http://it.ibtimes.com 11.10.2015
La politica monetaria non basterà a salvare l'economia dal crollo di Jigmey Bhutia
L'economia globale potrebbe crollare se si alzano i tassi d'interesse, dice il FMI. Ma anche tenerli bassi comporta rischi
Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha avvertito che l'economia mondiale, la quale attualmente sta crescendo ad un tasso del 3,1%, rispetto al +3,4% dello scorso anno, potrebbe crollare se le banche centrali non continuassero a tenere bassi i propri tassi di interesse. Il Fondo ha detto che l'incertezza e la volatilità sui mercati finanziari sono aumentati e che le prospettive di crescita di medio termine si sono indebolite. «In molte economie avanzate, il rischio principale rimane un declino della già debole crescita, in particolare se la domanda globale dovesse scendere ulteriormente e i problemi di offerta non dovessero essere risolti» ha detto il direttore del Fondo Christine Lagarde. Questa situazione dovrebbe essere supportata da «ulteriori politiche monetarie e una migliorata stabilità finanziaria». Lagarde ha avvisato che se le banche centrali degli Stati Uniti e del Regno Unito dovessero aumentare i tassi di interesse, l'effetto sui già volatili mercati finanziari creerebbe problemi alla stabilizzazione delle economie globali. Lagarde ha anche chiesto a Giappone ed area euro di proseguire con i propri programmi di quantitative easing per stimolare le proprie economie. Dopo l'avvertimento del FMI, il gruppo di esperti G30, che comprende ex governatori di banche centrali, ha dichiarato in un report che mantenere i tassi di interesse bassi per un lungo periodo potrebbe condurre ad una crisi finanziaria. Essi hanno aggiunto che potrebbe anche comportare un aumento del debito e assunzione di rischio eccessive. «L'azione di supporto delle banche centrali può essere utile, ma possono nascere rischi gravi se i governi, i parlamenti, le autorità pubbliche e il settore privato dovessero credere che le politiche delle banche centrali possono sostituire le riforme strutturali e le altre politiche di riforma che dovrebbero introdurre essi stessi. Il rischio principale è che affidarsi eccessivamente all'azione delle banche centrali potrebbe aggravare i problemi sistemici sottostanti e rimandare o impedire i necessari aggiustamenti strutturali».
Il report è stato scritto da Axel Weber (ex presidente della Bundesbank), Jean Claude Trichet (ex presidente della Banca Centrale Europea), Jacob Frenkel (ex governatore della Banca d’Israele) e Arminio Fraga (ex governatore della Banca del Brasile). |