Fonti: Imemc e Ma’an Agenzia stampa Infopal 9/11/2015
Qalqiliya, una giovane palestinese è uccisa dalle forze israeliane mentre impugna un coltello. In borsa, la lettera che annuncia il suicidio
Martedì mattina, al check-point di Qalqiliya, nei pressi dell’insediamento illegale di Alfei Menashe, una giovane palestinese di 24 anni, Rasha Ahmad Hamed ‘Oweissi, è stata uccisa dai soldati israeliani, mentre si avvicinava impugnando un coltello. Nella borsa aveva una lettera in cui annunciava il suicidio. La città è circondata dal Muro dell’Apartheid con un check-point controllato dalle forze israeliane. La lettera di suicidio: “Il ringraziamento sia reso a Dio, i migliori auguri e saluti. Cara madre, non so che cosa stia accadendo. So solo che ho raggiunto la fine della strada. E questa è la strada che ho scelto in piena coscienza, a difesa della mia terra, dei giovani e delle giovani. Non sopporto più ciò che vedo. Tuttavia ciò che so è che non lo tollererò più. Famiglia, padre, fratelli, perdonatemi per tutto. So solo che vi amo davvero, in particolare il mio fidanzato. Perdonatemi, non ho altro che il mio cammino, e sono dispiaciuta per questo addio”. Rasha non ha tentato di attaccare nessuno. Testimoni hanno riferito che ella non ha posto minaccia alcuna. Semplicemente è rimasta in piedi, tenendo un coltello e aspettando che i soldati le sparassero. Diversi recenti attacchi con coltelli dei Palestinesi contro gli Israeliani si sono rivelati organizzati dalle forze israeliane dopo che queste avevano ucciso persone inermi e che non rappresentavano alcun pericolo. Rasha è l’80a persona a essere uccisa dalle forze israeliane dal 1° ottobre.
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