Fonti: Sidney Morning Herald Al Manar http://www.controinformazione.info nov 26, 2015
Israele presta assistenza medica a 500 miliziani componenti di Al Nusra (Al Qaeda) di Luciano Lago
La giornalista australiana della “News Corp”, Sharri Markson, nel corso di una visita guidata in un ospedale israeliano , nel “Ziv Medical Center” a Zefat (nord di Israele), ha potuto verificare che vi erano ricoverati in quella struttura circa 500 miliziani del gruppo Al Nusra che le autorità israeliane avevano ricoverato per assistenza medica. Nel corso di un viaggio organizzato dalla Australia/Israel and Jewish Affairs Council (AIJAC), in cui erano stati invitati diversi medici internazionali, la Markson ha potuto constatare, attraverso la raccolta di testimonianze dei pazienti, che questi appartenevano tutti all’ortganizzazjone terrorista di Al Nusra.
I 500 pazienti erano stati tutti feriti in territorio siriano ed hanno fornito dettagli alla giornalista di come erano stati trasferiti dalla Siria in quell’ospedale da parte dell’Esercito israeliano che ha prestato loro assistenza. Da dove poi, hanno dichiarato che, una volta dimessi, sarebbero dovuti ritornare a combattere in territorio siriano. Nel gruppo dei giornalisti facevano parte il redattore capo aggiunto del Daily Telegraph, Ben English; il giornalista della Seven News, Alex Hart; il reporter político di Sky News, David Lipson; il redattore capo della Australian Financial Review, Aaron Patrick; il capo della sezióne política del Sydney Morning Herald e delThe Age, Bevan Shields. Sono stati tutti quelli che hanno assistito alla visita patrocinata da Israele e dall’ Australia. Il clima nell’Ospedale era molto intenso e drammatico,’ ha detto una fonte. ‘C’era una grande confusione e improvvisamente c’erano forze di sicurezza dappertutto.’ Oltre 500 siriani – tra cui combattenti feriti mentre combattevono contro il regime di Assad –risulta che sono stati curati presso il centro medico di Ziv a Safed, vicino al confine siriano. In un briefing prima del tour, il personale dell’ospedale ha detto ai giornalisti che i pazienti potrebbero essere a rischio al loro ritorno in Siria, se si fosse venuto a sapere che avevano ricevuto il trattamento medico in Israele. L’ospedale utilizza metodi propri per trasferire segretamente i pazienti dentro e fuori la Siria. Otto giornalisti presenti sono stati incaricati di non registrare i nomi dei pazienti e di non scattare foto che potrebbero identificarli. Fairfax Media ha capito che, durante la visita, Markson si è distaccata dagli altri giornalisti per parlare con i pazienti senza supervisione e per scambiare i dati di contatto con loro. Ciò ha condotto al suo fermo da parte forze di sicurezza. L’incidente è stato però risolto, dopo intervento del NSW ebraico. Il consigliere dei deputati, chief executive, Vic Alhadeff, Signor Alhadeff, che è tornato in Australia, ha detto: ‘ la nostra preoccupazione fondamentale era per la sicurezza e la sicurezza dei pazienti siriani. ‘ A questo proposito, siamo molto attenti a non rivelare la loro identità. Si è trattato di un malinteso sfortunato, ma la situazione è stato rapidamente risolta. ‘ Il direttore esecutivo del Consiglio Ebraico, Colin Rubenstein, che non è stato al viaggio, ha confermato che un problema era avvenuto presso l’ospedale. iI rappresentante del Consiglio per il viaggio ha riferito che la Markson avrebbe preso l’indirizzo e-mail di un siriano senza avvertire i funzionari di sicurezza del paziente, questo ha causato il fermo della giornalista. Le forze di sicurezza hanno ordinato alla giornalista di cancellare tutti i dati in suo possesso e di non rivelare i nomi e quanto aveva visto. La giornalista ha riferito di essere stata perquisita e trattata molto duramente dalle forze israeliane. Nello stesso ospedale era avvenuta, alcui mesi fa, la visita del premier israeliano Netanyahu ai miliziani feriti ricoverati nella struttura, nel corso della quale si era congratulato con loro e si era fermato a parlare con i terroristi alloggiati nei reparti. L’assistenza che il governo di Israele presta ai miliziani del gruppo Al Nusra risulta cosa nota da tempo ed è stato rilevato che Israele fornisce agli stessi miliziani anche armi, rifornimenti ed equipaggiamenti vari per consentire loro di tornare a combattere in territorio siriano. |