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20 October 2015

 

Dobbiamo tornare indietro da questo abisso pericoloso, dice Ban in visita in Israele

 

Nel tentativo di allentare le attuali tensioni tra Israele e Palestina, Ban Ki-moon, il segretario generale delle Nazioni Unite, ha incontrerà il primo ministro israeliano Netanyahu, ieri a Gerusalemme e ha incontrato il presidente di Israele, Reuben Rivlin.

In un comunicato diffuso in data odierna dal portavoce di Ban Ki-moon si legge che "ha più volte espresso la sua angoscia e la profonda preoccupazione per le violenze crescenti in Israele e Palestina."

Una serie di scontri mortali tra palestinesi e israeliani, tra cui le forze di sicurezza israeliane, ha segnato gran parte del mese di ottobre, con episodi di violenza segnalati in più di 50 luoghi diversi, tra cui a Gerusalemme Est, Ramallah, Hebron, Betlemme, Jenin, Tulkarem e Nablus. Secondo la dichiarazione, il segretario generale si aspetta anche di incontrare le vittime di queste recenti ostilità e degli attacchi terroristici.

Parlando alla stampa al fianco del presidente Rivlin, Ban Ki-moon ha ringraziato per essere stato ricevuto "così calorosamente e con così poco preavviso. La mia visita riflette il senso di allarme globale per la pericolosa escalation di violenza tra israeliani e palestinesi. Sono qui per incoraggiare e sostenere tutti gli sforzi per ridurre le tensioni e prevenire che la situazione vada fuori controllo."

Il capo delle Nazioni Unite ha espresso le sue condoglianze alle famiglie e alle persone care di tutte le vittime delle ostilità e degli attacchi terroristici. "Nessuna società dovrebbe avere vivere nella paura … Nessuna società può permettersi di vedere la sua gioventù soffrire in disperazione. Se non si interviene rapidamente, le dinamiche in loco possono solo peggiorare, con gravi ripercussioni anche fuori da Israele e Palestina. Non è troppo tardi per evitare una crisi più ampia … Nei miei incontri oggi e domani con le leadership israeliana e palestinese, mi appellerò a tutti affinchè si prendano misure concertate per limitare nuovi incidenti su entrambi i lati. La violenza genera solo violenza. Agli estremisti di entrambe le parti, o a chi pensa che la violenza sia la risposta, non deve essere permesso di alimentare ulteriormente il conflitto. Al di là delle tensioni immediate, ciò che manca è la volontà di ripristinare un orizzonte politico per i colloqui, e un processo politico che offra risultati reali e speranza …. La violenza mina solo le legittime aspirazioni dei palestinesi per uno stato e il desiderio degli israeliani per la sicurezza. Lo status quo sta facendo solo peggiorare le cose. Questo conflitto va avanti da troppo tempo. Dobbiamo, per il futuro dei nostri figli, tornare indietro da questo abisso pericoloso, salvaguardare la soluzione dei due Stati e riportare le persone sulla strada verso la pace" aggiungendo che le Nazioni Unite, e se stesso come segretario generale, continueranno a sostenere tutti gli sforzi per creare le condizioni di un ritorno a negoziati significativi e ad una pace giusta e duratura.

 

Durante la sua giornata in Israele, Ban Ki-moon ha anche incontrato il primo ministro, Benjamin Netanyahu, e ha detto che capisce il dovere che pesa sul leader israeliano per garantire che i suoi cittadini possano godere di protezione e sicurezza. Egli ha anche esortato Israele a difendersi da episodi di violenza, e di condurre indagini approfondite in caso di necessità.

"Sig. primo ministro, le sfide per la sicurezza del Suo governo stanno attualmente affrontando molti complicati dilemmi e possono richiedere il rafforzamento delle misure di sicurezza … Tuttavia, le misure di sicurezza possono essere controproducenti se vengono applicate senza particolari sforzi per disinnescare le situazioni, prima che le persone perdono la vita. Se l'uso della forza non è calibrato correttamente, può generare molte frustrazioni e ansie, dalle quali la violenza tende ad esplodere".

