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6 dicembre 2016

 

Le navi di Sea Shepherd a caccia di baleniere giapponesi

 

La flotta ambientalista salpata per intercettare i cacciatori di balene nell’Oceano Antartico

 

Sea Shepherd ha annunciato che, dopo i preparativi finali in Australia, «La Steve Irwin, nave ammiraglia dell’organizzazione per la conservazione marina, è partita sabato dal molo Seaworks a Williamstown, Melbourne, seguita dalla Ocean Warrior, il nuovo pattugliatore veloce, salpata domenica da Hobart in Tasmania. Le due navi si stanno ora dirigendo verso l’immenso Oceano del Sud nello sforzo di impedire alla flotta baleniera giapponese, che ha lasciato il Giappone il 18 novembre, di uccidere la quota auto assegnatasi di 333 balenottere minori».

Adam Meyerson, capitano della Ocean Warrior il Capitano. Ha detto: «Dopo i frenetici preparativi, è bello essere finalmente in rotta verso l’Oceano del Sud» e  prevede che «La Ocean Warrior, abbastanza veloce da superare qualunque nave baleniera ed equipaggiata con un potente cannone ad acqua, sarà un elemento cruciale per Operazione Nemesis, l’11esima campagna antartica dell’organizzazione in difesa delle balene». Si tratta dell’ Operazione Nemesis che, negli ultimi 10 anni, ha permesso a Sea Shepherd  di salvare più di 6.000 balene dagli arpioni a punta esplosiva usati dalla flotta baleniera giapponese.

Nonostante il governo di Tokyo continui a dire che si tratta di “caccia scientifica” e che comunque a ridotto a un terzo il contingente d balene cacciato negli anni scorsi, gli ambientalisti evidenziano che «E’ la seconda volta che la flotta baleniera giapponese, che agisce illegalmente, ritorna in Oceano del Sud, luogo dei delitti da essa perpetrati, dopo la sentenza del 2014 della Corte Internazionale di Giustizia».

Durante una conferenza stampa tenutasi al porto di Hobart, il senatore degli Australian Green Peter Whish-Wilson ha sottolineato che «Non sarebbe compito di Sea Shepherd affrontare nuovamente i balenieri quest’estate [australe]. La Corte Internazionale di Giustizia ha dato ragione all’Australia nel contenzioso contro il Giappone, purtroppo il governo ha dato la priorità agli accordi commerciali piuttosto che alle balene e ha cessato qualunque pressione diplomatica. La flotta baleniera giapponese potrà anche sfuggire ai tribunali internazionali, ed essere più veloce di questi, ma non potrà sfuggire a Sea Shepherd».

Infatti, la pretesa caccia scientifica giapponese è stata stato respinta sia dalla Corte Internazionale di Giustizia che dal comitato scientifico dell’International whaling commission. Nel 2015 alla Corte Federale Australiana ha comminato al Giappone un’ammenda di 1 milione di dollari australiani per aver cacciato all’interno di un santuario dei cetacei australiano, ma la multa non è mai stata pagata.

Jeff Hensen, coordinatore nazionale di Sea Shepherd Australia, concorda con il senatore verde: «E’ giunto il momento che il Giappone rispetti la Corte Internazionale di Giustizia, La Corte Federale Australiana e la moratoria globale sulla baleneria commerciale e ponga fine alla caccia alle balene per cosiddetti scopi di ricerca scientifica condotta con metodi letali a largo delle coste antartiche».

Le baleniere  giapponesi cacciano le balene da dicembre a marzo, quindi, per proteggere le balene dell’Oceano australe, le navi di Sea Shepherd sono state attrezzate per sopportare condizioni marine inclementi. «L’equipaggio ha lavorato davvero sodo per preparare la nave e tutti sono estremamente entusiasti di essere in viaggio – ha affermato Wyanda Lublink, capitano della Steve Irwin. Gli equipaggi delle due navi di Sea Shepherd sono composti da un totale di 50 membri provenienti da otto Paesi: Australia, Germania, Francia, Regno Unito, Austria, Spagna, Canada e Stati Uniti. Non vedono l’ora di giungere in Antartide per vedere di persona la straordinaria bellezza di questa parte del mondo. Un luogo in cui non c’è posto per navi baleniere che operano illegalmente».

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