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31 agosto 2015

 

Il nuovo colonialismo: Grecia e Ucraina

di Jack Rasmus

docente di economia e politica al St. Mary’s College in California

traduzione di Giuseppe Volpe

 

In Europa sta emergendo una nuova forma di colonialismo. Non il colonialismo imposto dalla conquista e dall’occupazione militare come nel diciannovesimo secolo. Nemmeno la forma più efficiente di colonialismo economico di cui sono stati pionieri gli Stati Uniti dopo il 1945, in cui i costi dell’amministrazione diretta e dell’occupazione militare erano sostituiti da élite locali obbedienti cui era consentito di condividere la ricchezza sottratta in cambio del permesso di governare per conto dei colonizzatori.

Nello scenario del ventunesimo secolo si tratta di “colonialismo mediante trasferimento di attivi finanziari”.  Si tratta di sottrazione della ricchezza della colonia colonizzando i dirigenti del paese assegnati ad amministrare direttamente le procedure nella colonia attraverso le quali sono trasferite le attività finanziarie. Questa nuova forma di colonialismo mediante gestione diretta più trasferimento di ricchezza finanziaria sta oggi emergendo in Grecia e in Ucraina.

Dietro l’apparenza del recendo accordo greco sul debito c’è la realtà dei banchieri europei e delle loro istituzioni – la Commissione Europea, la Banca Centrale Europea, il FMI e il Meccanismo Europeo di Stabilità (ESM) – che presto assumeranno la gestione diretta dell’operatività dell’economia sulla base del Memorandum d’Intesa, MoU, firmato il 14 agosto 2015 dalla Grecia e dalla Troika. Il MoU dettaglia l’amministrazione diretta in vari modi. Nel caso dell’Ucraina la cosa è ancor più diretta. Banchieri ombra europei e statunitensi sono stati insediati da USA-Europa nel dicembre 2014 come ministri delle finanze e dell’economia dell’Ucraina. Da allora hanno amministrato direttamente l’economia dell’Ucraina su base quotidiana.

Il nuovo colonialismo come trasferimento di attivi finanziari assume varie forme concrete: come trasferimento di ricchezza sotto forma di pagamento di interessi su un debito sempre crescente, di svendite del patrimonio governativo e degli attivi delle banche al fine di trasferire ricchezza agli azionisti dei banchieri e degli investitori privati del paese colonizzatore.

Il caso della Grecia

Il recente terzo accordo sul debito firmato il 14 agosto 2015 tra la Grecia e la Troika delle istituzioni economiche europee aumenta di altri 98 miliardi di dollari il debito della Grecia, facendo salire il suo debito totale a più di 400 miliardi di dollari. Quasi tutti di 98 miliardi di dollari sono destinati al rimborso del debito e alla ricapitalizzazione delle banche greche. La ricchezza è sottratta costringendo la Grecia a produrre di più, o tagliare la spesa e aumentare di più le imposte, al fine di creare quello che è definito un avanzo primario attingendo al quale vanno pagati gli interessi e rimborsato il capitale.

I greci non dovranno produrre le loro merci e venderle a basso prezzo alla Germania perché questa le riesporti a un prezzo maggiorato con un utile, cioè il colonialismo del diciannovesimo secolo. Le multinazionali non delocalizzeranno in Grecia per poter pagare salari più bassi, sostenere costi inferiori e poi riesportare nel resto del mondo a fini di profitto, cioè il colonialismo statunitense del tardo ventesimo secolo. I greci lavoreranno più intensamente e per meno al fine di generare un avanzo che ritornerà alle istituzioni della Troika sotto forma di pagamento degli interessi sul debito in continua crescita. La Troika è l’intermediaria, l’esattrice del debito, l’agenzia statale rappresentante i banchieri e gli investitori per conto dei quali incasso i pagamenti del debito. E’ un insieme di organi sovra-statali e il nuovo agente della sottrazione e del trasferimento della ricchezza.

Il MoU Grecia-Troika definisce in dettaglio la gestione diretta e anche quale ricchezza e come sarà sottratta e trasferita. Il MoU inizia affermando esplicitamente che nessuna legge o altra iniziativa, per quanto minore, delle istituzioni politiche greche può essere assunta senza la preventiva approvazione della Troika. La Troika ha così potere di veto su virtualmente ogni misura politica in Grecia, su ogni decisione del potere legislativo e di quello esecutivo e a tutti i livelli del governo.

Inoltre la Grecia non avrà più una politica fiscale. Sarà la Troika a definire il bilancio. Il MoU chiede una totale ristrutturazione delle imposte e della spesa greca che deve aver luogo nel nuovo bilancio. La Grecia ha il permesso di redigere il proprio bilancio, ma solo se tale bilancio è quello che vuole la Troika. E i rappresentanti della Troika controlleranno il rispetto per assicurare che la Grecia aderisca al bilancio della Troika. Ogni organo greco e ogni comitato legislativo del parlamento greco avrà così il suo “commissario della Troika” a controllarlo da dietro le spalle quasi su base quotidiana.

