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Oct. 21, 2015

 

La repressione israeliana sta trasformando la vita di al-Issawiya in un incubo

 

Poiché le autorità israeliane aumentano le restrizioni sui quartieri palestinesi di Gerusalemme Est occupata, i residenti di al-Issawiya dicono che le ispezioni umilianti da parte delle forze israeliane hanno trasformato la loro vita in un incubo. "L'occupazione israeliana sta cercando di praticare una politica di umiliazione ai checkpoint militari delle principali uscite di al-Issawiya" ha detto Hani al-Issawi, membro di un comitato locale la difesa della terra e della città, aggiungendo che: "I residenti non sono autorizzati a lasciare il villaggio in gruppi. Ogni singola persona deve subire ispezioni". Tutti gli uomini, tra cui gli anziani, sono costretti a tirare su la camicia e talvolta a calarsi i pantaloni, all’entrata e all’uscita del quartiere, mentre molti subiscono controlli fisici.

Le donne residenti nella città sono spesso perquisite da donne soldato che decidono se effettuare ispezioni fisiche per verificare le loro borse e i documenti di identificazione.

Il 14 ottobre le Forze israeliane hanno chiuso le strade che portano al quartiere con barriere di cemento, la creazione di posti di blocco improvvisati di militari e polizia.

La decisione è stata presa poco dopo che il gabinetto di sicurezza israeliano ha annunciato che la polizia israeliana ha il diritto ad "imporre una chiusura, o di circondare, centri di attrito e d'incitamento, nella zona di Gerusalemme, in accordo con le considerazioni per la sicurezza".

Lo stesso giorno, al Issawi ha detto: "Le forze di occupazione israeliane hanno chiuso la maggior parte delle entrate del villaggio con blocchi di cemento e cumuli di terra."

In modo che, alcuni dei 19.000 residenti nel quartiere, sono costretti ad usare una singola uscita per i pedoni e un altra per i veicoli, Muhammad Abu al-Hummus, membro di un comitato di follow-up locale raccontata a Ma'an: "Veniamo ispezionati, e lo giuro, umiliati a queste uscite. Ogni mattina, code di scolari, operai e impiegati si vedono in attesa di fronte al posto di blocco", ha aggiunto, dicendo che l'ispezione di ogni persona prende dai due ai cinque minuti.

Inoltre, gli studenti devono prendere due bus per le loro scuole: uno che raggiunge la fine della strada chiusa, e un secondo, che i bambini raggiungono dopo aver attraversato il posto di blocco militare a piedi.

Circa 3.400 studenti palestinesi lasciano la zona ogni mattina per le scuole di Gerusalemme, mentre circa 3.200 studenti provenienti da zone limitrofe frequentano le scuole all'interno di al-Issawiyya, tra cui due scuole per persone con bisogni speciali, ha detto Abu Hummus.

Al Issawi ha detto a Ma'an che i soldati israeliani "svuotano i loro zaini e gettando deliberatamente i libri a terra."

In risposta alla repressione israeliana, fazioni palestinesi nel quartiere hanno annunciato uno sciopero generale per Martedì prossimo.

Lo sciopero è stato annunciato poco dopo che Huda Muhammad Darwish, 65 anni, è morto dopo essere stato ritardato da un checkpoint nel raggiungere un ospedale fuori città.

La donna anziana soffriva di problemi respiratori in seguito agli scontri nel quartiere, durante i quali sono stati lanciati i gas lacrimogeni. La sua famiglia ha cercato di correre all’ospedale, ma la gente del posto ha detto a Ma'an che le truppe israeliane ignoravano che c'era una persona malata in macchina, ritardando il passaggio al posto di blocco.

Mentre le misure punitive sono aumentate la scorsa settimana, in risposta a una serie di attacchi che hanno lasciato almeno nove israeliani morti dal 1 ottobre, al Issawi ha sottolineato che le forze israeliane avevano iniziato le punizioni collettive contro il quartiere già mesi fa.

I soldati israeliani spesso assaltano il quartiere e spruzzano letame e gas lacrimogeni contro i residenti e nelle loro case. Raid militari prima dell'alba si svolgono regolarmente, mentre le famiglie dormono, i giovani vengono arrestati e le forze israeliane saccheggiano le case.

Il gruppo israeliano per i diritti B'Tselem, la scorsa settimana ha chiamato la risposta del governo israeliano alla recente escalation nella zona come: "molto contrario a ciò che dovrebbe essere fatto" per porre fine alle recenti violenze.

