http://www.repubblica.it/e 09 giugno 2015
Il piano ONU per la Libia di Vincenzo Nigro
Quarta versione della proposta delle Nazioni Unite alle delegazioni libiche in Marocco. Si punta a una presidenza "tripartita". L'obiettivo è arrivare a un accordo prima dell'inizio del Ramadan, il 17 giugno
Il mediatore della Nazioni Unite Bernardino Leon ha presentato alle parti libiche la sua nuova proposta di accordo politico per creare un "Governo di Accordo Nazionale" in Libia. Questa quarta versione del "draft" tiene conto delle perplessità e delle critiche avanzate nelle scorse settimane dalle parti, ma sostanzialmente ricalca l'impianto previsto dal "draft 3", che prevedeva la conferma di una sola delle due assemblee legislative libiche (la House of Rapresentatives che siede a Tobruk ed è sostenuta soprattutto dall'Egitto). Leon ha offerto il testo alle delegazioni che a partire da stanotte dovrebbero negoziare in Marocco nel tentativo di raggiungere un accordo prima dell'inizio del Ramadan, il 17 giugno.
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Leon scrive di "sperare che questa bozza costituisca una proposta ragionevole e corretta. Il popolo di Libia guarda al vostro lavoro nella speranza che voi riusciate a salvare il paese e la sua gente da questa lunga guerra". Il testo presentato dall'Onu include un preambolo di 29 punti di principi e poi i 69 articoli che definiscono la forma del nuovo Stato libico.
Fra i principi l'Onu ha incluso innanzitutto l'impegno alla "integrità territoriale della Libia, sovrana, indipendente e in pieno controllo dei suoi confini internazionali". Seguono alcuni punti che sanciscono l'impegno al rispetto della separazione dei tre poteri, legislativo, esecutivo e giudiziario; l'impegno a seguire i principi della Rivoluzione del 17 febbraio che ha spodestato il regime di Gheddafi; il pieno rispetto dei diritti umani e la piena uguaglianza fra tutti i cittadini libici.
Al punto 7 dei principi generali potrebbe esserci il primo elemento di frizione fra le parti: il testo impegna le parti a riconoscere la House of Rapresentatives come "unica autorità legislativa nel paese durante la fase transitoria". Significa cancellare il ruolo del Congresso Generale Nazionale di Tripoli (il Parlamento sostenuto dai gruppi islamici e da Misurata). La proposta Onu conferma poi l'idea di creare una presidenza del Consiglio tripartita, un "triumvirato" formato da un premier e da due vice-premier che guideranno il governo e dovranno essere d'accordo sulle decisioni da prendere perché possano diventare effettive. Assieme ad altri due ministri, i 3 premier costituiranno un "Consiglio presidenziale del Consiglio dei Ministri" che guiderà e orienterà il lavoro degli altri ministri.
All'articolo 19 il testo conferma la creazione di un Alto Consiglio di Stato, un organismo semi-legislativo che dovrebbe affiancare (in posizione inferiore) la House of Rapresentatives. Dovrebbe essere il correttivo capace di rispondere alle perplessità della fazione di Tripoli, che in questa architettura vede scomparire l'assemblea legislativa che fino ad oggi ha espresso le volontà delle fazioni di Tripoli. Non è chiaro se nella fase negoziale che ha preceduto la presentazione di questa bozza l'Onu abbia ottenuto una qualche garanzia di sostegno al piano dalla maggioranza delle fazioni. Secondo un diplomatico che segue il negoziato "il piano così com'è sostanzialmente non risponde alle richieste che faceva Tripoli, per cui bisogna capire se nel frattempo c'è stato un cambiamento nelle richieste o se sono state offerte altre garanzie che porteranno a sostenere questo piano". |