Il MoU afferma che la Troika ha anche il potere di nominare “consulenti indipendenti” nei consigli di amministrazione delle banche greche. Molti vecchi amministratori bancari saranno allontanati. I nominati della Troika gestiranno oggi quotidianamente le banche greche, in altri termini. Le sussidiarie delle banche greche e le loro filiali all’estero saranno ‘privatizzate’, cioè svendute a banche europee. Le banche greche sono oggi greche solo di nome. Diverranno appendici e sussidiarie di fatto delle banche settentrionali dell’euro operando dietro il velo della Troika e alle spalle delle loro omologhe banche greche. I diversi miliardi di dollari stanziati per ricapitalizzare le banche greche staranno nelle banche lussemburghesi, non in Grecia. La Grecia non ha più una politica monetaria. Ce l’ha la Troika.

La Banca Mondiale ridisegnerà il sistema greco dello stato sociale e un nuovo sistema di reti di sicurezza sociale. Nuovi nominati a gestire il ministero del lavoro, dopo l’approvazione della Troika, “razionalizzeranno il sistema dell’istruzione” (cioè licenziamenti di insegnanti e tagli agli stipendi). Il nuovo ministro del lavoro, vagliato dalla Troika, metterà in atto le proposte di “consulenti indipendenti” della Troika per limitare le “azioni industriali” (cioè gli scioperi) e la contrattazione collettiva e, seguendo le raccomandazioni dei consulenti, istituirà nuove regole per i licenziamenti collettivi. Le pensioni saranno tagliate, l’età di pensionamento sarà innalzata, saranno aumentati i contributi dei lavoratori per l’assistenza sanitaria, le amministrazioni locali saranno rese più efficienti (licenziamenti, tagli dei salari) e l’intero sistema legale sarà ricostruito.

I 50 miliardi del Fondo Governativo greco di Privatizzazione del Patrimonio resteranno in Grecia. Tuttavia saranno gestiti “sotto la supervisione delle relative istituzioni europee” secondo il MoU. La Troika deciderà che cosa deve essere privatizzato e venduto a quale prezzo (di svendita) a quale dei suoi investitori preferiti. Nel frattempo saranno accelerate le privatizzazioni in corso o identificate.

Il caso dell’Ucraina

Nel caso dell’Ucraina, solo dopo che banchieri statunitensi ed europei sono stati insediati come ministri delle finanze e dell’economia nel dicembre 2014 sono stati promessi altri prestiti all’Ucraina. Gli USA e la UE hanno versato altri 4 miliardi di dollari a gennaio e il FMI ha rapidamente annunciato il nuovo accordo da 40 miliardi di dollari a febbraio. Dopo tali 40 miliardi il debito dell’Ucraina è salito dai 12 miliardi di dollari del 2007 a 100 miliardi di dollari nel 2015.

Il nuovo debito a 100 miliardi di dollari si tradurrà in un enorme aumento della sottrazione finanziaria della ricchezza sotto forma di versamenti di interessi su tali 100 miliardi.

Un’altra forma di trasferimento si verificherà con l’accelerazione delle privatizzazioni. Sono programmate per la vendita nel 2015 non meno di 342 ex imprese governative, tra cui centrali elettriche, miniere, 13 porti e persino aziende agricole. Le vendite avranno probabilmente luogo a prezzi stracciati, avvantaggiando gli “amici” statunitensi ed europei dei nuovi ministri statunitensi ed europei. Così, pure, sarà della vendita di imprese private ucraine da parte dei nuovi ministri. Una ogni cinque è tecnicamente alla bancarotta e incapaci di rifinanziare 10 miliardi di debiti rappresentati da titoli industriali spazzatura. Molte falliranno, le migliori recuperate dai banchieri ombra e dalle multinazionali statunitensi ed europee.

Ciò che Grecia e Ucraina rappresentano è lo sviluppo di una nuova e più diretta gestione della sottrazione della ricchezza e del trasferimento di tale ricchezza sotto forma di attivi finanziari. In salvataggi di governi dal debito del passo il FMI e altre istituzioni hanno fissato parametri per ciò che doveva fare il paese salvato. Ma il paese era lasciato ad attuare il piano. Non più. Oggi è la gestione diretta a garantire che la colonia non si tiri indietro o ritardi il trasferimento degli attivi finanziari attivati dal debito sempre più crescente.

 


Da Z Net – Lo spirito della resistenza è vivo

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Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/the-new-colonialism-greece-ukraine/