici umane, ci riguardano e ci toccano tutti…. Gli atteggiamenti che ostacolano le vie di soluzione, anche fra i credenti, vanno dalla negazione del problema all’indifferenza, alla rassegnazione comoda o alla fiducia cieca nelle soluzioni tecniche. Abbiamo bisogno di nuova solidarietà universale. Come hanno detto i vescovi del Sudafrica. I talenti e il coinvolgimento di tutti sono necessari per riparare il danno causato dagli umani sulla creazione di Dio. Diamoci da fare tutti e tutte, credenti e non, per arrivare al referendum con una valanga di Sì per salvarci con il Pianeta.
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