Fonte: www.lorenzoparolin.it http://www.ariannaeditrice.it/ 27/08/2016
L'ego di Lorenzo Parolin
Con la nascita nel sangue e nella carne l’uomo eredita delle Tare che lo rendono incline a fare più il male che il bene. È come se si trovasse a vivere su un piano inclinato dove il male sta in discesa, ed è come se fosse immerso in un’atmosfera con poca luce. Da questa precaria posizione di partenza inizia l’avventura della costruzione della propria individualità. L’operazione dovrebbe avvenire seguendo i progetti che già esistono sopra la sua testa, ossia applicando in ogni circostanza la legge universale dell’amore, legge che regge l’intero universo. Ciò porterebbe il suo corpo fisico e la sua anima spirituale a perfezionarsi, purificarsi, elevarsi fino a raggiungere le vette della santità. Mano a mano che sale in arrampicata, il buio si dirada e la luce crescente rende impossibile confondere un colore con un altro: tutto diventa chiaro. Quella luce rende gli uomini liberi di scegliere il colore preferito. Ciò che si sviluppa in questo caso è l’Ego buono (l’ego superiore). Questo ego può crescere a dismisura, ma, per essere buono, l’azione relativa deve essere conforme alla volontà di Dio che spira su tutto e su tutti. Molti sono i santi che hanno lasciato impronte gigantesche scegliendo di muoversi in senso centripeto, cioè coltivando la vita interiore. Il centro a cui essi hanno mirato è esattamente Dio: la luce. Quando l’uomo accetta le doti assegnategli alla nascita, e smorza le tendenze maliziose ereditate, tutto scorre liscio; ma quando non si accontenta delle une e non domina le altre, dà l’avvio alla costruzione di una unità ingombrante centrata su sé stesso, chiamata Ego cattivo (ego inferiore): l’ego si ammala e si parla di egoismo e di egocentrismo. In questo caso, dentro di noi prevalgono i desideri della carne, le cui spinte sono contrastanti con quelle dello spirito. Allora il movimento centripeto si inverte e diventa centrifugo. Risultato? Allontanamento dal centro (da Dio) e quindi dalla luce. Si tratta ancora di crescita? Certamente sì, i volumi prodotti possono essere notevoli, ma data la direzione dello sviluppo, questi manufatti ricadono in zone ad illuminazione decrescente, tendente al buio. E al buio non si distinguono più i colori. E lì, un Furbone malintenzionato ha gioco facile a convincerci che il rosso è verde e che il nero è bianco. Egli chiama illuminismo proprio il buio più pesto. E lì l’umanità abbocca ad ogni sorta di esca e si ingozza di luce tenebrosa. Le tenebre sono il regno del Maligno e l’uomo che vi cade diventa schiavo consenziente/collaborante del principe di questo mondo. Qui sta la tragedia! Più l’uomo sviluppa la fisicità, la carnalità, la mondanità, la razionalità, l’economicità, la professionalità, l’estrosità, la managerialità, la diversità, l’occasionalità, l’infedeltà, l’egocentricità … a spese della spiritualità, più si auto confina orgogliosamente in zone spiritualmente buie dove il principe dell’inganno e della seduzione ha facilità a convincerlo della bontà delle sue scelte rovinose. Il Male soffia sulle nostre inclinazioni al male. E più lasciamo che le ravvivi più il fuoco divampa e ci brucia le ali. E addio volo! Il Plagiatore illude i suoi polli di essere dei furbi, degli eroi, dei campioni, quando invece sono piccoli, ciechi e superbi: polli che difendono a spada tratta il male che fanno, ritenendolo un bene. In effetti c’è del bene nelle loro azioni, ma in quantità troppo esigua rispetto alle azioni buone. Il Maligno seduce gli individui deboli soffiando sui loro vizi di fondo. Mano a mano che il loro ego anomalo cresce, aumenta il male che sono capaci di fare (diminuisce la qualità del bene) e questo, come nuvola in espansione copre sempre di più il sole compromettendo la visibilità. Gli egoisti, pur avendo una buona vista di base, al buio si muovono maldestramente come dei ciechi. Non visto, a Satana risulta facile persuadere l’umanità che la via più vantaggiosa sia quella del non amore; così spinge l’uomo a lavorare allo sviluppo di un ego voluminoso (egoismo massiccio) con la conseguente crescita dell’orgoglio, della cupidigia, del narcisismo e con l’inevitabile annebbiamento del sé spirituale (dell’anima). Risultato? La perdita della capacità di guardare dentro le cose: di inter lègere, di intelligere. L’uomo egoista perde cioè l’intelligenza e si comporta come uno sciocco, convinto del contrario. Quando un malato ritiene di essere sano non c’è modo di convincerlo a curarsi: dirà che il malato sei tu.
Domanda curiosa: “Che cosa offrono le tenebre che la luce non possa dare?” Offrono un nascondiglio! Le tenebre servono al Maligno per rimanere nascosto: nel buio le cose si confondono e quelle cattive gli è facile farle passare per buone: egli vive di inganno. Le tenebre servono poi agli uomini malvagi perché nessuno capisca che il loro orgoglio e la loro superbia sono delle pecche e non delle qualità. L’uomo di potere, inoltre, ama le tenebre perché esse gli consentono di mantenere nascosto agli occhi della gente quanto essa sia imbrogliata, derubata e schiavizzata dal colossale progetto del male. Tocca alla comunità (all’uomo comune) smascherare le azioni malvagie accendendo fari dappertutto. Servirebbe l’azione di molti portatori di luce; vedo invece tanta latitanza, tanta ignavia e tanta pigrizia.
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