http://nena-news.it 25 settembre 2015
Obama e Putin a colloquio sulla Siria, da posizioni distanti
La Russia ha fatto sapere che potrebbe “teoricamente” unirsi alla coalizione internazionale anti-Isis che bombarda la Siria. Ma sul tavolo non c’è la testa di Assad
Roma, 25 settembre 2015, Nena News –
La massa di rifugiati che si accalca alle frontiere europee, generando allarmi e qualche volte isterie, ha fatto tornare in auge il conflitto siriano. La madre di tutti i problemi, non soltanto perché è dalla Siria che arriva la stragrande maggioranza di rifugiati (12 milioni di persone hanno dovuto abbandonare le proprie case), ma anche perché le sorti della guerra sono legate a quelle dell’intera regione e agli equilibri di potere nell’area e a livello mondiale. La soluzione potrebbe passare dal dialogo tra Stati Uniti e Russia, ma l’incontro annunciato per lunedì, durante i tre giorni di sessione dell’Assemblea generale dell’ONU, inizierà da posizioni distanti. Washington finanzia e addestra le formazioni ribelli, Mosca fornisce sostegno al presidente siriano Bashar al Assad. I droni russi forniti all’aviazione siriana sono entrati in azione mercoledì scorso. Tuttavia, se il nemico non fosse Assad, ma soltanto l’Isis, e se ci fosse il mandato delle Nazioni Unite, la Russia oggi ha fatto sapere che potrebbe “teoricamente” unirsi alla coalizione internazionale anti-Isis che bombarda la Siria. Diversi leader mondiali nei giorni scorsi hanno espresso la propria disponibilità a lasciare che il presidente siriano faccia parte del processo di transizione politica post-bellico. Persino il presidente turco Recep Tayyip Erdogan non ha alzato le barricate a un’ipotesi che il suo acerrimo rivale abbia un ruolo in una futura transizione politica. Gli ha fatto eco la cancelliera tedesca Angela Merkel, alle prese con l’emergenza siriani in Europa. La signora Merkel ha parlato del dovere di dialogare con tutti, incluso Assad. Ma il nodo da sciogliere è quali siano le intenzioni della Russia in Siria. Lo vorrebbe sapere anche il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, che non disdegnerebbe un contributo russo alla coalizione. Mosca, in linea con Teheran, vuole Assad al suo posto e l’impegno sul campo, ha ammesso Putin in un’intervista alla CBS, è finalizzato proprio a salvaguardarlo. È il suo uomo in Medio Oriente. Obama, che invece finanzia gli oppositori, ha sempre caldeggiato un’uscita di scena del presidente siriano amico degli ayatollah iraniani e degli Hezbollah libanesi. Lunedì i due leader saranno faccia faccia, per la prima volta dopo quasi un anno. Da quando tra la Casa Bianca e il Cremlino è calato il gelo per l’annessione della Crimea da parte di Mosca. E lunedì sul tavolo non ci sarà soltanto la Siria, ma pure l’Ucraina, con il suo carico di sanzioni che soffocano l’economia russa. Nel puzzle siriano potrebbe entrare anche questo, ma in pochi si aspettano che da dalla prossima settimana si avvii un percorso risolutivo per la crisi siriana. Nena News
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