Al-Issawiyya è uno dei tanti quartieri palestinesi di Gerusalemme Est occupata che è stato oggetto di tali restrizioni. Le forze israeliane hanno iniziato Domenica l'installazione di un grande muro di cemento per separare il quartiere palestinese di Jabal al-Mukabbir dall’insediamento israeliano illegale di Armon Hanatziv. Mentre un ordine simile è stato emesso anche per al-Issawiyya, ma dopo le pressioni da parte dei membri della Knesset, il parlamento israeliano, i media hanno riferito che il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ordinato che i piani di erigere barriere di separazione intorno alla città sono superati.

 


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Oct. 21, 2015

 

Israeli crackdown turning life in al-Issawiya into 'nightmare'

 

As Israeli authorities increase restrictions on Palestinian neighborhoods in occupied East Jerusalem, residents of al-Issawiya say humiliating inspections by Israeli forces have turned their lives into a “nightmare."

"The Israeli occupation is trying to practice a policy of humiliation at the military checkpoints in the main exits of al-Issawiya," said Hani al-Issawi, a member of a local committee to defend land in in the town.

"Residents are not allowed to leave the village in groups. Every single person must undergo inspections," he added.

Men, including the elderly, are forced to pull up their shirts up and sometimes take their trousers down upon entrance and exit to the neighborhood, while many undergo physical inspections.

Female residents of the town are often searched by female soldiers who decide whether to carry out physical inspections or to check their bags and identification documents.

Israel forces on Oct. 14 closed roads leading into the neighborhood with concrete barriers, setting up make-shift military and police checkpoints for all residents to pass through.

The move was made shortly after Israel’s security cabinet announced that Israeli police are now entitled to "impose a closure on, or to surround, centers of friction and incitement in Jerusalem, in accordance with security considerations," according to Israeli media reports.

The same day, Issawi said: "The Israeli occupation forces closed most of the village’s entrances with concrete blocks and earth mounds.”

As some 19,000 residents of the neighborhood are forced to use a single exit for pedestrians and another for vehicles, Muhammad Abu al-Hummus a member of a local follow-up committee in the town told Ma'an: “They are being inspected, sworn at, and humiliated at these exits.”

“Every morning, queues of schoolchildren, workers and employees are seen waiting in front of the checkpoint,” he added, saying that inspecting a single person takes two to five minutes.

In addition, schoolchildren need to take two buses to their schools: one that reaches the end of the closed road, and a second that the children reach after passing through the military checkpoint by foot.

Around 3,400 Palestinian schoolchildren leave the neighborhood every morning for schools in Jerusalem, while around 3,200 schoolchildren from neighboring areas attend schools inside al-Issawiya, including two schools for people with special needs, Abu Hummus said.

Issawi told Ma'an that Israeli soldiers have “emptied their schoolbags and deliberately thrown books on the ground.”

In response to the Israeli crackdown, Palestinian factions in the neighborhood announced general strike on Tuesday.

The strike was announced shortly after Huda Muhammad Darwish, 65, died after being delayed from reaching a hospital at a checkpoint leading out of the town.

The elderly woman had suffered breathing difficulties following clashes in the neighborhood, in which tear gas was fired. Her family tried to rush her to hospital, but locals told Ma'an that Israeli troops ignored that there was a sick person in the car, delaying them at the checkpoint.

While punitive measures have increased over the last week in response to a series of stabbing attacks that have left at least nine Israelis dead since Oct. 1, Issawi pointed out that Israeli forces had started “collective punishments” against the neighborhood months ago.

Israeli soldiers frequently storm the neighborhood and often spray sewage and tear gas at residents and in their homes. Predawn military raids are regularly carried out, where young men are detained and Israeli forces ransack homes while families are sleeping inside.

Israeli rights group B'Tselem last week called the Israeli government’s response to the recent escalation in the area as "the very inverse of what ought to be done" toward ending recent violence.

Al-Issawiya is one of several Palestinian neighborhoods in occupied East Jerusalem that has come under such restrictions. Israeli forces on Sunday began installing a large concrete wall to separate the Palestinian neighborhood of Jabal al-Mukabbir from the illegal Israeli settlement of Armon Hanatziv.

While a similar order was made for al-Issawiya, Israeli media reported that Israeli Prime Minister Benjamin Netanyahu ordered that plans to erect separation barriers around the town be scrapped, after pressure from members of the Knesset, the Israeli parliament.

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