 


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20 October 2015

 

We must turn back from this dangerous abyss, Ban says in Israel on first day of visit to crisis-torn region

 

In an effort to ease the current tensions between Israel and Palestine, United Nations Secretary-General Ban Ki-moon is heading to the region to meet with Israeli Prime Minister Netanyahu and Palestinian President Abbas, as well as with other senior officials.

The UN chief arrived earlier today in Jerusalem and began by meeting with the President of Israel, Reuben Rivlin.

A statement issued earlier today by Mr. Ban’s spokesperson stressed that he “has repeatedly expressed his anguish and deep concern at the escalating violence in Israel and Palestine.”

A series of deadly clashes between Palestinians and Israelis, including Israeli security forces, has marked much of October, with violent incidents reported in more than 50 different locations, including in East Jerusalem, Ramallah, Hebron, Bethlehem, Jenin, Tulkarm and Nablus.

According to the statement, the Secretary-General is also expected to meet with Israeli and Palestinian victims of these recent hostilities and terror attacks.

Speaking to the press alongside President Rivlin, Mr. Ban thanked him for receiving him “so warmly and at such short notice.”

“My visit reflects the sense of global alarm at the dangerous escalation in violence between Israelis and Palestinians,” Mr. Ban declared. “I am here to encourage and support all efforts to lower tensions and prevent the situation from spinning out of control.”

The UN chief expressed his condolences to the families and loved ones of all the victims of the hostilities and terrorist attacks. “No society should have to live in fear,” he said. “No society can afford to see its youth suffer in hopelessness.”

Mr. Ban stressed that if action is not taken fast, the dynamics on the ground may only get worse, “with serious repercussions in and beyond Israel and Palestine.”

“It is not too late to avoid a broader crisis,” he insisted. “In my meetings today and tomorrow with the Israeli and Palestinian leadership, I will be appealing to all to take concerted steps to limit new incidents on both sides. Violence only begets violence.”

He added that extremists on either side, or those who think violence is the answer, must not be allowed to further fuel the conflict.

“Beyond the immediate tensions, what is missing is the resolve to restore a political horizon for talks, and a political process that delivers real results and hope,” Mr. Ban noted. “Violence only undermines the legitimate Palestinian aspirations for statehood and the longing of Israelis for security.”

Underlining that “the status quo is only making things worse,” the Secretary-General stated that this conflict has gone on for far too long.

“We must, for the future of our children, turn back from this dangerous abyss, safeguard the two-state solution and lead people back onto the road towards peace,” he urged, adding that the UN, and himself as Secretary-General, will continue to support all efforts to create the conditions for a return to meaningful negotiations and a just and lasting peace.

During his day in Israel, Mr. Ban also met with the Prime Minister, Benjamin Netanyahu, and said he understands the duty weighing on the Israeli leader to ensure that his citizens can enjoy safety and security. He also urged Israel to guard against violent incidents, and to conduct thorough investigations when necessary.

“Mr. Prime Minister, the security challenges your Government is currently facing raise many complicated dilemmas and may require tightening of security measures,” the UN chief said speaking again to the press.

“However, security measures can be counterproductive if they are applied without special efforts to defuse situations before people lose their lives. If the use of force is not properly calibrated, it may breed the very frustrations and anxieties, from which violence tends to erupt,” he continued.

Later, the Secretary-General had a meeting with Isaac Herzog, the leader of the Zionist Union party, and Tzipi Livni, a member of Parliament and former Minister of Foreign Affairs.

A readout issued by Mr. Ban’s spokesperson in New York indicated that he expressed particular concern with the situation at Haram al Sharif/Temple Mount and the religious dispute over it, which has “serious repercussions not only for Israel and Palestine but throughout the region.”