Originale: Upside Down World

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20 giugno, 2016

 

L’attivista honduregna indigena ottiene il riconoscimento nel campo dei diritti umani per la sua lotta contro la distruzione della terra a opera delle grosse aziende.

di Jeff Abbott

Traduzione di Maria Chiara Starace

 

Il 9 giugno, Ana Miriam Romero, una donna indigena Lenca di 29 anni e madre di 5 figli, del dipartimento di La Paz, in Honduras ha avuto un riconoscimento dalla Organizzazione Europea per i Diritti Umani, Front Line Defenders (Difensori in Prima Linea), nel corso di una cerimonia svoltasi a Dublino, Irlanda. Alla Romero è stato assegnato il premio annuale per i Difensori dei Diritti Umani, per la sua opera svolta lottando per il riconoscimento delle terre indigene e contro la distruzione dell’ambiente in Honduras causata dalle grosse aziende.

“La nostra lotta continuerà,” ha detto la Romero in un’intervista su Skype da Dublino. Questo premio è qualcosa che ci dà più forza e qualcosa che rafforza la nostra lotta; ci  dà più valore per continuare.”

La Romero ha lavorato infaticabilmente come membro del Movimento Indigeno Lenca di La Paz (MILPAH) e del Consiglio Indigeno di San Isidro Labrador (Sant’Isidoro Lavoratore)  per ottenere il riconoscimento formale delle terre indigene nel dipartimento di La Paz. Queste organizzazioni hanno lavorato anche per fermare il progetto idroelettrico di Los Encinos lungo il fiume Chinacla, di proprietà dalla Compagnia Honduregna Los Encinos,  SRL.

Nel 2015, la Romero e la sua comunità sono state in grado di fermare con successo la costruzione della diga idroelettrica. Quell’anno, dopo quasi 5 anni di organizzazione per il riconoscimento delle loro terre ancestrali, la comunità è stata capace di fermare con successo la costruzione della diga. Dal 2015, la dita non è tornata a lavorare al progetto.

“Questa è la vittoria che celebrerò sempre perché siamo state capaci di mantenere libero un fiume che non è contaminato,” ha detto Romero. “Siamo riusciti a farlo. Queste terre e questo fiume sono nelle nostre mani. Siamo in grado di pescare nel fiume senza preoccupazioni.”

Le comunità si sono opposte al progetto per paura degli impatti negativi della diga per l’accesso delle persone all’acqua e per l’ambiente. Inoltre il progetto avrebbe spostato le locali comunità Lenca dalle loro zone di pesca.

“L’acqua è una fonte di vita che ci sostiene come esseri umani e come indigeni Lenca,” ha detto la Romero. “Senza acqua, non saremmo umani,”

Durante il discorso di accettazione del premio, la Romero ha fatto appello ai sostenitori dei diritti umani nel mondo di proteggere le comunità indigene che lottano per difendere l’ambiente.

“Non combattiamo, difendiamo,” ha detto la Romero nel suo discorso di accettazione. “Difendiamo il fiume perché sostiene noi, la nostra acqua potabile, i nostri raccolti, i nostri animali. Siamo perseguitati e minacciati per questo, ma lo facciamo per il futuro dei nostri figli. Non sappiamo che altro ci succederà, ma siamo disponibili e pronti a difendere ciò che abbiamo.”

I difensori dei diritti umani, ambientali e indigeni, hanno affrontato una situazione di deterioramento in Honduras fin dal colpo di stato del 2009 appoggiato dagli Stati Uniti, contro Manuel Zelaya, il presidente del paese, eletto democraticamente. In seguito al golpe, l’Honduras è stato soggetto a una massiccia espropriazione di terre da parte dello stato e delle compagnie transnazionali per la creazione di progetti di sviluppo capitalistico.

“Gli impatti maggiori ci sono stati dopo che le compagnie idroelettriche hanno cominciato ad arrivare e a prendersi la nostra terra,” ha detto la Romero. “Ci siamo quindi organizzati per recuperare le terre e il fiume. Prima di questo eravamo più pacifici.”

Insieme  a questa espropriazione è arrivata una massiccia repressione di attivisti e di difensori dei diritti umani. Gli attivisti hanno affrontato assalti da parte della polizia, dei militari e delle forze  paramilitari.

La Romero, la sua famiglia e  suo marito Rosalio Vasquez Pineda, hanno affrontato molte violente intimidazioni a causa della sua resistenza. Questi attacchi costanti sono arrivati dalla compagnia, dalla polizia, dai militari, e dalle forze paramilitari. A causa di queste minacce i figli della Romero hanno dovuto essere ritirati dalla scuola.

Il 29 gennaio 2016, la casa della famiglia della Romero è stata completamente bruciata. Proprio un mese prima della cerimonia per l’assegnazione del premio, Ana Miria e la sua famiglia hanno ricevuto minacce di morte nella loro casa nel comune di Santa Elena, nel dipartimento di La Paz. Malgrado questo, però, la Romero ha affermato che continuerà con la sua lotta.

Non ho paura perché se mi accade qualcosa, le organizzazioni internazionali per i diritti umani sono con noi,” ha detto.

La situazione dell’Honduras è arrivata all’attenzione internazionale il 3 marzo 2016 quando, la mattina presto, è stata assassinata l’importante attivista ambientalista

Lenca, Berta Cárcares. L’uccisione di questa preminente attivista e vincitrice del Riconoscimento Goldman per l’Ambiente,  del 2015, ha prodotto violente reazioni in Honduras e nel mondo.

Ricorderò sempre Berta,” ha detto la Romero. Ha influenzato molte delle nostre organizzazioni e ci ha motivato a creare la nostra.”

L’assassinio ha però anche spinto gli attivisti ambientalisti come la Romero a rafforzare le loro organizzazioni e a continuare a lavorare per il cambiamento in Honduras.

“La lotta in Honduras deve andare più avanti e con più forza,” ha detto la Romero. “Se non faremo nulla, allora vorrà dire che le compagnie si prenderanno il fiume, e anche il territorio dell’eredità honduregna. L’Honduras verrà lasciato senza neanche un albero.”

Aggiunge: “Dobbiamo continuare con la lotta e a ottenere il riconoscimento della Convenzione 169 (della Confederazione Internazionale del Lavoro), perché ci dà quello che il governo non vuole riconoscere.”

Gli altri paesi del Centro America osservano un’analoga situazione che si sta deteriorando. Questa ha riguardato anche delle organizzazioni per i diritti umani, come Frontline Defenders.

“In generale, abbiamo visto una crisi e un incremento delle uccisioni di difensori dei diritti umani e sappiamo che esiste una repressione contro coloro che si stanno organizzando contro l’imposizione di progetti di sviluppo nei loro territori, senza una consultazione,” ha detto Ivi Oliverira di Frontlin Defenders. “La situazione sta peggiorando.”

 


Jeff Abbott è un giornalista indipendente  attualmente di base fuori dal Guatemala. Ha fatto servizi giornalistici sui diritti umani e i movimenti sociali in  America Centrale America e in Messico. I suoi articoli sono stati pubblicati su VICE News, Truthout, e sulla rivista  The North American Congress on Latin America. Seguitelo  su twitter @palabrasdeabajo


Da: Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

www.znetitaly.org

Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/honduran-indigenous-activist-wins-human-rights-award-for-struggle-against-corporate-destruction-of-land/

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