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Lunedì 17 ottobre 2016

 

I retroscena dell'arruolamento

di Marco Cochi

 

Analfabetismo, povertà e corruzione sarebbero tra le principali cause dell’adesione, da parte di giovani maschi e femmine, al movimento jihadista armato. I giovani vengono reclutati per lo più da amici e famigliari, e in percentuale minore dagli imam. Lo rivela uno studio sul campo realizzato da un gruppo di organizzazioni religiose per il dialogo e la pace.

 

La liberazione, annunciata giovedì scorso, di ventuno delle oltre duecento ragazze rapite nell’aprile 2014 da militanti di Boko Haram a Chibok, ha riacceso i riflettori dei media occidentali sul gruppo estremista nigeriano. Il rilascio delle studentesse segna la fine di un incubo durato due anni e mezzo e rivela pure che i vertici della setta islamista e il governo federale stanno negoziando attraverso organizzazioni internazionali.

 

Che Boko Haram sia caratterizzata da profondi sconvolgimenti al al suo interno è noto fin dall’estate scorsa, ma in questa fase è interessante anche conoscere le modalità di reclutamento dei suoi militanti e i fattori chiave che li spingono a unirsi al gruppo.

Nei giorni scorsi, un nuovo studio ha esaminato questi aspetti e lo ha fatto basandosi su fonti primarie, consistenti nelle interviste con 119 ex combattenti di Boko Haram e sessanta rappresentanti di organizzazioni della società civile nigeriana. I ricercatori hanno anche condotto un sondaggio cittadino su un campione di 1607 partecipanti, provenienti da cinque città della Nigeria.

 

Lo studio, condotto da Finn Church Aid (Fca), Centro Internazionale per il Dialogo Interreligioso e Interculturale (Kaiciid) e The Network for Religious and Traditional Peacemakers, rivela che i membri del gruppo terroristico sono spesso arruolati da persone che già conoscono, come amici, famigliari e parenti, contraddicendo le precedenti credenze secondo le quali i militanti sarebbero reclutati da chierici islamici nelle moschee o nelle madrase.

 

Oltre il 60% dei 119 ex membri del gruppo estremista intervistati per la ricerca, hanno spiegato che sono stati introdotti nell’organizzazione tramite persone a loro vicine, mentre solo il 27% è stato reclutato attraverso il convincimento di singoli imam, che predicano nelle moschee delle provincie nordorientali di Borno, Adamawa e Yobe.

 

La ricerca ha inoltre evidenziato le maggiori probabilità delle donne di essere introdotte nel gruppo con la forza rispetto ai maschi, oltre a rilevare che alcune delle 500/1000 donne e ragazze, che fanno parte dell’organizzazione, svolgono un ruolo attivo al suo interno nel reclutamento e nelle attività legate alla gestione degli esplosivi.

Tale elemento prova che all’interno di Boko Haram le donne ricoprono funzioni superiori rispetto a quelle che rivestono in altre formazioni jihadiste africane, come per esempio al Shabaab.

 

Il rapporto individua inoltre una serie di fattori chiave che spingono i giovani nigeriani a unirsi volontariamente ai radicali islamici. Il primo esaminato è quello religioso, percepito dai sessanta esponenti della società civile nigeriana come il più importante (82%) per spiegare la scelta di abbracciare la causa di Boko Haram.

 

In contrasto con questa percezione, solo il 9,24% degli ex miliziani intervistati ha identificato la religione come una ragione per entrare a far parte gruppo. Un analogo risultato giunge anche dal sondaggio cittadino, nel quale il 54.14% degli intervistati ha dichiarato che la religione ha avuto scarsa o addirittura nessuna influenza sulla decisione di aderire a Boko Haram.

 

Tra i motivi principali che inducono i giovani nigeriani alla scelta del radicalismo islamico figurano quindi l’analfabetismo, la povertà e la corruzione, ma anche particolari situazioni famigliari.

Una tra le più ricorrenti è quella dei bambini che non vanno a scuola, costretti a doversi prendere cura della famiglia, dopo che i loro genitori sono stati uccisi dalla guerriglia. Questo elemento e la mancanza di lavoro aumentano le possibilità per i minori di essere reclutati da Boko Haram, che promette un’alternativa di vita migliore, creando così un ciclo difficile da interrompere.

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