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16.05.2016

 

Non solo cambiamenti climatici: il settore dell'acqua sta venendo prosciugato dalla corruzione

di Andrea Spinelli Barrile

 

La trasparenza nel settore idrico, sopratutto all'interno dei programmi di sviluppo delle aree più in difficoltà, è la chiave per una gestione efficiente dell'acqua in tutto il mondo, sia nei Paesi nei quali la gestione è affidata ai privati sia dove, come in Italia, i servizi idrici sono affidati al settore pubblico.

 

Lo afferma Aziza Akhmouch, a capo del Programma per la gestione dell'Acqua dell'Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico (OCSE), in un'intervista al quotidiano spagnolo El Pais: l'esperta marocchina ha sottolineato come i nuovi contesti a livello internazionale richiedano varie forme di finanziamento del settore idrico, pubbliche e private, di pari passo con una maggiore trasparenza nella gestione di questi fondi per poter misurare efficacemente i progressi.

 

Secondo il Global Water Integrity Outlook redatto dal network di associazioni Water Integrity Network (WIN), che promuovono la lotta alla corruzione nel settore idrico, la corruzione genera perdite per 75 miliardi di dollari ogni anno nel settore idrico: nonostante ogni anno nel mondo si investano centinaia di miliardi di dollari ogni anno non vi è alcuna panoramica generale in grado di fornire informazioni su come vengano spesi i finanziamenti e questo è un fenomeno che si verifica più nelle aree carenti di servizi idrici decenti che altrove: “Nessuna parte del sistema finanziario dell'acqua è immune dalla corruzione” si legge nello studio, che descrive piuttosto bene la mancanza di coordinamento tra le Nazioni Unite, gli istituti di credito e le organizzazioni presenti nei bacini regionali, che operano spesso in contesti completamente diversi tra loro in termini di legislazione e di regolamenti ministeriali interni.

 

Tuttavia la crescita della popolazione, i cambiamenti climatici e la necessità sempre maggiore di energia sta mettendo a dura prova le risorse idriche disponibili nonché le finanze di diverse nazioni. L'inefficienza generata spesso dall'incapacità di progettare e fornire servizi già finanziati porta a sprechi e corruzione, che secondo gli esperti oscilla tra il 20 e il 40 per cento del totale degli investimenti. Un esempio lampante è il caso del Ministero dell'Acqua del Benin, coinvolto nel 2015 in uno scandalo di corruzione da 4 milioni di dollari su un fondo di cooperazione olandese da 70 milioni: un audit internazionale nel corso della fase II del programma nazionale delle risorse idriche ha rivelato l'emorragia di denaro, il governo olandese ha fatto in tempo a bloccare il resto del fondo ma tutto questo andrà a discapito di chi questi servizi li sta attendendo, il popolo del Benin.

 

Tuttavia, vista la vastità dell'emorragia dei fondi destinati all'acqua, quello del Benin è stato solo un caso.

Questo disincentiva gli investimenti privati nelle aree più a rischio, in lievissimo calo tra l'altro, e il settore del private finance nei servizi idrici. Forse suona un po' strano a noi italiani, che nel 2011 abbiamo votato per mantenere pubblico il controllo dell'acqua e dei servizi, ma in paesi dalle infrastrutture carenti gli investimenti privati sono una parte fondamentale per finanziare i progetti. Il problema è che attualmente, in assenza totale di controllo e trasparenza, è impossibile anche fornire elementi di solvibilità a questi investitori.

Contro la corruzione nel settore idrico sono molte le istituzioni internazionali che si stanno mobilitando, dalla Banca Mondiale alle Nazioni Unite: l'obiettivo indicato dagli esperti dell'OCSE è quello di cercare di uniformare politiche e leggi in materia di gestione delle risorse idriche a livello mondiale, o almeno nei paesi in cui si opera, e aumentare controlli e sopratutto la trasparenza. In tal senso il lavoro delle organizzazioni non governative è essenziale per monitorare e valutare costantemente i progressi fatti in materia di servizi idrici. Trasparency International ha messo a punto un sistema integrato utilizzabile per analisi e diagnosi delle carenze di ogni singolo Paese.

 

In Italia, dove il sistema dell'acqua è sotto il controllo pubblico, le problematiche non sono inferiori, basti pensare alle recenti indagini della DDA di Napoli sulle infiltrazioni camorristiche nell'ambito di alcuni appalti nel settore della gestione delle risorse idriche nelle province di Napoli e Salerno. Infiltrazioni che si traducono in corruzione, inefficienze e in servizi carenti se non persino dannosi.

 

Inoltre, ha spiegato nell'intervista al Pais Aziza Akhmouch, l'importanza della corretta gestione delle risorse idriche è anche legata ai cambiamenti climatici, i cui effetti si riflettono al 70 per cento sul settore idrico. Acqua e clima, come è noto, sono due cose strettamente correlate.

 

La guerra dell'acqua non è un mondo utopico: sulla diga di Mosul in Iraq gli elicotteri dell'Esercito Italiano pattugliano e addestrano pronti al fuoco contro Daesh, per proteggere il bacino idrico della diga di Mosul - e relativo appalto italiano - dagli uomini del Califfo. E i cattivi rapporti tra Egitto ed Etiopia per il controllo delle sorgenti del Nilo è un altro capitolo di questa guerra.

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