http://www.asianews.it/ 02/03/2015
Hanno pagato un riscatto i 19 cristiani assiri liberati dallo Stato islamico
Damasco (AsiaNews) - I terroristi dello Stato islamico in Siria hanno rilasciato 19 cristiani assiri, parte del gruppo di 220 persone prese in ostaggio la scorsa settimana nell'area di Tal Tamr, dopo il pagamento di un riscatto di circa 1.700 dollari a testa. Osama Edward, direttore dell'Assyrian Network for Human Rights, conferma: "Sono arrivati ieri nella chiesa di Nostra Signora ad Hasakeh su due pullman provenienti da Shaddadeh". La cittadina è la roccaforte dei fondamentalisti islamici nella provincia nord-orientale del Paese. Secondo Edward, i 19 rilasciati sono stati liberati dopo il "giudizio" di un "tribunale islamico", che ha ordinato il pagamento della jizya alle loro famiglie. Questa "jizya" è una tassa, prevista nel Corano, che i musulmani possono imporre a ebrei e cristiani che vivono in territori islamici per la "protezione". In cambio, non si impone loro la conversione all'islam. La trattativa per la liberazione è stata condotta da funzionari assiri e capi tribali arabi della zona. Secondo alcune fonti locali, lo Stato islamico avrebbe ormai il controllo di "almeno 10 villaggi cristiani dell'area". Gli stessi negoziatori stanno cercando di ottenere il rilascio dei 201 assiri ancora tenuti prigionieri. Secondo Younan Talia, alto funzionario dell'Organizzazione democratica assira, "stiamo cercando di contattare ogni persona che possa darci una mano. Lavoriamo con i nostri amici sceicchi tribali. Alcuni della zona di Daesh [acronimo arabo per Stato islamico] stanno inviando dei messaggi, ma per ora non abbiamo risposta". Dopo la preghiera mariana dell'Angelus, papa Francesco ha chiesto ai fedeli presenti in piazza san Pietro di pregare in silenzio per le popolazioni di Siria e Iraq, colpite dalla violenza islamista: "Non cessano purtroppo di giungere notizie drammatiche dalla Siria e dall'Iraq - ha detto il pontefice - relative a violenze, sequestri di persona e soprusi a danno di cristiani e di altri gruppi. Vogliamo assicurare a quanti sono coinvolti in queste situazioni che non li dimentichiamo, ma siamo loro vicini e preghiamo insistentemente perché al più presto si ponga fine all'intollerabile brutalità di cui sono vittime. Insieme ai membri della Curia Romana ho offerto secondo questa intenzione l'ultima Santa Messa degli Esercizi Spirituali, venerdì scorso. Nello stesso tempo chiedo a tutti, secondo le loro possibilità, di adoperarsi per alleviare le sofferenze di quanti sono nella prova, spesso solo a causa della fede che professano. Preghiamo per questi fratelli e sorelle, che soffrono per la fede. In Siria, in Iraq. Preghiamo in silenzio". |