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20 aprile 2015

 

Arrivano le armi comprate da Riyadh

 

Il carico di missili anti-carro è il primo di una serie di trasferimenti di armi di fabbricazione francese donate dai sauditi all’instabile Libano, il cui esercito deve fronteggiare i miliziani islamisti provenienti dalla Siria. Un nuovo monito a Hezbollah e soprattutto a Teheran

 

Roma, 20 aprile 2015, Nena News –

 

Alla fine è arrivato. Il primo carico di armi francesi pagate dall’Arabia Saudita è sbarcato oggi a Beirut supervisionato dal ministro degli Esteri francese Jean-Yves le Drian: una serie di missili anti-carro, prima parte di un bottino da 3 miliardi di dollari interamente finanziato da Riyadh ufficialmente per “aiutare il Libano a combattere i gruppi militanti” presenti nel Paese.

Parigi dovrebbe fornire 250 mezzi di trasporto e combattimento, sette elicotteri Cougar, tre piccole navi da guerra Corvette e una serie di apparecchiature per la sorveglianza e la comunicazione in quattro anni come parte del programma per modernizzare un esercito che negli ultimi anni ha visto crescere le proprie responsabilità difensive in ragione dei movimenti di armi e miliziani islamisti al confine con la Siria. Assieme agli armamenti, Beirut si è aggiudicata anche sette anni di addestramento a 70 militari libanesi e dieci anni di manutenzione gratuita delle attrezzature, mentre ha rifiutato elicotteri d’attacco Gazelle, carri armati Leclerc e grandi navi da guerra sia perché erano troppo costosi da mantenere e meno adatti per l’ambiente di combattimento.

“Questo progetto – ha dichiarato un funzionario francese all’AFP – ci aiuterà a formare un esercito libanese in grado di rispondere alle nuove realtà di sicurezza”. Sicurezza in cui i gruppi islamisti hanno più volte fatto breccia, con una serie di attentati tra il 2013 e il 2014 rivolti quasi esclusivamente contro obiettivi sciiti a causa della presenza di Hezbollah al fianco del presidente Bashar al-Assad nella guerra in Siria, ma anche con un’irruzione di decine di miliziani di al-Nusra nella cittadina frontaliera di Arsal la scorsa estate conclusasi con l’uccisione e il sequestro di decine di soldati libanesi.

“Ci sono circa 3.000 militanti armati – ha detto all’AFP Hisham Jaber, un ex generale che collabora ora con il Centro per lo Studio delle Relazioni Pubbliche in Medio Oriente  – che premono sulle nostre frontiere in attesa del momento di penetrare nella valle della Bekaa”. Beirut chiama, quindi, e Parigi risponde. “La Francia e il Libano – ha detto il ministro degli Esteri francese Le Drian – hanno un rapporto fraterno che è stato segnato negli ultimi tre anni da un forte deterioramento della situazione della sicurezza nel Levante, che è diventato una minaccia esistenziale per la regione”. Eppure lo spazio concesso a Parigi per la vendita delle armi è un’assoluta novità, visto che negli ultimi anni la sicurezza del Libano è stata una prerogativa di Stati Uniti e Gran Bretagna.

Ora però le carte in tavola sono cambiate, soprattutto quando nell’agosto del 2013 Washington ha rifiutato di bombardare Bashar al-Assad facendo infuriare Riyadh, che ha preferito comprare i suoi armamenti per il Libano direttamente da Parigi. Armamenti che non hanno il solo scopo di fermare la proliferazione degli estremisti sunniti nel Paese dei Cedri, estremisti che Riyadh ha foraggiato per anni nell’intento di contrastare la potenza del partito sciita Hezbollah e di frenarne la popolarità tra la popolazione libanese. La guerra di Riyadh a Teheran, che sostiene il Partito di Dio, si gioca su tutti i fronti del Medio Oriente e con l’esercito libanese modernizzato e armato fino ai denti, i sauditi avvertono che il Paese dei Cedri è di nuovo di loro proprietà. Nena News

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